Sudafrica, il Paese dell’arcobaleno: Città del Capo e Cape Point

Il viaggio di oggi ci porta in Sudafrica, il Paese dell’arcobaleno, partiremo da Città del Capo per arrivare a Cape Point con un safari in una bellissima riserva e una tappa a Simon’s Town, alla Boulder’s Beach per vedere da vicino i pinguini.

I riflettori di tutto il mondo sono stati puntati sul Sudafrica in occasione dei Mondiali di calcio 2010, che per la prima volta sono stati organizzati nel continente africano, tra vuvuzelas e il waka waka di Shakira, ma questo paese, che ha dato i natali a grandi personaggi come Mandela e Miriam Makeba, situato all’estremità sud dell’Africa, ha molto da offrire ai visitatori. Un paese, il Sudafrica, che per anni ha dovuto lottare contro il razzismo e l’apartheid. Nel 1948, dopo la fine della guerra, il Partito Nazionale vinse le elezioni, e iniziò ad attuare nel paese la politica segregazionista nota come apartheid, ideata dai primi ministri boeri, soprattutto da Hendrik Frensch Verwoerd (in carica dal 1956 al 1966). L’obiettivo era quello di isolare i diversi gruppi etnici del Sudafrica, lasciando che ognuno di essi si sviluppasse in un proprio contesto sociale, economico e territoriale. Verwoerd spiegò anche che il ruolo predominante dei bianchi nei processi politici che avrebbero portato all’autonomia delle diverse etnie era giustificato dalle circostanze storiche, ovvero dal ruolo fondamentale che i boeri avevano avuto nella nascita del Sudafrica. Questa situazione diede origine a gravi contrasti interni e all’isolamento internazionale, finchè il 27 aprile 1994 si tennero le prime elezioni democratiche con suffragio esteso a tutte le etnie, e venne eletto presidente il capo dell’ANC Nelson Mandela, cui successe poi il delfino Thabo Mbeki nel 1999. Il periodo di transizione dal regime dell’apartheid al nuovo corso politico fu gestito da un tribunale speciale istituito nel 1995 a Città del Capo, la Commissione per la Verità e le Riconciliazione. “Il bambino negro non entrò nel girotondo dei fanciulli bianchi. I fanciulli bianchi giocavano tutti in un vivo girotondo di canzoni fresche ed allegre risate….. Il bambino negro non entrò nel girotondo. E arrivò il vento accanto ai bambini e ballò con loro e con loro cantò le canzoni e le danze delle aspre tempeste. Il bambino negro non entrò nel girotondo. Uccelli e stormi volarono cantando sulle teste ricciute dei bambini e si posarono tutti intorno. Alla fine volarono i loro voli, cantarono i loro inni. ma il bimbo negro non entrò nel girotondo”, recita una poesia di G.B. Victor, che rispecchia le condizioni di vita attuali dei neri, che restano ancora difficili, tanto che i quartieri più lussuosi sono abitati dai bianchi, mentre i neri vivono nelle township, i quartieri poveri ai margini della società, formati da case popolari e baraccopoli. Il Sudafrica, chiamato anche Rainbow Nation (“nazione arcobaleno”, ovvero “abitato da persone di diversi colori”), conta sei importanti città: la capitale Johannesburg, Città del Capo,  Pretoria, Bloemfontein, Durban, Port Elizabeth.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Ho avuto la fortuna di fare un viaggio in Sudafrica, fermandomi una settimana a Città del Capo, la capitale legislativa del Sudafrica e la terza città più popolosa del Paese. Quando si arriva a Città del Capo si rimane sorprendentemente colpiti dalla bellezza del paesaggio, con le Table Mountain che svettano verso il cielo, abbracciando la città e riflettendosi nell’azzurro dell’oceano. Città del Capo fu il primo insediamento europeo del Sudafrica e porta i segni culturali e architettonici della storia del paese, dallo sbarco dei primi coloni olandesi al primo discorso di Nelson Mandela dell’era post-apartheid. Gli antichi edifici in stile cape dutch sono affiancati da moderni grattacieli e lussureggianti giardini botanici. Sono tanti i posti da visitare: il centro, detto City Bowl, il famoso molo del Victoria & Alfred Waterfront, dove fare shopping e ammirare lo strepitoso panorama, il museo marittimo e il Two Oceans Aquarium, con una vasta varietà di fauna marina dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Indiano; Adderly, la strada piu’ storica che attraversa da nord a sud la città, ricca di grandi centri commerciali. Ci sono poi lo Scratch Patch, un’esposizione di minerali e l’Imax Theatre-Cyber World che offre spettacoli hi-tech e film in 3D. Dal molo parte il Robben Island Ferry, che porta i turisti alla celebre Robben Island. Sin dalla fine del XVII secolo, l’isola fu adibita a prigione dai coloni europei. Dal 1836 al 1931 fu utilizzata come colonia per lebbrosi, e nel XX secolo divenne carcere per prigionieri politici nel periodo dell’apartheid, tra i quali ci fu Nelson Mandela. E proprio alla sua prigionia a Robben Island, Mandela ha dedicato molti capitoli dell’autobiografia “Lungo cammino verso la libertà”. Altra meta imperdibile, il giardino botanico di Kirstenbosch, situato sul lato est della Table Mountain, in cui ci sono quasi 10.000 piante, tra cui tutte le principali specie del fynbos sudafricano. Meritano una visita anche il quartiere malese Bo-Kaap, con le tipiche case colorate, Constantia, la zona più esclusiva della città, dove vivono le grandi famiglie storiche del Capo e vip come Desmond Tutu o Wilbur Smith. E’ possibile visitare anche le township, situate nella zona di Cape Flats, ma è meglio farsi accompagnare da una guida locale o acquistare uno dei vari tour, poiché è un luogo poco sicuro. Da Cape Town si possono fare delle bellissime escursioni come quella alle Table Mountain, salendo con una funivia fino alla sommità della montagna, spesso coperta da una nube, che viene chiamata “la tovaglia”. Oltre al Tafelberg, ci sono altri imponenti rilievi: Lion’s Head (“testa di leone”), Devil’s Peak (“picco del diavolo”), Twelve Apostles (“dodici apostoli”) e Signal Hill (“collina del segnale”). Ci sono tour che portano a Cape Winelands, con visita della storica città di Stellenbosch, famosa per i vigneti, alla regione semi-desertica del Grande Karoo, costellata di fiumi e canyon, o che percorrono la celebre Garden Route (“Strada dei giardini”), strada panoramica che da Città del Capo conduce fino a Port Elizabeth, attraversando splendidi posti come Hermanus, Mossel Bay, George, Wildeerness, Knysna e Plettenberg Bay che offrono la possibilità di ammirare tesori della fauna marina come barriere coralline, delfini e otarie, ma anche squali, e le balene, da luglio a dicembre, quando i cetacei si avvicinano alla baia per partorire o allattare i piccoli.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Durante il mio soggiorno a Città del Capo ho fatto due escursioni, una all’Inverdoorn Game Reserve, una riserva privata a circa due ore di strada dalla città, dove ho potuto ammirare da vicino leoni, springbok, l’animale simbolo del Sudafrica, antilopi, wildbeats, giraffe, zebre, bufali, rinoceronti, aquile, ghepardi, a bordo di una jeep. Un’esperienza incredibile. Se avete tempo a disposizione conviene prendere un volo interno con destinazione Parco Kruger, nel nord del paese, dove potrete venire a contatto con i big five (rinoceronti, leoni, bufali, leopardi e ghepardi), oltre a un’infinità di altre specie.

