L’Italia ha chiuso i Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 con un bilancio fantastico di 69 medaglie (14 ori, 29 argenti e 26 bronzi) e il nono posto nel medagliere.
“Il risultato in termini di medaglie ci inorgoglisce, ma al di là di ciò voglio far risaltare che questo è il frutto di un lavoro molto duro, di sacrifici e di umiltà ed è ancora più importante perché oltre i numeri proviene da 11 discipline differenti, fermo restando che il nuoto azzurro ha rappresentato una straordinario risultato ma ci sono state anche tante altre medaglie da altre discipline. Sui risultati ci aspettavamo qualcosina che è mancato, ma siamo più che soddisfatti e consapevoli che forse a Tokyo si sta concludendo un ciclo iniziato 12 anni fa su cui abbiamo investito e creduto molto, e lo testimonia una delegazione con più del 50% di esordienti, molti dei quali andati a medaglia, ma la metà erano veterani. Parigi è fra tre anni, è giusto guardare al futuro ma bisogna rimettersi al lavoro immediatamente. Il risultato dei 100 metri femminili di atletica leggera è stato la più bella istantanea con cui chiudere una Paralimpiade straordinariamente bella. Vedere le principali testate aprire con l’immagine delle nostre atlete mi ha fatto dare un pizzicotto per vedere se fosse vero o se stessi sognando, ma l’attimo dopo è prevalsa la razionalità e con orgoglio dico che noi abbiamo lavorato per questo. Ho ricevuto messaggi da persone che non conosco, mia madre che ha 86 anni è stata la nostra prima tifosa: siamo contagiosi, e questo contagio positivo mi auguro non si spenga con lo spegnimento della fiaccola. Su questa fiaccola bisogna costruire un’Italia migliore: nel nostro Paese ci sono 3 milioni di disabili, togliendo gli anziani abbiamo più di 1 milione di ragazzi da intercettare. Tutto quello che abbiamo fatto a Tokyo mi auguro aiuti a tenere alti i riflettori sui percorsi di politica sportiva e sociale necessari per fare in modo che tra tot anni la nostra delegazione non sarà di 113 atleti, ma magari di 300 o 350. Aggiungo che la 70esima medaglia è stata rappresentata dall’attenzione della stampa e di tanti ragazzi che ci stanno scrivendo perché vogliono emulare i loro campioni. Ciascuno di noi riceve dallo sport e poi tenta di restituire agli altri, soprattutto ai più giovani. Con Ambra Sabatini, che si è ispirata a Martina Caironi e Monica Contrafatto così come loro si sono ispirate a lei, ha vinto la famiglia paralimpica che ha compreso che bisogna restituire ed essere partecipi tutti dello stesso obiettivo”, ha dichiarato il Presidente del Cip Luca Pancalli.
“È stata un’esperienza arricchente da tutti i punti di vista, sul piano organizzativo è stata una spedizione molto complessa e forse la sorpresa più grande per me è stata il Villaggio, perché eravamo abituati a un’atmosfera diversa, amichevole e gioiosa e, invece, ci siamo trovati di fronte una realtà decisamente più cupa, come forse era legittimo e giusto che fosse. Ma, nonostante questo e le numerosissime prescrizioni e adempimenti quotidiani, è stato tutto preso con il sorriso e questo mi ha molto colpito. Da parte mia faccio i complimenti al Comitato organizzatore, che è riuscito a portare a casa un evento di una complessità unica nel miglior modo possibile e pagando uno scotto molto alto rispetto alla possibilità di manovra, ma era giusto che fosse così. Complimenti anche per la gestione dei contagi all’interno del villaggio, che sono stati molto contenuti e hanno riguardato il personale esterno e un paio di atleti: tanto di cappello a chi ha organizzato”, ha concluso Juri Stara, segretario generale del Cip.
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