ERT Fondazione riapre i teatri: la programmazione di maggio e giugno

La data di oggi, 26 aprile 2021, è stata molto attesa nel mondo del teatro italiano perché è da questo momento che sarà possibile riaprire i teatri al pubblico nelle regioni in zona gialla come l’Emilia-Romagna.

 ERT Fondazione ha continuato a lavorare con gli artisti nel periodo appena trascorso e oggi comunica alla stampa e al pubblico la programmazione dei mesi di maggio e giugno 2021 che recupera alcuni degli spettacoli delle stagioni sospese e presenta le nuove produzioni, realizzate nel corso dell’ultimo anno nei teatri a porte chiuse.

Contemporaneamente, la Fondazione, in sinergia con i Comuni Soci, sta preparando un cartellone di appuntamenti estivi per le città di Modena, Vignola, Castelfranco Emilia, Bologna e Cesena.

ERT a Modena

A riaprire il Teatro Storchi di Modena da sabato 15 a domenica 23 maggio è Ana contra la muerte (Anna contro la morte), un’inedita versione italiana in prima nazionale del nuovo spettacolo di Gabriel Calderón, uno dei maggiori artisti di teatro uruguaiani che con questo lavoro consolida la sua collaborazione con ERT Fondazione.

Una madre si oppone con tutte le forze alla morte e affronta innumerevoli prove per cercare di salvare la vita di suo figlio. Una storia commovente che traspone sul palcoscenico in maniera semplice le esperienze più complesse della nostra esistenza, per riflettere su temi che risulterebbero dolorosi senza la mediazione del linguaggio teatrale.

In scena, dirette dallo stesso Calderón che firma anche la drammaturgia, Anna Gualdo e cinque attrici – Chiara Alonzo, Fonte Fantasia, Paola Francesca Frasca, Lisa Imperatore, Chiara Tomei – selezionate dal corso della Scuola Iolanda Gazzerro di ERT Perfezionamento attoriale – Manifesto/Manifesti: per una poetica dell’azione, che il regista ha condotto nel 2020 insieme al connazionale Sergio Blanco.

Da martedì 25 a domenica 30 maggio un’altra prima nazionale, Earthbound, ovvero le storie delle Camille il nuovo spettacolo di Marta Cuscunà, pluripremiata attrice e autrice, classe ’82, che con il suo lavoro sta innovando la tradizione italiana del teatro di figura.

Liberamente ispirato a Staying with the trouble di Donna Haraway (© 2016, Duke University Press), Earthbound è un monologo di fantascienza che trasforma in teatro il pensiero eco-femminista della filosofa statunitense capo-scuola della teoria cyborg.

Una piccola colonia di individui, migrati in aree danneggiate dallo sfruttamento umano, cerca di risanarle grazie alla collaborazione con partner non-umani: sono gli Earthbound, a cui sono stati impiantati i geni di creature in via d’estinzione con il duplice scopo di conservarne la specie e favorire una nuova prospettiva per l’adattamento dell’uomo con l’ambiente naturale.

In scena, gli Earthbound prendono vita grazie alle creature animatroniche progettate da Paola Villani e realizzate con l’assistente alla regia Marco Rogante: con tecniche di animazione simili a quelle cinematografiche per produrre effetti speciali ma ideate per essere attivate dal movimento dell’attrice, la scenografa costruisce i pupazzi-personaggi di questa storia ispirandosi alle opere dell’artista australiana Patricia Piccinini, che nel suo percorso di lavoro sull’iconografia d’ibridazione fra corpi umani e animali ha spesso dialogato anche con Donna Haraway.

Una co-produzione che vede l’impegno di diverse realtà italiane, fra cui Emilia Romagna Teatro Fondazione e CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG, e internazionali, come il São Luiz Teatro Municipal di Lisbona.

Dopo il debutto dello scorso ottobre al Teatro Fabbri di Vignola, arriva a Modena da giovedì 10 a domenica 13 giugno ABECEDARIO per imparare a vivere, una produzione ERT diretta da Andrea Santonastaso, artista con una carriera che si divide tra teatro, fiction, cinema, pubblicità, radio e televisione.

