Intervista con Antonella Ferrari, nel cast del film “Dante”: “Debuttare sul grande schermo diretta da Pupi Avati è stata una grande emozione”

“Il film è veramente poetico come lo erano le parole di Dante, è drammaticamente autentico, commovente, ti permette di vedere il Sommo Poeta in un modo diverso, di scoprirne un’altra faccia, nonché la sua umanità”. Antonella Ferrari è tornata a lavorare con il maestro Pupi Avati a distanza di nove anni dalla serie tv “Un matrimonio”. La bravissima ed eclettica attrice è infatti nel cast della pellicola “Dante”, nelle sale italiane dal 29 settembre per 01 Distribution, in cui interpreta la mamma di Violante, la donna che ha dato un figlio a Giovanni Boccaccio, impersonato da Sergio Castellitto.

Un ruolo molto intenso, che le è rimasto nel cuore, come Antonella Ferrari ci ha raccontato in questa piacevole chiacchierata, in cui ci ha parlato anche dei ricordi legati alla serata in cui ha festeggiato i suoi primi venti anni di carriera al Festival di Sanremo 2021, dei sogni di partecipare come attrice alla Mostra del Cinema di Venezia e di lanciare una sua linea di stampelle colorate, ma anche dei pregiudizi che purtroppo ancora esistono in Italia nei confronti delle persone con disabilità.

Antonella Ferrari - Dante

Antonella Ferrari ed Elisa Pierdominici in “Dante”

Antonella, è nel cast del film “Dante”, diretto da Pupi Avati. Com’è stato tornare a lavorare con lui dopo l’esperienza nella serie “Un Matrimonio”?

“Nella serie “Un matrimonio” ero tra i protagonisti quindi è stato un lavoro molto più lungo e intenso, inoltre era la prima volta che avevo modo di lavorare con Pupi Avati, perciò ho provato un’emozione fortissima. Tornare sul set, anche se con una piccola parte, nel film “Dante” ed essere di nuovo diretta da lui è stato bellissimo perchè ti sembra di avere a che fare con il cinema in persona. Poi è stato il mio debutto sul grande schermo, quindi ero attentissima a quello che mi diceva di fare Pupi Avati, che è molto presente con gli attori, dà indicazioni precise, è puntiglioso, ogni volta ti insegna cose nuove e sembra di frequentare una scuola di cinema di cinque anni”.

Nel film interpreta la mamma di Violante (Elisa Pierdominici), la donna che ha dato una figlia a Boccaccio…

“Non avevo mai recitato in costume e interpretare una donna povera, dell’epoca di Dante, che ha dato una figlia a Boccaccio, disposta a tutto pur di andare avanti, addirittura a vendere la propria bambina, quindi spietatamente disperata, è stato molto bello”.

Diceva poco fa che lavorare con Pupi Avati è una grande scuola. Qual è l’insegnamento più importante che le ha trasmesso?

“Sicuramente l’umiltà e il rigore, nel senso che sul set con Pupi Avati si è tutti molto concentrati, si cerca di entrare completamente nel proprio personaggio, e lui ti insegna come riuscirci e ad essere umile in questo mestiere, che devi fare anche con grande attenzione e dedizione”.

310302661_10228465077355614_1256335075236616768_n

Antonella Ferrari in “Dante”

Il film è ambientato nel 1300. Cosa l’ha maggiormente affascinata di questa storia che ci mostra un Dante inedito? 

“Il film è veramente poetico come lo erano le parole di Dante, è drammaticamente autentico, commovente, ti permette di vedere il Sommo Poeta in un modo diverso, di scoprirne un’altra faccia, nonché la sua umanità, il suo amore per Beatrice, la sua genuinità. Tutti aspetti che non abbiamo studiato sui libri di scuola”.

Quello di “Dante” è un cast corale con grandi interpreti a cominciare da Sergio Castellitto. Com’è stato recitare insieme? 

“Le scene che mi riguardavano erano girate con Sergio Castellitto, con cui non avevo mai lavorato prima ed è stato bellissimo, mi ha dato consigli importanti. E’ un film corale dove ci sono tantissimi camei di qualità. Essendo un viaggio Boccaccio incontra molte persone, tra cui alcuni personaggi interpretati da artisti del calibro di Milena Vukotic, Alessandro Haber, Gianni Cavina, che recitano magari solo due o tre scene ma sono talmente intense che ti rimangono nel cuore. Anch’io ho fatto un cameo, spero di qualità. I protagonisti sono Castellitto che interpreta Boccaccio e i due attori che impersonano Dante da giovane e da grande, quindi Alessandro Sperduti e Giulio Pizzirani, il resto del cast è un inno all’amore per il Sommo Poeta. Mi è piaciuta molto l’umiltà con cui i grandi artisti si sono prestati per affetto nei confronti di Pupi Avati, che è quello che ci lega. Quando lui ci chiama corriamo sul set, che sia per una o dieci scene, perchè sappiamo che tutto ciò che fa è di qualità”.

Ha citato poco fa Gianni Cavina, purtroppo scomparso recentemente, che in “Dante” ha fatto la sua ultima apparizione. Ha avuto modo di incontrarlo sul set?

