Serena Rossi è la protagonista di “Mina Settembre”, serie tv in dodici episodi da 50 minuti, diretti da Tiziana Aristarco, una coproduzione Rai Fiction – Italian International Film, prodotta da Fulvio e Paola Lucisano, che andrà in onda su Rai 1 da domenica 17 gennaio in prima serata.
Scritta da Fabrizio Cestaro, Doriana Leondeff, Fabrizia Midulla e Marco Videtta, è liberamente tratta dai racconti di Maurizio de Giovanni “Un giorno di Settembre a Natale” e “Un telegramma da Settembre”, editi da Sellerio.
Al fianco di Serena Rossi, un cast solido composto da Giuseppe Zeno, Giorgio Pasotti, Valentina D’Agostino, Christiane Filangieri, Nando Paone, Massimo Wertmuller, Rosalia Porcaro, Ruben Rigillo, Francesco Di Napoli, Davide Devenuto, Michele Rosiello, Susy del Giudice, Primo Reggiani e con la partecipazione di Marina Confalone, nel ruolo di Olga, la madre di Mina.
Mina Settembre è un dramedy sentimentale ambientato a Napoli, che racconta le vicende di un’assistente sociale alla continua ricerca di una soluzione ai problemi degli altri. Allo stesso tempo è anche il racconto di una donna – dal carattere deciso, ma anche dolce e fragile – che prova a rimettere in piedi la propria vita. Separatasi da poco e ancora indecisa sui suoi sentimenti, Mina è divisa tra il suo ex marito Claudio e Domenico, il nuovo ginecologo del consultorio in cui lavora. Temporaneamente ospite a casa di sua madre, algida e cinica altoborghese dalla battuta tagliente, Mina si ritrova anche a fare i conti con un mistero legato al passato di suo padre, morto da poco: chi è la donna ritratta nella foto nascosta nel suo studio? E se suo padre avesse sempre mentito, nascondendo a tutti una seconda vita? Decisa a scoprirlo, Mina si lancia in un’indagine che la porterà a confrontarsi con una verità molto più scomoda di quanto immaginasse. Tutto questo mentre corre da una parte all’altra della città per aiutare chi ha bisogno di lei supportata dalle sue amiche fidate, Irene e Titti, con cui passa momenti di svago alla fine delle sue lunghissime giornate.
Commedia, sentimento, drama e mistero sono gli ingredienti di questa serie che offre anche un affresco di Napoli e più in generale del nostro Paese, nonché dell’umanità variegata e sorprendente che la popola.
Serena Rossi interpreta Mina, un’assistente sociale in un consultorio del centro storico di Napoli, che combatte coraggiosamente ogni giorno contro ingiustizie, inciviltà e miseria. Separata da poco dal marito Claudio, quando la incontriamo è passato un anno dalla morte del suo amatissimo padre Vittorio: “E’ stato il primissimo lavoro arrivato dopo “Io sono Mia”. Questa serie è stata parte di me per quasi un anno, abbiamo iniziato la lavorazione a gennaio, poi c’è stato il covid e ci siamo dovuti fermare quindi abbiamo ricominciato le riprese. E’ stata un’esperienza molto forte per le persone che ho avuto intorno, da Tiziana Aristarco con cui è nato un rapporto di stima e amicizia al cast che mi ha aiutata e messa a mio agio. Ho cercato di creare un clima di armonia e affrontare le difficoltà con il sorriso. Con Giuseppe Zeno abbiamo vissuto 130 giorni insieme, confrontandoci su diversi argomenti tra cui il nostro ruolo di genitori, con Giorgio ci siamo fatti tante risate, Marina è stata una maestra, in silenzio e con grandissimo rispetto ho cercato di osservarla e mi ha insegnato tantissime cose ed è stato divertente intonarmi a lei tirando fuori anche la vena ironica di Mina, una donna estremamente decisa sul lavoro, che cerca di sistemare la vita degli altri andando anche contro la legge, mentre è un disastro quando deve aiutare se stessa. C’è tanto di me in questa assistente sociale, che è dinamica, moderna, è un caterpillar e non dà mai una seconda possibilità, ma fortunatamente non ho nulla a che fare con i suoi drammi famigliari. E’ un personaggio a cui ho voluto molto bene, un progetto in cui tutti hanno messo il cuore. L’esperienza del covid ci ha unito ancora di più”.