Questo slideshow richiede JavaScript.

L’altro tour che ho scelto è stato quello che mi ha portata al mitico Cape Point, che tradizionalmente viene considerato come il punto più a sud del continente africano e come punto di separazione tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano, anche se in realtà è Capo Agulhas. La regione attorno al Capo è una riserva naturale chiamata Cape of Good Hope Nature Reserve, costituita da circa 7700 ettari lungo 40 km di costa, ospita numerose specie di uccelli, in particolare struzzi, antilopi, gnu, facoceri e babbuini, la tipica vegetazione è costituita dal fynbos della zona del Capo. Il Capo di Buona Speranza è una spiaggia formata da ciottoli. Poco più a nordest si trova il punto più elevato di Cape Point, raggiungibile in funicolare(dal nome simbolico di Flying Dutchmen, ovvero Olandese Volante), dove c’è un grande ristorante panoramico, il Two Oceans Restaurant, e due fari, quello più antico fu attivo dal 1860 al 1919 ma, a causa della sua posizione eccessivamente elevata, risultò spesso inefficace a causa della nebbia. Siamo saliti a piedi fino al faro, un’impresa faticosa, ma quando si arriva in cima e si guarda il panorama mozzafiato, ci si perde nella bellezza della natura e si dimentica la fatica fatta. Prima di arrivare a Cape Point, abbiamo percorso la scenografica Chapman’s Peak Drive, e ci siamo fermati a Simon’s Town, una cittadina situata sulla costa orientale della Penisola del Capo, nella Provincia del Capo Occidentale. Il suo porto si affaccia sulla False Bay. Storicamente Simon’s Town è stata una base navale. Nei pressi di Simon’s Town si trova la splendida Boulders Beach, una delle spiagge più popolari della Penisola, che dal 1985 ospita una colonia di pinguini africani. E’ un’esperienza veramente emozionante venire a contatto con questi bellissimi animali, che si tuffano dalle scogliere e camminano tra le persone senza timore. E ora qualche curiosità gastronomica: i piatti tradizionali del Sudafrica sono a base di carne di pollo o tacchino, o montone stufato condito con cocco o spezie, oppure per gli stomaci forti ci sono piatti con carne di serpente delle rocce, il tutto annaffiato dai famosi vini sudafricani Sauvignon blanc, Hanepoot, Merlot, Shiraz, Pinot nero, Ruby, Tinta barocca e Pontat. Anche il pesce occupa un posto importante con piatti di crostacei, ostriche, aragoste, granchi, gamberi, conditi semplicemente con limone od uniti a fresche insalate. Il pesce di taglia medio-grande come la trota, il kingklip o lo shoek, viene accompagnato con salse speziate, cucinato alla griglia, con banane, o al cartoccio di foglie di banano. Diffusissima la tradizione del barbecue, considerato come un momento di incontro e socializzazione. Buonissimi il succo di mango e i dolci a base di cocco. Non servono vaccinazioni particolari, solo se si va nelle zone del Kruger e del Mpumalanga è consigliata la profilassi antimalaria. La moneta corrente è il rand, per fare un euro servono circa 10 rand. La vita in Sudafrica è economica, una cena a base di pesce costa all’incirca 10-15 euro. Per lo shopping consiglio la zona del Waterfront, mentre per i souvenir ci sono i mercatini.  Un ultimo sguardo all’oceano da Sea Point, una camminata in spiaggia tra migliaia di conchiglie ed è già ora di prendere il volo Emirates che mi riporta a Milano, con ancora negli occhi e nel cuore tante splendide immagini del Paese dell’Arcobaleno.

Testo e foto di Francesca Monti

Un commento

Rispondi