Intervista con Massimo Reale, nel cast della prima puntata della serie “Màkari 2”: “E’ stato un grande piacere lavorare di nuovo con il regista Michele Soavi”

Lunedì 7 febbraio in prima serata su Rai 1 prende il via la seconda stagione della serie di successo “Màkari”, tratta dalle opere di Gaetano Savatteri (Sellerio Editore), per la regia di Michele Soavi, prodotta da Palomar in collaborazione con Rai Fiction, che vede il talentuoso e trasversale attore Massimo Reale nei panni di Antonio Moncada nel primo episodio dal titolo “Il delitto di Kolymbetra”.

Ad Agrigento viene ritrovato il cadavere del Professor Demetrio Alù (Ennio Coltorti), grande archeologo e massimo esperto dei Templi, che Saverio Lamanna (Claudio Gioè) e Peppe Piccionello (Domenico Centamore) avevano conosciuto in quei giorni. Saverio capisce subito che il movente del delitto ha a che fare con il responso che avrebbe dovuto dare Alù circa il più grande mistero della Valle: dove si trovino i resti del Teatro Antico di Agrigento. Mistero dal quale adesso dipendono interessi enormi. Saverio si troverà a dover dipanare la matassa intricata dell’omicidio, ma anche la trama delle passioni e delle tensioni dei personaggi che vi ruotano attorno.

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Massimo, stasera ti vedremo nella prima puntata della seconda stagione della serie “Màkari”. Cosa puoi anticiparci riguardo il tuo personaggio, Antonio Moncada?

“La mia è una partecipazione all’interno di un giallo che si snoda in ambito universitario, con la ricerca dell’assassino di un importante docente e si svolge nella Valle dei Templi, in provincia di Agrigento, che è un posto fantastico, di una bellezza straordinaria. E’ stata anche l’occasione per rivedere la Sicilia, dove di solito vado in estate per le tournée teatrali, scoprendo aspetti nuovi e interessanti. Si comincia da questo delitto per dare il via alla seconda stagione di una serie di successo, con un attore straordinario come Claudio Gioè che conosco da tempo, che stimo e che è stato un piacere ritrovare sul set di “Màkari 2″”.

La regia della serie è affidata a Michele Soavi, che ti aveva già diretto in “Rocco Schiavone”…

“E’ stato un piacere lavorare di nuovo con Soavi, che è stato l’ideatore e il regista di “Rocco Schiavone”. Si è formato alla scuola dei grandi, essendo stato aiuto-regista di Dario Argento e ha una lunga carriera alle spalle e questo traspare nella direzione, quando muove la macchina da presa e dalla cura dell’immagine. Inoltre è sempre in grado di dire una parola garbata a un attore che sta cercando il modo migliore per fare una scena ma anche di sdrammatizzare. E’ un onore lavorare con registi come lui”.

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Cosa ti lascia questa esperienza?

“Mi ha dato l’opportunità di lavorare con grandi professionisti girando una serie per Rai 1. Ho preso parte recentemente anche a “Le indagini di Lolita Lobosco” e lavorare in prodotti di punta è sempre stimolante. E poi è stato gratificante recitare con Gioè, Coltorti e Filippo Luna che sono attori eccellenti”.

“Màkari 2” è tratta dai libri di Gaetano Savatteri. Avevi già avuto modo di leggerli prima di prendere parte alla serie?

“Sì, ho avuto modo di leggere alcuni suoi libri. Sono un grande fan dei giallisti italiani. Mi sembra che l’adattamento televisivo sia molto riuscito e restituisce l’atmosfera del libro, con questa modalità di raccontare le storie con leggerezza ma anche drammaticità perché si tratta di un crime”.

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E’ una serie che racconta le fragilità e le miserie degli esseri umani…

“Credo che sia uno degli elementi importanti della serie e che gli attori siano determinanti per il prodotto finale. Pian piano si sta superando il modello dei supereroi. Anche Rocco Schiavone è un uomo pieno di difetti. Sono personaggi estremamente moderni, non più favolistici e questo nasce anche dal fatto che c’è un’offerta sulle piattaforme con cui devi fare i conti”.

Sei iscritto all’Ordine degli psicologi, quanto la psicologia è di aiuto nella costruzione dei personaggi che vai ad interpretare? 

“Sicuramente mi aiuta a conoscere innanzitutto me stesso e a capire quale parte di me possa servire a quel determinato personaggio e in cosa gli assomiglio”.

In quali progetti sarai prossimamente impegnato?

“Gireremo le nuove puntate di “Rocco Schiavone” e poi ho in programma uno spettacolo teatrale del drammaturgo Sergio Pierattini, un testo molto interessante sulla menzogna, a proposito di psicologia, che viene esplorata attraverso la metafora”.

I teatri sono finalmente tornati ad avere le sale a capienza completa, quale pensi potrà essere il futuro dopo la pandemia?

“Ho terminato da pochi giorni di recitare nello spettacolo “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie e l’ultima settimana c’era il teatro sempre pieno con il sold out per la replica finale. E’ stata una gioia immensa. Credo ci sia una grande voglia di teatro, si tratta di lavorare sulla qualità dell’offerta, ma le persone hanno bisogno di incontrarsi di nuovo di fronte agli attori e di ascoltare quello che hanno da dire. E’ mancato molto in questo biennio di pandemia il contatto con il pubblico, che è fondamentale. Ora guardiamo avanti con ottimismo”.

di Francesca Monti

Grazie a Stefania Lupi

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