Per l’attrice girare questa serie ha rappresentato un ritorno a casa: “E’ stato un dono passare tanto tempo a Napoli, la mia città. Ho vissuto qui anche durante il lockdown e mi ha permesso di stare vicino alla mia famiglia. Con Davide Devenuto (il suo compagno) abbiamo anche lanciato l’iniziativa solidale laspesasospesa.org. Ho trovato i napoletani desiderosi e bisognosi di aiutarsi e di stare insieme. Per “Mina Settembre” Napoli è fondamentale perché a modo suo è meravigliosamente prepotente, con i suoi colori e i suoi rumori. Nel rione Sanità ad esempio ho trovato tanta solidarietà e persone che volevano aiutarci, dalla pizzeria che ci regalava le pizze a pranzo, alla signora che ci portava il caffè, è uscito il grande cuore dei napoletani. Napoli è così, ti prende il cuore e poi sei fregato”.
Artista poliedrica, Serena Rossi negli ultimi anni ha raccolto meritatamente i frutti di tanto lavoro: “La mia strada è iniziata quasi venti anni fa ed è stata caratterizzata da lavoro, impegno, serietà, integrità, passione, fatica. Ma io credo che bisogna faticare per ottenere le cose. Mi sono sempre messa in gioco, mi piace lanciarmi in sfide diverse che ogni volta mi fanno tremare le gambe, dalla conduzione al doppiaggio, dalla musica alle serie tv. Parto con l’entusiasmo alle stelle, poi a un certo punto vado in down ma alla fine vedo la luce, metto da parte la paura e l’ansia di non riuscire e cerco di trasformarla in lavoro. Essendo una mamma di un bimbo di quattro anni, Diego, la fatica maggiore è trovare un equilibrio tra casa e lavoro. La musica è stata la mia prima passione ma non credo di voler fare solo la cantante. Fortunatamente spesso ho la possibilità di interpretare personaggi che mi permettono anche di cantare. Tra i prossimi progetti c’è lo show La Canzone Segreta che andrà in onda a marzo su Rai 1 in cui sarò la padrona di casa, ci saranno sorprese e personaggi noti. E poi mi piacerebbe tanto fare nuovamente teatro”.
La regista Tiziana Aristarco ha raccontato come ha lavorato alla serie: “Tutto inizia da un lavoro lontano, un libro, un team di sceneggiatori, la ricerca di un’attrice che potrà far vivere per tutti noi Mina Settembre, la protagonista di questa nuova serie tv fino alla scelta di Serena Rossi con cui sono diventata grande amica. Lei ha una grande dote, quella di mettere tutti a proprio agio, riesce a empatizzare, ad essere positiva e non è facile. Mi ha aiutato tanto averla come protagonista e persona che mi dava una mano nella gestione del set, della troupe. I racconti di De Giovanni sono stati lavorati in maniera importante. E’ un’emozione far vivere i personaggi all’interno della sceneggiatura. Un conto è leggere un romanzo un altro fare una serie tv, ci siamo presi molte libertà consapevoli di quello che stavamo facendo. Sono partita da Mina che è una donna empatica, sempre in movimento e ho voluto raccontare anche la fatica nell’affrontare la vita quotidiana, per questo in tante scene c’è lei che cammina. Le ho fatto indossare un cappotto rosso perché fosse riconoscibile ma anche in quanto quel colore racconta la passione che mette in quello che fa. Quando sono arrivata a Napoli tutto mi è sembrato bellissimo. Il racconto mi ha permesso di andare sia nella parte più ricca e borghese della città sia nei quartieri più problematici. E’ una Napoli varia rispetto ad altre serie quella che traspare da Mina Settembre. Il cast è eccezionale, per me era importante dare credibilità sia al racconto orizzontale sia a quello verticale. Il periodo di stop è stato durissimo perché non eravamo pronti, avevamo un entusiasmo e una grande forza per andare avanti e questa interruzione di tre mesi ci ha tagliato le gambe. Quando è stato possibile ricominciare è stato faticoso riprendere i ritmi che avevamo lasciato, abbiamo dovuto tornare a rapportarci tra di noi, con le mascherine, i tamponi, i test da fare ma non è stato cambiato nulla da un punto di vista narrativo, siamo un po’ cambiati noi forse perché questo periodo ci ha insegnato molte cose. Un altro tema importante che viene affrontato è quello dell’amicizia femminile. Mina, Titti e Irene sono amiche da sempre, sono donne che si raccontano, che si aiutano, e sono fondamentali nella storia. Saremmo felicissimi di poter fare una seconda stagione della serie”.