Ispirato a La vita per principianti. Un ABC senza tempo di Sławomir Mrożek – scrittore, drammaturgo e fumettista polacco – lo spettacolo passa in rassegna in ordine alfabetico, come un dizionario, tutti i grandi temi del genere umano: Ambizione, Cambiamento, Libertà, Progresso, Verità…

La prosa di Mrożek permette ai due attori in scena – Simone Francia e lo stesso Santonastaso – di creare una sorta di manuale per imparare a vivere senza prendersi troppo sul serio.

Ultimo spettacolo allo Storchi, da giovedì 17 a domenica 20 giugno, Romeo and Juliet Melo – Drama: il regista e attore Teodoro Bonci del Bene reinventa per Emilia Romagna Teatro Fondazione uno dei testi di William Shakespeare più amati della tradizione teatrale.

Attingendo dal mondo della musica pop, lo spettacolo racconta la dinamica del rapporto tra l’età adolescenziale e quella adulta, confrontando il mondo dei figli con quello dei genitori, un contrasto che sembra insanabile e senza epoca. Romeo e Giulietta sono infatti estranei all’odio della famiglia, non per ideologia, ma per istinto: un carattere dettato dall’età e dalla loro purezza; ne sono però allo stesso tempo vittime e ne diventano strumento.

In scena, insieme a Carolina Cangini, Jacopo Trebbi e lo stesso Teodoro Bonci del Bene, uno schermo a cui il regista affida il compito di girare un “film”, un filtro diretto tra il reale e l’apparenza: lo spettatore può così vedere con i suoi occhi la differenza fra ciò che viene proiettato sullo schermo e ciò che sta realmente accadendo dietro le telecamere.

La programmazione si apre poi ad altri luoghi della città: il Teatro Tempio ospita Io sono mia moglie di Doug Wright, il testo che il cesenate Michele Di Giacomo traduce, dirige e interpreta per ERT Fondazione. Dopo il debutto a Cesena (8- 20 giugno), lo spettacolo arriva a Modena da martedì 22 giugno a domenica 4 luglio.

Io sono mia moglie racconta la storia vera di Charlotte Von Mahlsdorf, sopravvissuta da travestito all’assalto nazista e al regime comunista a Berlino recuperando e collezionando oggetti e mobili di antiquariato dalle case degli ebrei deportati, dalle macerie delle bombe della Seconda Guerra Mondiale, dalle abitazioni confiscate dalla Stasi. Oggetti preziosi, con cui ha dato vita al Gründerzeit Museum, diventato un punto di riferimento nascosto per la comunità omosessuale di Berlino Est.

I am my own wife è un testo teatrale con una impronta da inchiesta giornalistica, premio Pulitzer per la drammaturgia nel 2004: Dough Wright ripercorre la vita della protagonista in un’ossessiva ricerca volta a comprendere chi sia davvero la persona che ha di fronte, la cui stessa esistenza rappresenta una vittoria sulla storia.

È un’eroina? O forse una spia della Stasi? Su queste domande si costruisce lo spettacolo, in un continuo gioco di maschere che lascia allo spettatore la possibilità di rispondere.

ERT a Vignola

Venerdì 7 maggio riapre il Teatro Ermanno Fabbri a Vignola con lo spettacolo-installazione Rapimento, aperto al pubblico fino a domenica 9. L’allestimento si inserisce nell’ambito di Mediatori del reale. Dramaturg fra teatri e città, il primo progetto italiano di residenze per Dramaturg per cui ERT Fondazione ha vinto il bando promosso da Ministero della Cultura e Siae con il programma Per chi crea.

Guidati da Federico Bellini, drammaturgo che dal 2002 lavora con Antonio Latella, i due Dramaturg Carlotta Pansa e Jacopo Giacomoni hanno ideato un’installazione senza attori in grado di portare sul palcoscenico il binomio teatro-tecnologia. Rapimento è un percorso pensato per un solo spettatore alla volta.

I due Dramaturg parlano attraverso la voice technology: le chiamate, i corsi e le riunioni su Zoom, lo smartphone, i social network, le chat istantanee… La tecnologia ha modificato e accelerato la nostra percezione del tempo e della durata, allontanandoci da quello più lento e rituale della scena.

