“Che vita meravigliosa” è il nuovo album di Diodato, vincitore del 70° Festival di Sanremo con il brano “Fai Rumore”, in uscita il 14 febbraio per Carosello Records.
Il nuovo lavoro racchiude 11 canzoni che raccontano un vissuto fatto di passioni e fragilità, amori, solitudini, cadute e rinascite, volgendo anche uno sguardo attento alla società, ai rapporti tra esseri umani, alle barriere invisibili che caratterizzano il nostro tempo.
Oltre al primo posto sul podio del Festival, in un’edizione che ha registrato un record di ascolti senza pari negli ultimi 18 anni, il cantautore ha ricevuto anche il Premio della Critica “Mia Martini”, il Premio della Sala Stampa Radio, Tv e Web “Lucio Dalla” e il Premio Lunezia per il valore musical-letterario di “Fai Rumore”, al primo posto nella classifica singoli di iTunes, e un video con oltre 6,1 milioni di visualizzazioni su Youtube.
Nel 2020 Diodato sarà live per la prima volta all’Alcatraz di Milano (22 aprile 2020) e all’Atlantico di Roma (29 aprile 2020) e il 16 maggio rappresenterà il nostro Paese all’Eurovision Song Contest nella città di Rotterdam.
Ma prima il cantautore pugliese presenterà l’album ai fan in due esclusivi appuntamenti instore, durante i quali si esibirà anche in acustico con chitarra e voce: sabato 15 febbraio a Milano – Feltrinelli di Piazza Piemonte, ore 18.30 e martedì 18 febbraio a Roma – Feltrinelli Appia Nuova, ore 17.00.
Abbiamo incontrato Diodato a Milano, negli uffici della Carosello Records, a pochi giorni dalla vittoria del Festival di Sanremo e parlato con lui del nuovo disco “Che vita meravigliosa” e dei prossimi impegni che lo vedranno protagonista.
Antonio, nel nuovo disco “Che vita meravigliosa” racconti le cadute e la rinascita, l’amore e il sociale. Come hai lavorato a questo progetto?
“Ho lavorato al disco in un periodo ristretto rispetto ai precedenti, con la massima libertà espressiva possibile, non mi sono posto limiti, anche musicalmente. Quindi c’è il vissuto degli ultimi due anni, ci sono tante considerazioni personali. Volevo continuare ad essere eterogeneo nelle cose che faccio e questo forse oggi comincia a darmi la libertà di poterlo fare perchè è riconoscibile anche da chi ascolta. E’ un album che arriva in un momento di esposizione mediatica molto forte e che mi rappresenta completamente”.
Hai dedicato la vittoria di Sanremo 2020 a Taranto, la tua città, che è presente anche sulla copertina del disco. Quanto la musica oggi può davvero fare rumore per cambiare la società?
“La musica può essere una grande cassa di risonanza, un amplificatore, l’ho imparato anche da Uno Maggio Taranto Libero E Pensante, questa manifestazione che abbiamo ideato e che si serve della musica per lanciare dei messaggi importanti e per mettere in risalto una situazione insostenibile, soprattutto oggi in un paese civile e sviluppato come il nostro”.
Tra le tracce del disco c’è “Solo”, cosa ci racconti a riguardo?
“Solo è un brano in cui parlo di solitudine ma anche di autolesionismo, di quel file di autodistruzione che ci portiamo dentro anche quando stiamo vivendo cose belle. E’ come se sentissimo un richiamo verso la malinconia, allora tendiamo spesso a distruggere quello che abbiamo. Sono considerazioni che appartengono al mio vissuto. Ultimamente ho imparato a stare da solo ma ho capito anche quanto a volte sia sterile la solitudine, quanto sia un terreno in cui puoi seminare poco e che le cose belle che ti succedono, se non le condividi con qualcuno, hanno un valore limitato”.
Hai già pensato a come rendere live il disco e alla performance in vista dell’Eurovision 2020?
“Sul live sto ragionando molto perchè è un disco che mi invita ad ampliare musicalmente i miei concerti e quindi i due eventi del 22 aprile all’Alcatraz di Milano e del 29 aprile all’Atlantico di Roma andranno in questa direzione. Saranno due grandi feste. E poi sto iniziando a pensare anche all’Eurovision dove cercherò di trasmettere anche visivamente ciò che “Fai rumore” rappresenta”.
di Francesca Monti
credit foto Giuseppe Gradella