SANREMO GIOVANI: INTERVISTA CON CORDIO, IN GARA CON IL BRANO “LA NOSTRA VITA”

Tra i finalisti che si esibiranno a Sanremo Giovani nella seconda serata in onda il 21 dicembre su Rai 1 condotta da Pippo Baudo e Fabio Rovazzi c’è Cordio (nome d’arte di Pierfrancesco Cordio), un giovanissimo autore e cantautore siciliano che riesce a fondere la grande storia della musica d’autore italiana con la leggerezza del pop, e che canterà “La nostra vita”, scritta, suonata ed arrangiata in collaborazione con Ermal Meta.

Cordio inizia a suonare da piccolo fino a diventare frontman e tastierista dei Bluemondo. Nel 2015 incontra Ermal Meta col quale nasce un rapporto di amicizia e di collaborazione artistica, tanto che l’anno seguente apre varie tappe del Vietato Morire Tour, facendo conoscere il suo talento ad un pubblico sempre piu’ vasto.

Ciao Pierfrancesco, quali sono le tue sensazioni a poche ore dalla tua esibizione a Sanremo Giovani?

“In questo momento sono sereno, non mi sento solo, in questi anni ho suonato tanto, conosciuto molti musicisti e ho costruito rapporti di amicizia solidi, anche con persone al di fuori della musica che mi stanno facendo compagnia pur non essendo a Sanremo con me. Mi sento protetto dal loro affetto, sto bene, poi io sono un ragazzo molto emotivo e non riesco a mascherare questo mio lato, credo che verrà fuori stasera perchè salire sul palco non è mai facile”.

Canterai il brano “La nostra vita”, una riflessione sullo scorrere del tempo. Com’è nata questa canzone?

“E’ un pezzo nato quest’estate mentre ero a Catania, dove sono nato e cresciuto, ero a casa di mio papà, stavo osservando la città e ho pensato che tante cose sono cambiate, eppure quando mi affaccio da quel balcone sembra che le mura, i negozi, le strade siano rimaste le stesse. Ho fatto quindi una riflessione sul fatto che noi in fondo siamo ospiti di un mondo che ha visto passare dinosauri, esseri umani, specie viventi. In qualche modo la nostra vita, se la guardi dall’alto, scorre velocemente, così mi sono chiesto come potesse essere impiegata per non essere sprecata, e mi sono risposto che il senso della vita è dare, non ricevere. Nel testo dico “lascia qualcosa che poi tornerà”, perchè sto sperimentando che questo concetto è vero. E’ quello che è accaduto ad esempio con Ermal Meta, in modo gratuito, senza che io fossi né suo parente né una garanzia di successo, ha deciso di donarmi la sua esperienza, la sua competenza, la sua amicizia. Ermal mi ha cresciuto musicalmente, quando scrivevo delle canzoni brutte mi spiegava perchè secondo lui non andavano bene e ho capito che se si lascia agli altri quello che si ha, nel suo caso l’esperienza e il tempo, rimane dentro una traccia molto forte della tua esistenza. Io mi ricorderò sempre di quello che ha fatto per me. Da queste considerazioni è nata la canzone”.

Ermal ti ha dato qualche consiglio in merito a Sanremo Giovani?

“Mi ha detto di non ragionare in termini di competizione, di raccontare la mia canzone. In fondo è quello che faccio, la mia non è la storia di un cantante, ma di un ragazzo che ha l’urgenza di scrivere canzoni per raccontare delle cose”.

Stai lavorando a un disco?

“Sto lavorando ad un disco, negli ultimi due anni ho scritto tanti brani confrontandomi con Ermal, siamo a metà dell’opera. Dovrebbe uscire nei primi mesi del 2019”.

Com’è nata la tua passione per la musica?

“Quando ero piccolo mia mamma ha voluto che suonassi uno strumento, come fosse una formula educativa. Inizialmente non ero molto interessato ma c’era un pianoforte in casa, è venuta un’insegnante e da quel momento non ho piu’ smesso. Ho un ricordo buffo di me: dopo la prima lezione mi sono rimesso a suonare questo pezzo per bambini e al termine mi sono inchinato. Ero da solo in salone, avevo nove anni ed ero già megalomane (ride)”.

Con quali aspettative salirai sul palco di Sanremo Giovani?

“Non ho nessuna aspettativa particolare. L’unica cosa a cui tengo davvero è raccontare bene questa canzone”.

di Francesca Monti

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