La domanda al centro della drammaturgia è: perché dovrebbe mancarci il teatro? Per rispondere, Pansa e Giacomoni hanno “costretto” la loro scrittura all’interno dei 250 caratteri, quelli disponibili nella funzionalità Routine di Alexa.

Uno spettacolo diventato un classico intramontabile che, con le sue oltre 1800 repliche, è in tournée in tutto il mondo dal 1992: La lettera di Paolo Nani, maestro di teatro fisico in Italia, arriva al Teatro Fabbri da giovedì 13 a domenica 16 maggio.

Ispirato al libro dello scrittore francese Raymond Queneau Esercizi di Stile, è un piccolo e perfetto meccanismo che continua a stupire con la sua semplicità: un uomo entra in scena, si siede a un tavolo, beve un sorso di vino, contempla la foto della nonna e scrive una lettera. La imbusta, la affranca e sta per uscire quando gli viene il dubbio che nella penna non ci sia inchiostro. Constata che non ha scritto niente. Deluso, esce. Questa storia si ripete quindici volte in altrettante varianti: all’indietro, con sorprese, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo… La lettera nasce come studio sullo stile, sulla sorpresa e sul ritmo, portati all’estremo della precisione ed efficacia comica.

Da giovedì 24 a domenica 27 giugno è in prima nazionale la nuova produzione ERT Teatro d’Eccezione in Quattro Lati, spettacolo collegato al corso Perfezionamento attoriale: Microdrammi in scena della Scuola Iolanda Gazzerro di ERT affidato a Lisandro Rodríguez, co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo, Regione Emilia-Romagna.

Da novembre 2020, l’attore e regista argentino ha approfondito con gli allievi-attori le tappe che dalla composizione drammaturgica portano alla messa in scena, concentrandosi sulle metodologie di creazione di “microdrammi”. Al termine del percorso formativo, gli artisti porteranno le suggestioni, i materiali e i linguaggi sperimentati nello spettacolo Teatro d’Eccezione in Quattro Lati: una creazione collettiva in quattro microdrammi che smantella le convenzioni sceniche e dialoga con il nuovo paradigma globale che sta prendendo forma dalla pandemia.

Lo Stato d’eccezione è un regime d’emergenza che il Governo di un Paese può dichiarare in situazioni particolari. Un provvedimento provvisorio e straordinario, una forma giuridica di ciò che non può avere forma giuridica. Qual è il ruolo del teatro in questo contesto? È possibile pensare un “teatro d’eccezione”?

ERT a Castelfranco Emilia

Sabato 8 maggio a Castelfranco Emilia si conclude con una restituzione pubblica la quarta fase di Mediatori del reale con Miraggi, progetto di Fabiola Fidanza e Francesca Di Fazio, affiancate dai tutor Daria Deflorian, attrice e regista, ed Elena Di Gioia, direttrice artistica della stagione Agorà.

In alcune zone di Castelfranco Emilia prende vita un’installazione composta di specchi, ognuno decorato da un artista della regione Emilia-Romagna: un invito ai cittadini a raccontare l’altra parte, la loro metà riflessa, in forma scritta o d’immagine, o con un suono, una canzone, un breve video. Lo specchio è strumento per interrogarsi assieme, artisti e spettatori, su cosa ci sia dietro quella superficie sulla quale ci guardiamo.

A partire dalla fine d’aprile e per tutta l’estate, il Teatro Dadà di Castelfranco Emilia è chiuso al pubblico per lavori di ristrutturazione.

ERT a Bologna

A Bologna il Teatro Arena del Sole riprende la programmazione mercoledì 12 maggio con il debutto nazionale della produzione ERT con Arte e Salute Onlus, La dodicesima notte di William Shakespeare. Lo spettacolo, con la traduzione, l’adattamento e la regia di Nanni Garella e con Stefano Bicocchi in arte Vito, rimane in sala Leo de Berardinis fino a domenica 16.

