“Il mio personaggio ha accettato questa sua nuova condizione, questa sua nuova vita, ma viene subito messo di fronte a delle grosse difficoltà e ad alcune scelte, una su tutte difendere il gruppo e fare in modo che rimanga unito”. Luca Argentero torna a vestire i panni del dottor Andrea Fanti nella seconda stagione di “Doc – Nelle tue mani”, in onda su Rai 1 da giovedì 13 gennaio, prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction e ispirata alla vera storia del dottor Pierdante Piccioni (raccontata nei libri “Meno dodici” e “Pronto Soccorso”, edito da Mondadori).
All’inizio della nuova stagione, che si compone di otto serate, lo ritroviamo in procinto di affrontare insieme ai suoi colleghi l’emergenza Covid, ma senza indugiare sulla fase critica. L’obiettivo sarà, piuttosto, il ritorno alla normalità dopo la fine della pandemia.
In questa video intervista Luca Argentero ci ha raccontato di avere grandi assonanze con il suo personaggio e parlato dell’importanza di fare squadra soprattutto in questo periodo.
Luca, abbiamo lasciato Andrea Fanti dopo che aveva ripreso in mano la sua vita e sentimentalmente era conteso tra Agnese e Giulia. Come lo ritroviamo nella seconda stagione della serie?
“Lo ritroviamo dove l’abbiamo lasciato, ha accettato questa sua nuova condizione, questa sua nuova vita, ma viene subito messo di fronte a delle grosse difficoltà e ad alcune scelte, una su tutte difendere il gruppo, andare un po’ oltre la questione sentimentale e fare in modo che questa squadra che ha dimostrato di funzionare bene rimanga unita. E’ il primo di una lunga serie di obiettivi che scoprirete man mano che la storia andrà avanti”.
Cosa ha aggiunto nel tuo percorso umano e professionale il personaggio di Andrea Fanti?
“Da un punto di vista professionale è un’enorme sfida, in quanto non mi ero mai confrontato con la lunghissima serialità e mi ha insegnato delle cose nuove, come mantenere alta la concentrazione per tanti mesi, trovare un metodo di studio e di lavoro che ti permetta di andare sul set per 131 giorni di riprese e rimanere costanti nel rendimento, anche perché i personaggi arrivano, passano e se ne vanno mentre io sono presente tutti i giorni a tirare avanti la carretta (sorride). Da un punto di vista umano Andrea Fanti è un personaggio che per la prima volta ha grandi assonanze con me, al di fuori di questo lavoro. Infatti mi sento particolarmente adatto nell’avere a che fare con le persone, per questo ho scelto il mestiere di attore, e cerco di creare vicinanza e squadra attorno a me. Quindi forse ci stiamo accompagnando vicendevolmente nella nostra crescita”.
Andrea Fanti afferma “questo reparto è la nostra famiglia e dobbiamo difenderlo”. Quanto è importante fare squadra oggi, non solo sul lavoro ma anche nella vita, soprattutto in un periodo come quello che viviamo e in una società sempre più individualista?
“E’ fondamentale, penso sia l’unica speranza per uscire da questo periodo, qualsiasi sia l’ambito a cui vogliamo applicare questo teorema, che si tratti della famiglia, del lavoro o della società in generale. Noi non raccontiamo la storia di Doc ma di una squadra ed è solo grazie ad essa se Andrea riesce a combinare qualcosa di positivo, altrimenti da solo è estremamente fallibile e sbaglia un sacco di volte. Il suo team gli permette invece di rendere quegli errori un’occasione per migliorare, per crescere e per risolvere i problemi”.
E’ una serie che parla di rinascita ma anche di cambiamento. Che rapporto hai con quest’ultimo?
“Ottimo, non mi sono mai seduto su una condizione precostituita, la vita di un attore è di fatto basata sul cambiamento, non di ruolo, ma di città in cui vivi, di orari, di persone che frequenti e con cui lavori, è la base per accettare di fare questo mestiere. Certo è che con la famiglia che si è allargata devo trovare un equilibrio diverso e sto riflettendo sul fatto che ho bisogno di qualche piccolo caposaldo in più per organizzarmi meglio rispetto a prima, quando ero più libero”.
di Francesca Monti
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Grazie a Serena Bernardelli, Lucrezia Viti, Cecilia Del Vecchio, Gianni Galli