“E’ un brano sincero, che mi rappresenta e parla delle cose e delle persone che ci mancano per vari motivi”. Will è tra i dodici finalisti di Sanremo Giovani 2022 con “Le cose più importanti”, che canterà in diretta su Rai 1 dal Teatro del Casinò di Sanremo il 16 dicembre.
La canzone arriva in seguito al successo virale di oltre 100 milioni di stream conquistati con “Estate”, già certificato disco di platino, “Anno Luce”, Domani che fai?”, “Capolavoro”, “Chi sono veramente” e “Più forte di me”.
Will, al secolo William Busetti, è una delle penne più originali, fresche e carismatiche della nuova scena pop urban contemporanea, che a poco più di 20 anni si è fatto notare con la sola forza della musica e delle sue parole, conquistando il grande pubblico attraverso il suo incondizionato talento genuino e puro.
In “Le cose più importanti” prodotta da Tom, una melodia incalzante lascia subito spazio all’immaginario di Will dando vita ad un brano intenso e di grande impatto, con una sonorità semplice e in costante crescita in grado di catturare sin dal primo ascolto. Un brano che si apre nel ritornello e che ben immerge l’ascoltatore nel nuovo mondo musicale di Will, intriso di autentica verità, in grado di cogliere la realtà delle cose più genuine, rivelando l’anima cristallina e pura del vivere quotidiano.
Attraverso il singolo “Le cose più importanti” Will prosegue così il suo nuovo percorso artistico e personale, la naturale evoluzione pop di un giovane talento della musica che ha trovato la sua vera identità: un musicista estremamente sensibile che è riuscito in poco tempo a mostrare la sua essenza, svelando anche le sue fragilità.
William, quali sono le tue sensazioni in vista della finale di Sanremo Giovani?
“Sono curioso, voglio vedere come reagirò a questo palco, a questa esperienza molto importante. Mi aspetto di emozionarmi, di uscire dalla mia comfort zone”.
In gara porterai il brano “Le cose più importanti” che racconta di un distacco ma è anche un invito a mostrare le proprie fragilità. Com’è nato?
“E’ nato in studio in una di quelle sessioni che facciamo giornalmente. E’ un brano sincero, che mi rappresenta e parla delle cose e delle persone che ci mancano per qualsiasi motivo, per un lutto ma anche per una storia d’amore o un’amicizia finite. E restano delle parole che non hai detto o delle azioni che non hai fatto. Racconta anche una situazione particolare personale che non svelerò fino alla finale di Sanremo Giovani perchè vorrei che il pubblico sentisse la propria storia dentro questa canzone e non solo la mia. Spero di interpretarla al meglio a Sanremo”.
Quali sono per te le cose più importanti?
“Al momento la musica, che è il posto dove mi sento a mio agio e me stesso, e le persone a cui tengo, che mi fanno stare bene anche nelle mie fragilità e che voglio avere accanto in questo viaggio. E poi è importante il valore della sincerità, il sentirsi bene anche nei propri difetti. Accettarli è il primo passo per diventare migliori”.
Come ti sei avvicinato alla musica?
“Abbastanza casualmente e recentemente. Prima della pandemia stavo scrivendo delle canzoni ma ancora non avevo pubblicato nulla, con il covid mi sono trovato immerso in questa bolla di noia, mi sentivo spaesato, senza grandi input e così mi sono concentrato sulla mia passione per la musica. Da quel momento sono accadute alcune cose che hanno fatto sì che diventasse il mio lavoro, per ora e spero per molti anni a venire. Ho pubblicato i primi brani, ho partecipato a X Factor, poi è arrivato il contratto con la casa discografica, quindi il successo di Estate ed ora Sanremo Giovani che è un po’ la chiusura di questi tre anni di musica”.
Cosa ti ha lasciato l’esperienza a X Factor?
“Mi ha lasciato la consapevolezza di poter fare questo mestiere. Quel primo provino è stato come una doccia fredda che mi ha svegliato e mi sono reso conto che mi piaceva cantare, scrivere, che mi sento a mio agio sul palco, che la musica mi fa stare bene e magari piace anche agli altri. E poi ho capito più cose di me e dato che sono un timidone questa esperienza mi ha sbloccato”.
Arrivi da un tour di successo, qual è stato il momento più bello?
“Il momento più bello è stato quando sono salito sul palco della Santeria a Milano e ho visto tutta quella gente che era venuta ad ascoltarmi ed è stato emozionante. Certo, c’è tanta strada ancora da fare ma sentire quelle persone che cantavano le mie canzoni ai live di Milano, Treviso e Firenze e alle quali devo tutto è stato bellissimo”.
Quali sono i tuoi progetti dopo Sanremo Giovani?
“Per scaramanzia non dico ancora nulla, però sicuramente voglio pubblicare il mio primo progetto completo e raccontarmi attraverso le canzoni. Non vedo l’ora di farle sentire al pubblico per svelare dei lati di me ancora sconosciuti. Al momento sono usciti brani più riflessivi, ma ho scritto tanti pezzi in questi anni con sound diversi”.
Tra le canzoni che hanno preso parte negli anni al Festival di Sanremo ce n’è una a cui sei più legato?
“Inizialmente non seguivo il Festival di Sanremo. La mia famiglia è legata alla musica ma quando ero piccolo i miei genitori lavoravano e spesso la sera non erano a casa, così con mio fratello magari guardavamo altri programmi. Ho cominciato a vedere Sanremo nel 2018 quando Mahmood ha vinto con Soldi. Quell’edizione ha fatto capire a tutti che al Festival potevano esserci ancora delle novità a livello musicale. Come canzone scelgo “Vado al massimo” di Vasco Rossi del 1982. Non ero ancora nato ma mi aveva colpito la storia che mi ha raccontato mio papà di questo grandissimo artista che è arrivato ultimo al Festival ma poi ha spaccato tutto”.
Un sogno nel cassetto…
“Ne ho tantissimi, però arrivando da un tour che è andato bene vorrei cantare davanti a un pubblico sempre più numeroso. I live sono la prova del nove e vorrei arrivare a calcare dei palchi importanti”.
di Francesca Monti
Grazie a Christian Moioli