Marina Confalone è Olga, la mamma di Mina, una donna altoborghese dalla battuta tagliente e la perfidia apparentemente radicata nella psiche. Da anni costretta da se stessa, non avendo alcuna patologia, sulla sedia a rotelle, sembra avere come unico imperativo quello di rendere impossibile la vita di sua figlia: “Mi è piaciuto molto partecipare a questa serie. Olga è un personaggio aspro, è amareggiata per la separazione di sua figlia Mina dal marito Claudio ma è solo uno dei motivi perché in realtà si sente viva solo nel contrasto con il prossimo. Non è un personaggio cattivo e nel corso delle puntate si scoprirà essere migliore di quanto si pensi. Era da tanto tempo che non recitavo in una serie tv e ho imparato molto. Il set è una zona protettissima, siamo tranquilli perché tutelati dai test che ci vengono fatti. E’ stato meraviglioso come tutto abbia funzionato e lo dobbiamo alla costanza e alla forza produttiva di questi progetti. Finite le riprese, in questo momento in cui non esco di casa, si sentono maggiormente i problemi legati alla pandemia. Guardando al futuro, ho scritto un testo che mi piacerebbe portare al Teatro Festival”.
Giuseppe Zeno dà il volto a Domenico, detto Mimmo, bello, solare, dalla battuta pronta e innamorato del suo lavoro, è il nuovo ginecologo del consultorio che fin dal primo incontro prova una fortissima attrazione per Mina, tanto da fargli dimenticare Piera, la sua compagna storica, che lavora lontano e che però nel frattempo ritorna a Napoli a sparigliare le carte: “E’ un progetto che mi ha riportato a Napoli, nella mia terra di origine, ispirato ai romanzi di De Giovanni che già conoscevo perché un’amica comune mi aveva invitato a scoprire i suoi libri. Devo ringraziare i colleghi e Tiziana Aristarco che è stata determinata nel volermi per questa serie e io con entusiasmo ho sposato la possibilità di interpretare Mimmo che ispira tenerezza e viene da un’estrazione sociale che un po’ mi appartiene. Nonostante la sua formazione medica decide di restare a lavorare nei quartieri più disagiati e prestare la sua opera. E’ lì che incontra Mina e nascono una serie di emozioni e sentimenti che vanno a raccontare l’entità dell’intera Napoli. Ogni personaggio di questa serie va a mettere il focus su una particolarità della città. Quando leggi un romanzo la visione che ogni lettore ha è singola, Tiziana è riuscita a centrare il fuoco di ogni personaggio, mi ha dato la possibilità di tornare a quella frizzantezza, a quella genuinità attoriale da cui mi ero un po’ distaccato e a quella dimensione divertente di commedia con dietro un grandissimo legame tra i personaggi. Lavorare con Serena, che trasuda vivacità artistica, è stato divertente”.
Giorgio Pasotti interpreta Claudio, elegante e algido, impeccabile nel suo completo da lavoro, è un magistrato in carriera che difficilmente lascia trapelare i propri sentimenti e che si è appena separato da sua moglie Mina dopo averla tradita: “E’ stata una serie strana, le cui riprese sono durate un anno, ma dal momento in cui è stato battuto l’ultimo ciak alla messa in onda è passato pochissimo. E’ la prima volta che giro a Napoli e con una regista donna ed è stato bellissimo. E’ anche la prima volta che lavoro con Serena che ho sempre seguito e ammirato da casa e che arriva a ricoprire ruoli da protagonista per meriti personali essendo un’attrice che è riuscita a costruire una carriera solida, mattone dopo mattone. Essendo io di Bergamo quando abbiamo girato a Napoli mi sono trovato come Totò e Peppino al contrario (sorride). Con Serena si è creato un rapporto lavorativo molto naturale e costruttivo. Claudio è un personaggio che all’inizio può sembrare antipatico perché tradisce la propria moglie e la salita che deve affrontare è ripida e difficile, ma leggendo il copione mi ha fatto molta tenerezza e simpatia e spero che questo possa arrivare al pubblico”.
di Francesca Monti
credit foto ufficio stampa Rai