Il lavoro di Nanni Garella all’interno del Dipartimento Salute Mentale di Bologna prosegue da oltre vent’anni e ha dato vita a un gruppo teatrale di attori professionisti. Alla base del progetto vi è una visione della cura psichiatrica non solo come terapia medica, ma come attenzione costante alla soggettività delle persone, per scoprirne attitudini, talenti e capacità rimaste inespresse. In questo solco si inserisce anche il nuovo spettacolo: secondo Garella infatti Shakespeare è uno dei poeti più incisivi nella nostra evoluzione antropologica, la sua intuizione dei cambiamenti si proietta sul futuro, che è il nostro presente. Ed è proprio questo il potere dell’arte, quello di riempire i vuoti.

Da domenica 16 maggio a venerdì 4 giugno prende vita il gran finale di Così sarà! La città che vogliamo, progetto di teatro partecipato, audience development, pedagogia civica e promozione territoriale promosso dal Comune di Bologna e finanziato con i fondi europei del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane (PON Metro) 2014-2020.

Venti giornate di programmazione in vari spazi di Bologna, che hanno proprio l’obiettivo di fondare una nuova città ideale, e che vedono collaborare gli enti partecipanti: Altre Velocità, Cassero LGBTI Center – Gender Bender, Kepler-452, La Baracca – Testoni Ragazzi, Teatro dell’Argine, coordinati da Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Saranno presentati al pubblico i sei progetti vincitori del bando Concorso di idee, realizzati da ragazze e ragazzi dagli 11 ai 25 anni con il tutoraggio di ogni realtà della rete.

Mercoledì 26 e giovedì 27 maggio in anteprima nazionale in sala Thierry Salmon Il Pittore burattinaio, uno spettacolo di Angela Malfitano, pensato in occasione del progetto Inventario Pozzati, omaggio all’artista Concetto Pozzati, curato da Elena Di Gioia.

La pièce, prevista in programma la scorsa stagione, va in scena con la partecipazione di Jimmy Villotti, Giuseppe Attanasio e le letture di Maurizio Cardillo e Michelle Pratizzoli. Protagonista è un’allieva, che ricostruisce il rito della comunicazione interrotta con il Maestro. Muovendosi fra le opere in proiezione e in scena, percorre i suoi straordinari ‘scritti d’artista’ come un testamento visionario che ci parla di futuro e del ruolo dell’arte oggi. Un rito teatrale d’affetto per ritrovare Pozzati, intorno all’arte e alla vita.

Dopo Ritter, Dene, Voss di Thomas Bernhard nel 2015 e Il Libro di Giobbe nel 2017, il regista e autore Pietro Babina torna a dirigere per Emilia Romagna Teatro Fondazione un suo lavoro, Alla voragine. Una riflessione su nascita e morte, su quell’attraversamento del mondo che ognuno di noi è chiamato a compiere,

nel tempo destinato. Lo spettacolo, il cui debutto era originariamente a fine aprile 2020, arriva ora sul palco della Sala Salmon in prima nazionale da martedì 8 a domenica 20 giugno. È la storia di un uomo (potrebbe anche essere una donna) per il quale è impossibile sopravvivere. Comincia così un cammino inconscio ma ostinato, una ricerca inevitabile, per completare il processo che conduce all’estinzione. Come si fosse aperta una voragine, un gorgo divoratore.

Dopo il debutto a VIE Festival 2020, lo spettacolo, coprodotto da ERT, Chi ha ucciso mio padre, dal testo di Édouard Louis, con la regia di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini e in scena Francesco Alberici, torna in una sala ERT da giovedì 17 a domenica 20 giugno.

Per la prima volta Deflorian/Tagliarini si sono affidati a un testo non scritto da loro, ma da un autore con cui condividono affinità importanti, il giovane scrittore francese Édouard Louis, considerato un vero e proprio caso letterario.

Si parla di “cosa fa la vita alla politica”, di uno sguardo non più rabbioso ma riconciliato verso i cattivi padri, si fanno i nomi dei colpevoli. Un’intimità che continuamente si apre alla Storia e al presente. Esperienza individuale e collettiva in un dialogo per voce sola.

