Nove, come gli scudetti consecutivi conquistati dalla Juventus dal 6 maggio 2012 al 26 luglio 2020, per un totale di 3003 giorni da Campioni d’Italia.
Un’impresa da record mai riuscita a nessuna squadra nei cinque principali Campionati Europei (Serie A, Liga, Bundesliga, Premier e Ligue 1). E l’hashtag scelto per celebrare questa nuova vittoria bianconera non poteva che essere “stron9er”, cioè più forte.
Sì perchè tra i nove tricolori inanellati dalla Vecchia Signora negli ultimi nove anni quello 2019-2020 è indubbiamente il più sofferto, combattuto fino alla fine e dunque anche quello più sentito. E la Juventus è stata più forte di tutto in una stagione complicata, durata ben 11 mesi, e iniziata con l’arrivo sulla panchina bianconera di Mister Sarri. Non è mai semplice riconfermarsi ad alti livelli e non lo è stato soprattutto quest’anno in cui la capolista si è trovata a lottare con diverse agguerrite pretendenti al titolo, dalla Lazio di Simone Inzaghi all’Inter di Antonio Conte alla spumeggiante Atalanta di Gasperini, che ha segnato quasi 100 gol e che è entrata di diritto tra le “grandi”.
Non sono mancate le difficoltà e le battute d’arresto, i black out inspiegabili e gli infortuni, in particolare quelli a lungo termine di Demiral e Chiellini (unico giocatore sempre presente dall’inizio di questo ciclo vincente), a volte il gioco visto sul campo non è stato quello che i tifosi si sarebbero aspettati e forse non è stato possibile esprimere al massimo il potenziale di tutti i campioni in rosa. Indubbiamente la stagione è stata condizionata dalla pandemia che ha sconvolto il mondo e le vite di centinaia di milioni di persone, e i tre mesi di stop si sono fatti sentire alla ripresa del campionato con prestazioni altalenanti, punti gettati alle ortiche e condizioni fisiche non al meglio, tenendo anche conto del fattore porte chiuse, senza pubblico sugli spalti, che influisce a livello emotivo sui calciatori.
Nonostante tutto questo la Juventus è riuscita a cucirsi sul petto un altro tricolore, il 36° per l’albo d’oro della Lega Serie A, il 38° per il mondo bianconero. Un nuovo capitolo di una storia iniziata nel 1897, una cavalcata che ha preso il via nel 2012 con Antonio Conte in panchina, il primo anno all’Allianz Stadium, l’ultimo con il capitano Alessandro Del Piero, che ha messo la firma sul titolo con uno splendido gol su punizione contro la Lazio e ha salutato la sua Signora con un emozionante giro di campo contro l’Atalanta tra le lacrime e i cori dei tifosi.
Conte ha poi condotto i bianconeri alla conquista di altri due campionati con tanto di record di punti, 102 nel 2013-14 con Tevez grande protagonista, per poi cedere il posto di comando a Massimiliano Allegri che è riuscito a fare ancora meglio centrando ben cinque scudetti, il penultimo deciso da una rete di Higuain di testa nel big match contro l’Inter a San Siro e l’ultimo dominato dall’inizio alla fine con le magie di un campione immenso quale Cristiano Ronaldo, arrivato a Torino il 10 luglio 2018.
L’estate scorsa la dirigenza bianconera, com’è nello stile e nella mentalità Juve, ha avuto il coraggio di rimescolare le carte e di cambiare allenatore, scegliendo Sarri, che arrivava dalla conquista dell’Europa League con il Chelsea e che è riuscito a raggiungere uno degli obiettivi prefissati, conquistando il primo tricolore della sua carriera.
Uno scudetto dal sapore particolare proprio per il modo sofferto in cui è arrivato, per questo ancora più dolce. Un trionfo che non costituisce un punto di arrivo ma di inizio. Perchè come dice il Presidente Giampiero Boniperti: “Vincere non è importante ma è l’unica cosa che conta”.
di Francesca Monti
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