Intervista con Flavio Insinna: “Dovremmo imparare a guardare il mondo senza avere paura dell’altro”

Flavio Insinna è indubbiamente uno dei conduttori televisivi più amati dal pubblico e da ottobre sarà per la quinta stagione al timone de “L’Eredità” su Rai 1, ma è anche un apprezzato attore che abbiamo recentemente visto in “Don Matteo 13” e nel film “A muso duro” nel ruolo del Professor Antonio Maglio.

In occasione della presentazione a Milano dei palinsesti Rai 2022/2023 abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con Flavio Insinna, che ringraziamo per la consueta disponibilità e simpatia, parlando anche del suo libro “Il gatto del Papa” (Rai Libri), una storia che con tenerezza e ironia lancia un messaggio di fratellanza e condivisione, in cui la figura del pontefice, da massima icona spirituale diventa la rappresentazione di tutti noi quando, presi dalle nostre esistenze e dal nostro individualismo, smarriamo la rotta per restare umani.

Flavio, nella prossima stagione la ritroveremo su Rai 1 sempre al timone de “L’Eredità”, con lo stesso entusiasmo dopo tanti anni. Qual è il segreto del successo di questo programma?

“Come prima cosa devo dire un grazie gigantesco al pubblico in quanto abbiamo vissuto la ventesima stagione de L’Eredità avvolti da un affetto crescente e non è scontato, perché è vero che ormai è un classico della tv ma te lo devi anche meritare. Abbiamo visto che ci seguono tante fasce d’età, dai bambini ai nonni, e cerchiamo di fare una piccola divulgazione ma anche di regalare un sorriso. Poi abbiamo una grande fortuna: ogni sera arrivano le storie delle concorrenti e dei concorrenti che sono persone che studiano, che lavorano, che hanno dei sogni e partecipano al game show nella speranza di vincere il montepremi per realizzarli. C’è la vita vera e l’intrattenimento in questo programma”.

Quali saranno le novità della prossima stagione?

“Siamo già al lavoro ma al momento posso solo dire che ci sarà un mix di tradizione, continuità e qualche sorpresa. Come le squadre che vanno in ritiro anche noi siamo una specie di famiglia che si prepara sperando che nella prossima stagione ci siano lo stesso affetto e la stessa attenzione di quella appena conclusa, che è testimoniata dalle lettere che arrivano in redazione e dai disegni dei più piccoli”.

A MUSO DURO - Flavio Insinna 943A0164

A proposito di divulgazione, recentemente è stato protagonista del film “A muso duro” nei panni del Professor Antonio Maglio, l’inventore dei Giochi Paralimpici. Una storia che andava raccontata, che ci insegna l’importanza dell’inclusione e che non bisogna avere paura della “diversità” perchè è un valore aggiunto…

“Tra le tante fortune della mia vita c’è anche il fatto che mio papà è stato per diversi anni un medico all’istituto Santa Lucia dove il Professor Maglio ha davvero stravolto il concetto di disabilità, dell’approccio verso di essa, e di come prendersi cura del paziente. Nella storia che abbiamo raccontato su Rai 1 l’apice è l’invenzione delle Paralimpiadi ma per arrivare a quello c’è un percorso straordinario che è stato narrato in parte nel film. Mi piace sottolineare la frase che chiude la pellicola: “tantissimo è stato fatto e tantissimo ancora c’è da fare” e soprattutto “il mondo cambia anche nel nostro piccolo se cominciamo a guardare le cose in un’altra maniera, se cambiamo il modo di affrontarle, di dare una mano”. Neanche a farlo apposta mentre andava in onda “A muso duro” che è stato seguito con grande affetto dai telespettatori, le squadre di basket in carrozzina del Santa Lucia hanno vinto i loro campionati e ora sono pronte a ripartire per una nuova stagione. Nello sport come nella vita fa bene perdere perchè ti forma, ma anche vincere perchè ti dà entusiasmo”.

Cosa le ha lasciato questo personaggio?

“Devo ringraziare Rai Fiction che mi ha dato la possibilità di interpretare una persona straordinaria come il professor Maglio, non sono riuscito a fare il medico nella realtà ma è stato un regalo diventarlo nella fiction, perchè quello della disabilità è un mondo in cui sono entrato fin da bambino. Infatti mio papà circa cinquanta anni fa mi ha fatto un regalo e un pomeriggio mi ha portato a vedere una partita di basket in carrozzina e lì è cambiata la mia vita e ora sono nello staff delle due squadre del Santa Lucia. Papà mi ha permesso di guardare il mondo come deve essere guardato, cioè senza avere paura dell’altro, perché nessuno può definire il concetto di normalità o diversamente abile. Se ci separiamo in piccole isole e ognuno sta nei propri recinti non andremo mai da nessuna parte”.

gatto

Ha pubblicato il libro “Il gatto del Papa”, com’è nata l’idea di questa bellissima storia?

“Questa mia favoletta sonnecchiava da tempo nel cassetto, come fanno i gatti che ho adottato anni fa con mia sorella e mia mamma. Rai Libri mi ha lanciato questa sfida, ho raccontato la storia ed è piaciuta, così l’abbiamo perfezionata e limata. Non mi andava di scrivere un libro come se fosse un lavoro, già sono fortunato avendo la possibilità di recitare nelle serie tv come “Don Matteo”, di fare il giudice a “Il cantante mascherato”, di condurre “L’Eredità”, quindi avendo grande stima per il dottor Strada ho voluto destinare ad Emergency i proventi delle vendite che stanno andando benissimo. Mai come in questo momento sappiamo quanto sia importante la vita rispetto alla violenza, alla guerra, alla follia dell’uomo. Come diceva Gino Strada “se non butteremo la guerra fuori dalla storia dell’umanità sarà la guerra a buttare fuori l’uomo”. Oggi siamo a un bivio. Io nel mio piccolo vado in giro con il mio libro “Il gatto del Papa” a raccontare questa storia”.

di Francesca Monti

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