“Sono 25 anni che pratico questo sport e non mi sono ancora stancata perché mi regala emozioni e poi sei a contatto con la natura, con il mare, bisogna gestire il vento, mi dà un senso di libertà essere da sola sulla barca“. Silvia Zennaro è una delle punte di diamante della Nazionale italiana di vela, nel 2016 ha partecipato alla sua prima Olimpiade a Rio e ora sta preparando i Giochi di Tokyo, dove andrà a caccia di una medaglia nel laser radial.
In questa intervista che ci ha gentilmente concesso la talentuosa velista originaria di Chioggia ci ha parlato delle sue sensazioni in vista dell’evento a cinque cerchi, di come si è avvicinata a questo sport, del successo che le ha dato maggiori soddisfazioni e del Paese in cui ha regatato che l’ha maggiormente affascinata.
Silvia, quali sono le tue sensazioni in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo?
“Sono appena tornata da una regata in Portogallo dopo sei mesi che non ci confrontavamo con le altre avversarie e dopo un inizio tremendo mi sono ripresa tanto che negli ultimi tre giorni di gara ho fatto dei piazzamenti nella top 5. Le condizioni ambientali erano abbastanza simili a quelle del Giappone, quindi ho delle buone sensazioni e delle buone speranze in vista dei Giochi”.
Quanto il lockdown dello scorso anno ha inciso sulla preparazione?
“Nel 2020 sono rimasta ferma un mese dopo che hanno posticipato le Olimpiadi, mi sono allenata a casa, ma appena hanno riaperto a maggio, abitando in una città di mare, ho ripreso ad uscire in barca. Poi a gennaio c’è stato un altro stop di un mese perché ho avuto il covid, ma durante la regata mi sono accorta che questo non ha compromesso la mia preparazione anche perché ho proseguito negli allenamenti sentendomi bene fisicamente”.
Nel 2016 hai preso parte a Rio alla tua prima Olimpiade. Che ricordo conservi?
“La prima esperienza a Rio è stata pazzesca e molto sofferta perché ho dovuto conquistare la partecipazione fino all’ultimo, infatti non si decidevano a fare il mio nome e quando è arrivata la comunicazione è stata una grandissima gioia. Ovviamente anche la seconda Olimpiade è importante ma è come se la prima fosse diversa, anche perché il contesto di questo periodo è differente rispetto a quello che poteva esserci a Rio. La cerimonia, il villaggio, lo stare insieme sono aspetti che contano, trovarsi tra atleti che magari ammiriamo in tv e sono nostri idoli ti fa comprendere l’importanza dell’evento a cui stai partecipando”.
Com’è nata la tua passione per la vela?
“Abito a Chioggia, mio papà è appassionato di vela e fin da quando avevo due anni mi portava sulla barca di famiglia. Poi piano piano mi ha fatto avvicinare a questo sport e ho iniziato con le prime regate con un Optimist, quindi sono passata all’Europa e alla fine al Laser Radial perché è una classe olimpica e volevo puntare a qualcosa di molto ambizioso”.
Quali sono le difficoltà nella conduzione di una barca laser radial rispetto a quelle di altre classi?
“E’ una barca progettata inizialmente per gli uomini e poi adattata alle donne quindi è molto fisica, serve tantissima prestanza e performance e dobbiamo mantenere anche un determinato peso. Siamo da sole e dobbiamo avere una preparazione completa a livello di forza e resistenza. Quando c’è vento forte alla fine delle regate siamo distrutte”.
Quante ore di preparazione ci sono dietro ad ogni gara?
“Mediamente faccio 3-4 ore al giorno di allenamento per 25 giorni al mese”.
Cosa ti affascina maggiormente di questo sport?
“Sono 25 anni che pratico questo sport e non mi sono ancora stancata. Ho una grande passione per la vela e soprattutto mi regala emozioni. Anche se ci sono tanti sacrifici da fare le soddisfazioni ripagano il lavoro. Inoltre è uno sport a contatto con la natura, con il mare, bisogna gestire il vento e mi dà un senso di libertà essere da sola sulla barca”.
Qual è la medaglia che finora ti ha regalato maggiori soddisfazioni?
“Nel 2017 quando ho conquistato nel Laser la Kieler Woche, una regata internazionale dove c’erano tutte le avversarie più forti, e poi il Mondiale nella classe Europa vinto nel 2011 a Gravedona”.
Qual è il Paese in cui hai gareggiato o ti sei allenata che ti ha colpito di più?
“L’Australia, ci sono stata due mesi lo scorso inverno per allenarmi quando là era estate. C’è sempre vento, c’è un’onda divertente e poi è un paese splendido da visitare”.
Qual è il tuo rapporto con Chioggia, la tua città?
“Sono orgogliosa di essere parte della storia della mia città. I miei concittadini hanno una grande ammirazione verso di me perché sono stata l’unica ad aver partecipato a un’Olimpiade e ora ad averne fatte due. Torno sempre molto volentieri a Chioggia, perché posso ricaricare le energie essendo una città non caotica e non molto grande”.
Un sogno nel cassetto…
“Sicuramente vorrei vincere una medaglia ai Giochi di Tokyo”.
di Francesca Monti
Grazie a Federica Sarcià di LGS SportLab