Intervista con Alessio Praticò, tra i protagonisti della serie di Rai 2 “Il Cacciatore”

Il 14 marzo in prima serata su Rai 2 ha preso il via “Il  Cacciatore”, serie diretta da Stefano Lodovichi e Davide Marengo (coprodotta da Cross Production e Beta Film in collaborazione con Rai Fiction), liberamente ispirata alla vera storia del magistrato Alfonso Sabella, narrata nel libro Cacciatore di Mafiosi.

Tra i protagonisti c’è Alessio Praticò, giovane stella del cinema italiano, che interpreta il ruolo di Enzo Brusca.

Classe 1986, originario di Reggio Calabria, Alessio ha recitato in moltissimi spettacoli teatrali tra cui “Fratelli di Sangue” di Axel Hellstenius, diretto da Mauro Parrinello, “Un Cappello di Paglia di Firenze” di Eugene Labiche e Marc Michel per la regia di Anna Laura Messeri e  “Sogno di Una Notte di Mezza Estate” di William Shakespeare diretto da Massimo Mesciulam, mentre al cinema ha recitato nel film “Antonia”, opera prima di Ferdinando Cito Filomarino e il protagonista maschile di “Lea” di Marco Tullio Giordana. In television ha preso parte alla serie “Solo” per la regia di Michele Alhaique e a “The Young Pope” di Paolo Sorrentino.

 

Enzo Brusca

Ciao Alessio, sei tra i protagonisti della serie di Rai 2 “Il Cacciatore” che parla di mafia ma indaga anche gli aspetti più umani dei personaggi. Tu interpreti Enzo Brusca, come ti sei preparato per affrontare questo ruolo?

“Interpretare un ruolo “da cattivo” è sempre un rischio perché si può facilmente cadere nello stereotipo. Personalmente ho cercato di indagare l’“umano” di Enzo, senza mai giudicarlo. L’attore non deve mai giudicare i personaggi che interpreta, deve invece portare avanti il suo “modus operandi”, giusto o sbagliato che sia. Il personaggio di Enzo contiene molteplici sfumature e contraddizioni che ho cercato di fare uscire di pari
passo all’evoluzione della narrazione. Fra tutte, il suo sentirsi inadeguato, col mondo che gli sta intorno, con tutto ciò che gli viene chiesto di fare, con il fratello, soprattutto, che per lui è il modello da imitare e a cui aspirare”.

Come ti sei trovato sul set?

“Mi sono trovato molto bene, in un clima familiare, sereno. Lavorare in queste condizioni, per lungo tempo, favorisce il lavoro di tutti. Da subito si sono instaurati dei bellissimi rapporti umani e di amicizia. Devo dire che eravamo, anzi siamo, una gran bella squadra che ha fatto un gran bel lavoro”.

Alessio Praticò 2

Hai preso parte a “The Young Pope” di Paolo Sorrentino e a “Solo”. Che ricordi hai di queste due esperienze?

“Sono state entrambe belle esperienze, in maniera diversa. “The Young Pope” è stata la mia prima “avventura” su un set internazionale ed è stato davvero emozionante. Soprattutto avere la possibilità di lavorare con Paolo Sorrentino, essere diretto da lui, osservare il suo lavoro. Bellissimo. In “Solo”, invece, mi trovavo per la prima volta ad affrontare una narrazione seriale, un lavoro a lungo termine. Anche lì ho incontrato
tanti professionisti che mi hanno insegnato molto. Con alcuni di loro siamo diventati anche amici”.

Come ti sei avvicinato alla recitazione e quali sono i tuoi attori di riferimento?

“Mi sono avvicinato a questo mondo da piccolino. Ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno fatto innamorare del Teatro e della recitazione. Poi dopo la laurea in Architettura, ho studiato alla Scuola del Teatro Stabile di Genova. Da lì è partito il tutto, in un’ottica direi, professionale. I miei attori di riferimento sono diversi. Ma c’è un attore, in particolare, che è per me il riferimento assoluto, a cui tendere, diciamo: Gianmaria Volontè”.

In quali progetti per il cinema o per la tv ti vedremo prossimamente?

“A maggio uscirà su Sky Atlantic, “Il Miracolo”, la serie scritta da Niccolò Ammaniti con la regia di Francesco Munzi e Lucio Pellegrini. Ne “Il Miracolo” interpreto Salvo, un giovane padre di famiglia che dovrà affrontare una prova per nulla semplice”.

a cura di Francesca Monti

credit foto copertina Alessandro Rabboni

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