Si intitola “50/50” (distribuito IRD) il terzo album di Fabio Mora e Fabio “Bronski” Ferraboschi, in arte Mora & Bronski, un viaggio musicale che si compone di 16 tracce in cui i due artisti affrontano il grande patrimonio della musica afro-americana e folk americana, alternandolo a canzoni originali. Preceduto dal singolo “Spaghetti Blues”, in radio dal 9 marzo, “50/50” vanta alcuni ospiti d’eccezione come Fabrizio Poggi all’armonica, recentemente nominato ai Grammy Awards tra i “Best Traditional Blues Album”, Deborah Kooperman alla chitarra e alla voce, Lorenz Zadro, Pietro Marcotti, Arlo Zenzani e i Bayou Moonshiners composti da Stephanie Ghizzoni e Max Lazzarin.
Rispetto ai due precedenti lavori del power duo musicale, “Naïf” del 2014 e “2” uscito nel 2016, pur mantenendo il sound caratteristico di Mora & Bronski, “50/50” presenta un sound graffiante ed essenziale, con l’aggiunta per la prima volta di inserti elettronici e percussivi. Un album che mischia il suono del Delta Blues del Mississippi a quello del Cajun della Louisiana, passando dal Country e alla Folk Music, fino alla canzone d’autore italiana e alla musica tradizionale regionale, come ad esempio quella sarda.
Abbiamo incontrato Morra & Bronski a Milano per parlare del nuovo disco.
VIDEO INTERVISTA CON MORA & BRONSKI
E’ uscito “50/50”, il vostro terzo album. Ci raccontate com’è nato?
“L’iter di lavorazione è stato il medesimo dei due precedenti capitoli. Il primo disco lo abbiamo chiamato Naif perché arriviamo da una terra di naif, l’Emilia, il secondo “2” e il terzo “50/50″ perché all’interno ci sono 16 tracce, otto cover, che si rifanno alla musica americana e un brano tradizionale sardo, e otto canzoni originali. Le influenze sono la musica afro-americana e questi colori si ritrovano anche all’interno degli inediti”.
Un disco che ci fa viaggiare dall’America all’Italia sulle note del folk, del country, del jazz…
“Sono tanti viaggi diversi, si passa da New Orleans a Mississippi, dalla Sardegna all’Italia. Buscaglione, Carosone, Modugno rappresentano la base italiana che piu’ influenza il modo di raccontare la nostra storia, mentre all’estero ci ispiriamo a Robert Johnson e Johnny Cash”.
Come sono nate le collaborazioni prestigiose presenti nel disco?
“Abbiamo la fortuna di collaborare con Lorenz Zadro e gli abbiamo esternato il nostro desiderio di lavorare con Fabrizio Poggi, tant’è che quando si è trovato in studio con noi a fine 2017 è stata una mattina magica. Un mese dopo Fabrizio era sul palco del Madison Square Garden in nomination per il Grammy, unico artista nella storia musicale italiana”.
“50/50” rappresenta un’evoluzione nel sound rispetto ai due precedenti lavori…
“La cosa strana è che quando realizziamo un disco la modalità è sempre identica, chitarra e voce, proponiamo quello che ci colpisce di piu’, facciamo una selezione e poi vestiamo il brano col nostro vestito, con l’eventuale aggiunta di sonorità particolari”.
Presenterete il disco con dei live?
“Sì, abbiamo già fatto un live che è andato molto bene e poi faremo un tour estivo”.
di Francesca Monti