A “CONTROCORRENTE – PRIMA SERATA” IL SINDACO DI MARIUPOL VADYM BOICHENKO: «MARIUPOL È DIVENTATA UNA CITTÀ MODERNA ED EUROPEA: L’HANNO DISTRUTTA PERCHÉ NESSUNO VEDA I CAMBIAMENTI IN POSITIVO CHE CI SONO»

«Perché insistiamo con il termine genocidio? Oggi abbiamo diverse testimonianze dei crimini che ha fatto la federazione russa sul territorio della nostra città». Queste le parole del sindaco di Mariupol Vadym Boichenko, intervistato in esclusiva da Veronica Gentili stasera, in prima serata, su Retequattro, nel corso della puntata di “Controcorrente – Prima Serata”.

A seguire le dichiarazioni rilasciate:

Veronica Gentili: «Sindaco buonasera, voglio chiederle innanzitutto come sta qual è la situazione ma le chiedo anche per fugare qualsiasi dubbio dove si trova, perché c’è chi ha detto “il sindaco è sfuggito, il sindaco è lontano dalla città o l’ha abbandonata”?»

Vadym Boichenko: «Abbiamo sentito molte cose che diffonde la propaganda russa per disorientare la nostra città e i nostri cittadini di Mariupol; oggi lavoriamo con l’amministrazione militare con un solo obiettivo, avere la possibilità oggi di liberare da questo assedio, da questa occupazione i nostri cittadini, il 90% della città che è distrutta e il 60% sono i risultati dell’artiglieria del nemico che ha distrutto le nostre vite, il 40% delle abitazioni non potranno più essere ricostruite e purtroppo dobbiamo aggiungerci anche il genocidio perpetrato dalla Federazione russa sulla nostra città di Mariupol. Più di ventimila persone sono state uccise.»

Veronica Gentili: «Sindaco, visto che ha usato la parola genocidio glielo chiedo subito: voi continuate a insistere nell’utilizzo di questa espressione, c’è tornato anche ieri Zelensky dicendo a Macron “voglio farvi vedere che qui è stato un genocidio”, è una parola che qualcuno non si sente di sposare perché ci vorrà del tempo per accertarlo. Perché voi insistete così su questa parola?

Vadym Boichenko: «Oggi abbiamo diverse testimonianze dei crimini che ha fatto la federazione russa sul territorio della nostra città. Ecco perché oggi vorrei rivolgermi a Papa Francesco affinché lui si ponga l’obbiettivo, che coincide con il nostro, di salvare la nostra fede, i nostri cittadini, che chiedono alla comunità internazionale di ottenere la possibilità di lasciare questa città nell’assedio. Chiedo a tutti di unirsi per garantire la loro salvezza.» 

Veronica Gentili: «Sindaco io le voglio chiedere adesso quanti sono ancora gli uomini, se lei ne ha cognizione, che stanno resistendo? Quanto del reggimento è rimasto ancora? Quanta possibilità c’è che riusciate a continuare a resistere?».

Vadym Boichenko: «Il numero delle forze che oggi abbiamo ovviamente è molte volte inferiore rispetto ai nemici che attaccano la città ma i nostri coraggiosi ragazzi delle forze armate, la trentaseiesima brigata della Fanteria Marina e anche il reggimento, fanno di tutto per difendere la città».

Veronica Gentili: «Voi avete detto di aver bisogno di più armi. Voi pensate che con più armi potreste continuare a resistere?».

Vadym Boichenko: «Noi abbiamo bisogno delle armi di difesa e anche delle armi che possano aiutarci a liberare la nostra terra, la città di Mariupol. Quante città devono ancora essere distrutte affinché il mondo intero capisca che questo nemico non si fermerà mai sulla frontiera del nostro Paese?».

Veronica Gentili: «Mariupol è una città controversa per molti, perché la Russia punta molto sulla presenza del Battaglione Azov e in qualche modo la prende come simbolo di quella denazificazione di cui aveva parlato. Secondo lei, questo è il punto centrale per cui si accaniscono così su questa città?».

Vadym Boichenko: «Noi pensiamo che oggi i nemici sono offesi di non aver preso la città, neanche nel 2014 sono riusciti. Per cui, oggi, il loro desiderio di prendere la rivincita è la prima cosa e la seconda è che il Donetsk occupato in questi 8 anni non ha vissuto nessun cambiamento, mentre la città di Mariupol è diventata una città moderna ed europea. E oggi l’hanno distrutta perché nessuno veda quei cambiamenti in positivo che ci sono stati nella città».

Veronica Gentili: «La offende l’accusa di legami con il neonazismo?».

Vadym Boichenko: «Oggi quando noi parliamo in ucraino, negli occhi di queste persone che sentono la nostra lingua, ci vedono già come nazisti. La maggior parte degli ucraini parla in ucraino. Sono fiero di essere ucraino. Oggi mio figlio difende il mio Stato. Lui è ufficiale delle forze armate e lui è di nazionalità ucraina. E se un’unità militare si chiama Azov è perché si trova sul mar d’Azov, sono militari di professione, professionisti che difendono la nostra terra. Tutta quella storia che viene difesa da Putin è una bugia che, a partire dal 2014, hanno diffuso tra i cittadini russi perché si doveva giustificare e spiegare perché viene fatto tutto questo alla nazione ucraina».

Veronica Gentili: «I russi sono arrivati a darle del disertore, dicendo che aveva abbandonato la città. Voglio che lei risponda da me questa sera a chi le rivolge questa accusa».

Vadym Boichenko: «Sin dai primi giorni della guerra sono rimasto in città per quanto è stato possibile affinché la città potesse avere l’amministrazione. Oggi io faccio tutti i compiti di persona e gestisco le operazioni necessarie»

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