“Il film è dedicato proprio a Gianni Cavina. Non eravamo sul set insieme e non ho avuto modo di incontrarlo e mi è dispiaciuto perchè come attore mi piaceva molto. Tutti gli artisti che lavorano con Avati hanno delle caratteristiche comuni, sono persone umili, attente, scrupolose, quindi già il fatto che abbia preso parte a tanti suoi lavori fa aumentare la stima nei suoi confronti. Cavina era veramente un grande artista”.

Antonella Ferrari 2low - crediti foto Paolo Siccardi

Antonella Ferrari con Amadeus al Festival di Sanremo 2021 – credit foto Paolo Siccardi

Ha festeggiato i suoi primi venti anni di carriera al Festival di Sanremo nel 2021. Che ricordo conserva di quella serata speciale?

“Ho un ricordo magnifico. Io avevo due grandi sogni: calcare il palco del Festival di Sanremo e andare alla Mostra del Cinema di Venezia come attrice. Uno l’ho realizzato. Quando Amadeus mi ha telefonato per propormi di partecipare a Sanremo 2021 ho fatto i salti di gioia dentro di me perchè non riesco a saltare. Trovarmi lì di fronte ad un pubblico vastissimo è stato pazzesco. Mi hanno poi detto che la mia performance è stata vista da 11 milioni di telespettatori, ed è stato uno dei picchi di ascolto della serata. E’ stata un’emozione incredibile. Mi tremavano le gambe, come un’attrice alle prime armi, ero assolutamente terrorizzata ma mi sono consolata quando ho sentito che i cantanti, anche quelli con grande esperienza, ogni volta che salgono sul palco dell’Ariston provano quella stessa sensazione. E’ stato come entrare in un vortice, perchè era l’anno in cui non c’era il pubblico in sala a causa del covid, quindi è stata anche una botta bestiale recitare davanti ad una platea vuota, con soltanto l’orchestra che ti applaude e ti ascolta. E’ stata una prova intensa”.

A proposito di musica, cosa le piace ascoltare?

“Io ascolto tanta musica. Sono appena stata al Jova Beach Party, adoro Jovanotti e Gianni Morandi che ho la fortuna di conoscere e di considerare un amico. Sono molto legata alle canzoni degli anni Ottanta e Novanta, infatti guardando “Arena Suzuki” condotto da Amadeus ho cantato come una pazza (sorride), ma ascolto anche la musica attuale”.

Antonella Ferrari
Antonella Ferrari – credit foto Andrea Raffin

In quali progetti sarà prossimamente impegnata?

“Uscirà il mio secondo libro nei prossimi mesi e questo è al momento il progetto più importante e concreto. Poi sto lavorando su altre cose, come un docufilm ispirato alla mia vita e alle mie battaglie, e ho sempre il sogno di trasformare le mie stampelle colorate in una linea dedicata alle persone costrette a camminare per tutta la vita con un ausilio ortopedico, come succede a me”.

Lei è ambasciatrice dell’AISM, cosa pensa manchi ancora in Italia per superare i pregiudizi e le barriere culturali nei confronti delle persone diversamente abili?

“Siamo indietro anni luce rispetto ad altri Paesi, ti faccio un esempio raccontandoti una cosa indecente ed aberrante accaduta pochi giorni fa ad un caro amico, Vincenzo Falavella, Presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Gli è stato negato di salire sul taxi perchè è su una sedia a rotelle. Per quanto mi riguarda, dal punto di vista lavorativo il mondo dell’arte sembra si stia aprendo e in certi aspetti è vero, ma continuo a faticare tanto a lavorare come attrice. A volte mi sento dire: “lei cosa può fare?” oppure “e se sta male sul set?”, o ancora “che parte le diamo?”. Vengo spesso discriminata nell’ambiente del cinema e della fiction perchè ancora non si capisce che un artista con disabilità può comunicare, può essere un bravo attore anche se cammina con una stampella. Quindi secondo me dobbiamo fare ancora molti passi avanti. All’estero vedo attori disabili, obesi, nani, tantissime diversità che vengono trattate come normalità nei film e nelle serie. Vorrei tanto che accadesse anche in Italia, dove la meritocrazia ancora non c’è. In un mondo pieno di odio gratuito il mezzo televisivo è molto importante perchè può aiutare le persone a sconfiggere i tabù e a capire che anche la disabilità è parte del quotidiano. Io grazie alla notorietà non vengo più guardata per strada come un’appestata che cammina meno bene di un altro, ma vengo fermata con affetto dalla gente. Quindi la tv può fare molto, basta usarla nel modo giusto”.

Antonella Ferrari
Antonella Ferrari – credit foto Andrea Raffin

Nel corso di questa nostra chiacchierata ha parlato del sogno di lanciare una linea di stampelle decorate, in una foto su Instagram ne ho viste un paio nerazzurre, essendo lei tifosa interista. Cosa ne pensa dell’attuale momento dell’Inter?

“Siamo tutti interisti a casa mia e io sono una tifosa sfegatata (sorride). Ci voleva proprio la vittoria in Champions contro il Barcellona perchè eravamo in crisi. Spero che finalmente la squadra si sia sbloccata”.

di Francesca Monti

credit foto copertina Andrea Raffin

Grazie a Laura Frigerio

Rispondi