ERT a Cesena

ENIGMA. Requiem per Pinocchio del Teatro Valdoca riapre venerdì 14 e sabato 15 maggio le porte al Teatro Bonci di Cesena, con una prima nazionale, «nell’emozione grandissima del ritorno al teatro vivo»: in due anni di gestazione la compagnia ha composto la sua opera della maturità, coprodotta da ERT Fondazione, cesellando intorno alla figura del burattino di Collodi una partitura di canto, suono dal vivo e movimento sui versi originali di Mariangela Gualtieri (anche attrice).

Cesare Ronconi dirige al centro di una scena onirica due giovani e potenti performer, capaci di segnare lo spazio e lo sguardo come poche altre, Silvia Calderoni e Chiara Bersani, mentre allarga il suo ascolto visionario a tutti gli interpreti, nella tensione che da sempre innerva la sua scrittura registica.

Come si diventa umani? Come si resta fedeli all’infanzia? Da queste domande parte la ricerca.

Un corpo di legno giace in proscenio. I suoi pezzi sono smembrati e arsi. «Pinocchio, dinoccolato, scatenato e a tratti malinconico, si sporge tutto verso di noi: sulla soglia fra vivi e morti, viene ad immunizzarci dalla paura della morte, in un tempo allarmato di conta quotidiana dei caduti» scrive la drammaturga.

Lo spettacolo è parte del progetto Disgelo dei nomi, che Teatro Valdoca e Societas hanno pensato per la città di Cesena e che si sviluppa durante il mese con JUMP!, Fisica dell’aspra comunione e l’installazione Il Terzo Reich.

Lunedì 17 maggio torna al Bonci l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena

con una delle serate monografiche dedicate ai più grandi compositori del repertorio classico: qui interpreta due opere sinfoniche ottocentesche, il Concerto per violino e la Sinfonia ‘Dal Nuovo Mondo’ del compositore ceco Antonín Dvorak, sotto la direzione di Stefano Pagliani e con il violinista lettone Ilya Grubert, in collaborazione con il Conservatorio di Salerno e Programma Erasmus+.

Marta Bichisao, danzatrice e coreografa, e Vincenzo Schino, artista visivo e regista di Opera Bianco tornano a lavorare con JUMP! sulla figura del clown, cara fin dagli esordi al loro immaginario di archetipi: in questo nuovo spettacolo il suo incessante cadere e rialzarsi è il motore della danza di tre performer in uno spazio vuoto. Mercoledì 19 e giovedì 20 maggio JUMP! debutta a Cesena.

Come continuare a camminare nonostante tutto stia crollando? Per Opera Bianco l’uomo è un clown, che danza con il movimento del mondo. «È un lavoro che affronta il problema del ritmo dell’uomo in dialogo con il ritmo del mondo» scrive. «Usiamo il clown come metafora della condizione umana. Caduta, salto, sospensione. La caduta se vista sottosopra diventa un salto, un tentativo di volo».

Domenica 30 maggio la Compagnia della Scuola di movimento ritmico Mòra basata a Cesena, diretta da Claudia Castellucci, presenta Fisica dell’aspra comunione, una partitura per sei corpi, ispirata alla vita segreta degli uccelli, un movimento che tende alla continuità come un unico respiro.

Scuola annuale per danzatori, Mòra ha come scopo lo studio e la prassi del movimento ritmico e si conclude con la costruzione di un ballo collettivo. In Fisica dell’aspra comunione il ballo percorre uno schema di movimenti dedotti da Le Catalogue d’Oiseaux che Olivier Messiaen compose per il pianoforte tra il 1956 e il 1958. Nel canto degli uccelli, ripetitivo e poliritmico, vi è una ricca consistenza di accadimenti sempre attuali, che i danzatori prendono a modello.

«Abbiamo appreso, con Messiaen, le emissioni vocali degli uccelli come serie ritmiche e tonali che si ripetono automaticamente» spiega la Castellucci. «Ciò che intendiamo imparare è il senso di permanenza nell’‘ora’, in un canto che non prospetta spiegazioni ulteriori».

