Masterchef ITALIA – Il vincitore Francesco Aquila: “Sono felice che al pubblico sia arrivato quello che sono realmente, cioè una persona con valori importanti”. le dichiarazioni dei finalisti

Una finale accesissima, equilibrata e avvincente, che ha portato alla proclamazione del decimo MasterChef Italia: è Francesco Aquila il vincitore di questa edizione del cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy. Una finale premiata anche da un ottimo risultato negli ascolti: su Sky Uno/+1 e on demand, l’ultimo appuntamento di questa edizione ha conquistato  1.040.372 spettatori medi e il 3,87% di share, un dato che nonostante la messa in onda in contemporanea con il Festival di Sanremo segna un +3% rispetto alla scorsa settimana.

Francesco Aquila, 34enne cuoco amatoriale pugliese e residente in Emilia-Romagna, a Bellaria-Igea Marina, maître di sala e docente di sala, è stato proclamato dai giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli nell’epilogo di un’edizione di altissimo livello. Per il vincitore, 100mila euro in gettoni d’oro e la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette con Baldini&Castoldi.

“Non mi sono ancora ben reso conto di quello che è accaduto. Sono sempre stato molto sincero e trasparente. Sono felice che sia passato al pubblico quello che sono realmente, cioè una persona con valori importanti come la famiglia, l’amicizia, la lealtà, il fatto di credere negli obiettivi. Ho trasformato la mancanza di mia figlia in una grinta interiore che mi ha permesso di dare una svolta al mio percorso all’interno di MasterChef Italia. Ora è come se fossi su un pianeta sconosciuto, devo visitarlo e non so cosa mi aspetta, ma vorrei innanzitutto crescere professionalmente“, ha raccontato Francesco Aquila in un incontro stampa dicendo anche di aver scoperto un ingrediente che a casa non aveva mai utilizzato, l’aglio nero, e annunciando l’uscita del suo libro “My way – Zio Bricco che ricette!”, che uscirà l’11 marzo: “Non ho inserito ricette difficili perché a casa non le fai mai“.

Nel corso della finalissima, i tre finalisti hanno presentato ai tre giudici un proprio menù completo. Quello di Aquila si chiamava proprio “My Way”, che il concorrente ha raccontato così: “La vita si divide in tre tempi: il passato, il presente e il futuro. Questi, anche se apparentemente diversi, hanno una cosa in comune: il tempo, che ho da sempre cercato di non perdere, in famiglia e in amore e soprattutto nella mia realizzazione”.

Il menù del vincitore prevedeva l’antipasto “Tavola pronta”: funghi cardoncelli, stracciatella, borragine, pane, peperone crusco, origano e sfera di gazpacho pugliese; il primo “La Nina, la Pinta e la Santa Maria”, gyoza con ventresca di tonno, ‘nduja e finocchietto, con crema di patata viola, aglio nero e cime di rapa; il secondo “Finestra sul sogno n’capriata di Wagyu”, filetto di Wagyu in consistenze diverse, con fave alla vaniglia, cicoria, puntarelle, porro bruciato, germogli e fiori; il dessert “Scarcedda n’uovo”, una scarcedda – dolce pugliese tipico del periodo di Pasqua – al cocco con finto uovo di Malibù e frutti esotici. Il suo sogno, prima di entrare nella Masterclass, era quello di aprire una catena di ristoranti sfruttando le sue duplici competenze sia in cucina che in sala.

Seconda classificata Irene Volpe che ha conquistato il pubblico con la sua dolcezza e il suo essere perfezionista, ama informarsi sulla materia prima ed è appassionata di pasticceria e panificazione: in casa ha tre lieviti madre. La sua determinazione e la sua severità con se stessa l’hanno portata a soffrire di disturbi alimentari dei quali parla serenamente e con grande maturità e consapevolezza, e difatti per lei il cibo è anche una terapia.

“Il mio percorso a Masterchef sicuramente è stato intenso. Il momento più difficile è stato nella creazione del menù perché dovevo fare uscire la parte più profonda di me e incanalare in modo preciso quello che mi frulla nella testa. Mi ha aiutato il fatto di essere una designer“, ha detto Irene.

Nella finalissima ha presentato il suo “Menù fuori di testa”, che prevedeva quattro portate, senza suddivisione classica tra antipasto, primo, secondo e dolce: “Cosce di pecora”, ricotta romana fritta con “osso” di nocciole e coulis di clementine e mentuccia; “Crudo 100%”, acqua di frutti di bosco con banana, funghi, sfere di latte di cocco, dattero, massa di cacao Criollo, olio di legno di ribes nero e sale grigio Bretone; “Tripudio”, cipolla al vino rosso, za’atar e cedro candito con sfoglie all’anice e cicoria ripassata; “Pampapato”, ravioli ripieni di frutta secca, miele e uva passa, con crema di baccalà e aria all’arancia.

Sul podio anche Antonio Colasanto, distintosi sin dall’inizio per essere ambizioso e competitivo, freddo e determinato, ma anche molto preparato nel suo campo. Anche all’università ha deciso di improntare il suo percorso di studi verso il settore alimentare, studiando chimica applicata all’alimentazione.

“Molte persone mi giudicano dal mio modo di essere spensierato, e questa è stata la mia arma segreta che mi ha portato ad arrivare fino in finale perché ho instaurato un bel rapporto con tutti. Masterchef è un gioco in cui vince chi arriva alla fine, chi presenta il suo menù e non chi arriva primo in più prove singole. Mi sono divertito in ogni singola gara, ho pianto, ho riso, sono stato me stesso”, ha detto Antonio.

Il menù era intitolato “Il viaggio dentro di me”, così composto: come antipasto “My dark side”, finta seppia nera con salsa dark e di piselli; come prima portata “La domenica in Irpinia di un novarese”, un risotto mantecato all’Axridda con sugo di agnello, gelatina di melagrana, battuta di agnello, aneto e fiori di borragine; come secondo piatto “Dedicato al piccioncino di Nonna Emma”, petto e coscetta fritta di piccione con crema di patate alla salsa olandese, verdure spadellate e tartufo; e “La mia torta co’ bischeri”, mousse al cioccolato fondente con uvetta e arancia candita, gelato salato ai pinoli, brigidini, tortino morbido di crema inglese e croccante di isomalto.

Al quarto posto, il 29enne Monir. Divertente, piacione, permaloso, fumantino, con una parlata umbra irresistibile, di origine marocchina, Monir dice di sentirsi italiano «al 99,9%». Dopo il divorzio dei suoi genitori, sentendosi stretto nella sua vita, ha scelto di andare a vivere in Australia senza avvertire nessuno, ma dopo 5 anni e mezzo si è trovato costretto a rientrare a casa per via del Covid. Il suo sogno è di aprire un locale fusion Italo-marocchino in Marocco. Il suo percorso si è concluso in una prova ad altissima tensione, lo Skill Test: “Nella finale ho puntato sulle emozioni e sono felice e fiero del mio percorso.  Sono contento di come sia andata e complimenti a Francesco per la vittoria”.

di Francesca Monti

credit foto Sky

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