Evento al Teatro Bonci e in più luoghi della città, in diversi momenti della giornata di domenica 6 giugno, Un giorno da ricordare è l’esito del progetto di teatro partecipato Ricordo al futuro, curato da ottobre 2020 a giugno 2021 dalla Compagnia permanente di ERT e realizzato in collaborazione con diverse realtà del

territorio e il coinvolgimento di scuole e cittadini: con l’obiettivo di disegnare una mappa della memoria collettiva di Cesena attraverso lo sguardo di diverse generazioni.

Un giorno da ricordare raccoglie la comunità attorno al suo Teatro e invita il pubblico a una giornata a partecipazione gratuita in cui potrà scoprire, giocando, i ricordi di tanti cesenati nei luoghi della città.

Un evento diffuso e all’aperto, dedicato a tutte le età, che inizia la mattina con attività per l’infanzia e prosegue con momenti animati e una “caccia al tesoro” nel centro storico, per poi vivere il gran finale al Teatro Bonci.

Io sono mia moglie, il testo che il cesenate Michele Di Giacomo traduce, dirige e interpreta per ERT Fondazione (da martedì 8 a domenica 20 giugno in prima nazionale al Cinema San Biagio), racconta la vera storia di Charlotte Von Mahlsdorf, sopravvissuta da travestito all’assalto nazista e al regime comunista a Berlino recuperando e collezionando oggetti e mobili di antiquariato dalle case degli ebrei deportati, dalle macerie delle bombe della Seconda Guerra Mondiale, dalle abitazioni confiscate dalla Stasi. Oggetti preziosi, con cui ha dato vita al Gründerzeit Museum, diventato un punto di riferimento nascosto per la comunità omosessuale di Berlino Est.

I am my own wife è un’indagine quasi giornalistica, premio Pulitzer nel 2004: Dough Wright ripercorre la vita della protagonista in un’ossessiva ricerca volta a comprendere chi sia davvero la persona che ha di fronte, la cui stessa esistenza rappresenta una vittoria sulla storia.

È una eroina? O forse una spia della Stasi? Su queste domande si costruisce lo spettacolo, in un continuo gioco di maschere che lascia allo spettatore la possibilità di rispondere.

Mercoledì 16 giugno al Teatro Comandini la Societas propone un’installazione di Romeo Castellucci, Il Terzo Reich: realizzazione video di Luca Mattei con i suoni di Scott Gibbons e una performance coreografica d’apertura di Gloria Dorliguzzo.

Il Terzo Reich è una rappresentazione sequenziale di tutti i sostantivi del vocabolario italiano (tradotti poi nelle diverse lingue) proiettati, uno a uno, su un mega schermo.

Lo spettatore si misura con la capacità della retina e della memoria di trattenere una parola che appare nel baleno di un ventesimo di secondo: si tratta di comprimere lo sguardo sul punto critico di fusione, poco prima della perdita dell’aggancio percettivo, nello sfarfallamento che sfugge alla netta distinzione dei singoli termini.

Il frenetico susseguirsi fa sì che alcuni di essi rimangano impressi nella corteccia visiva, altri – la maggioranza – andranno persi.

Chi guarda, esposto a questo trattamento, subisce la parola umana sotto l’aspetto della quantità: non percepisce il cosa, ma il quanto. L’affastellarsi frenetico delle parole non lascia nessuno spazio alla scelta, al discernimento. Il Terzo Reich è l’immagine di una comunicazione inculcata, obbligatoria e violenta.

INFORMAZIONI E BIGLIETTI

Nel rispetto del nuovo DL, tutti gli spettacoli nel mese di maggio hanno inizio alle ore 19.00 dal martedì al sabato e alle ore 16.00 la domenica (a Cesena ore 19.00 anche per la recita della domenica).

I biglietti, per la sola programmazione di maggio, saranno in vendita a partire da martedì 27 aprile.

Le biglietterie di tutti i teatri ERT (Teatro Storchi – Modena, Teatro Ermanno Fabbri – Vignola, Teatro Arena del Sole – Bologna e Teatro Bonci – Cesena) saranno aperte nei seguenti orari: dalle ore 10.00 alle 14.00, dal martedì al sabato.

credit foto Stefano Triggiani

 

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