Video intervista con Olly: “A Sanremo 2023 vorrei far capire che non sono per caso su quel palco, ma ho un messaggio chiaro che spero possa arrivare al pubblico”

“E’ un progetto realizzato a quattro mani con Jvli, è stato un lavoro di compromessi e di crescita“. Si intitola “Il Mondo Gira” (Aleph Records – Epic Records Italy/Sony Music) il nuovo EP di Olly, giovane talento del panorama musicale italiano ed esponente della nuova scuola genovese, tra i vincitori di Sanremo Giovani 2022 con il brano “L’Anima Balla”, che sarà in gara tra i Big nella 73° edizione del Festival di Sanremo con l’inedito “Polvere”.

Energico, vivace, spontaneo ma anche dolce e malinconico, “Il Mondo Gira” è composto da 7 brani scritti da Olly e prodotti in collaborazione con JVLI. Con il sound accattivante che lo caratterizza ormai al primo ascolto, l’artista gioca sul contrasto fra brani uptempo in cassa dritta e un racconto cantautorale, intimistico e riflessivo, dando vita a uno stile unico tutto da ballare.

Olly ha da poco annunciato anche “Il Mondo Gira Live”, due date in programma il 6 aprile ai Magazzini Generali di Milano e il 16 aprile al Largo Venue di Roma, prodotte e organizzate da Magellano Concerti.

Qui la nostra video intervista con Olly:

Federico, partiamo dalla finale di Sanremo Giovani dove hai in portato “L’anima balla” approdando tra i Big in gara a Sanremo 2023. Che emozioni hai vissuto?

“Sono felicissimo, ma non saprei dirti le emozioni provate, perchè ancora non ho capito niente, giusto per autocitarmi (sorride). Sono state sensazioni fortissime, ho sentito tantissima energia, era tutto strano, nuovo, particolare. Non ricordo nulla dell’esibizione ad esempio. Ed è bello così”.

Lo stesso giorno della finale, il 16 dicembre, è uscito il tuo Ep “Il mondo gira” in cui convivono due anime, quella più intima e personale e quella più dinamica e ballabile. Come hai lavorato a questo progetto?

“E’ un progetto realizzato a quattro mani con Jvli, sia lato produzione che canzoni. Abbiamo un bel modo di fare musica basato sulla condivisione: lui compie delle scelte strumentali e io esprimo la mia opinione, viceversa io faccio delle scelte liriche e lui dice la sua, rendendo tutto molto ludico. Abbiamo lavorato sul nostro sound, con la cassa dritta per il mood più adrenalinico, veloce, e una chitarra sotto in pezzi come L’amore va e Canto alla luna. E’ stato un lavoro di compromessi e di crescita ed è appena iniziato. Come dico proprio in “Canto alla luna” non è finita qua”.

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Puoi raccontarci qualcosa in più su “Canto alla luna”?

“Questo brano è nato a Genova, l’ho scritto da solo in cameretta, come facevo a 15 anni, quindi c’è una sorta di intimità che magari in altri brani non c’è. Un giorno ero sul tetto con un amico e stavo fumando una sigaretta, c’era una luna gigante e sembrava troppo romantica per essere vera, e mi sono sentito un lupo. Quel pezzo ha cambiato sette versioni e quando dovevamo uscire con il progetto abbiamo realizzato quella definitiva ed era giusto metterlo in chiusura perchè è un saluto, un arrivederci molto prossimo, ed è una traccia che la mia fanbase conosceva già in quanto in tempi remoti tendevo a spoilerare tanto ed era piaciuta a tutti. Nonostante sia l’ultimo brano dell’Ep sta reggendo l’attenzione e ho ricevuto feedback positivi”.

Nella canzone “Ho un amico” canti “un amico vero è stella, lo riconosci solo al buio”. Quanto l’amicizia è importante nella tua vita a livello artistico e personale?

“Quando sei in difficoltà vedi il vero amico che brilla e ti fa brillare anche quando è buio totale. L’amicizia è una condizione necessaria. Dopo il covid avevo perso l’interazione sociale e avevo pensato di chiudermi in me stesso, non condividere le mie sensazioni con nessuno e dire “se non posso avere tutto non voglio avere nulla”. Conoscendo Jvli abbiamo riunito i nostri amici una sera, ci siamo conosciuti, ci siamo stati simpatici e lui mi ha fatto capire quanto fossero importanti per me. Ero geloso per ignoranza, per paura di essere deluso e ferito. Siamo diventati una famiglia allargata e ci supportiamo a vicenda nei progetti e nelle ambizioni. Mi è venuto spontaneo dedicare loro un pezzo. Nella seconda strofa con una sineddoche parlo di un amico citandone alcuni dei miei e raccontando quello che fanno nella loro vita. Sono persone come me e come coloro che ascoltano le mie canzoni”.

Sei uno degli esponenti della nuova scuola musicale genovese, che rapporto hai con i cantautori di quella “vecchia”?

“C’è un fil rouge nascosto molto importante. La Foce, la zona in cui abito, era un quartiere di ritrovo per gli artisti in passato e c’era un bar all’angolo tra via Casaregis e via Cecchi dove si incontravano De Andrè e Tenco e quest’ultimo secondo leggende metropolitane giocava a poker con mio nonno a casa mia. C’è quindi anche un legame famigliare e voglio credere che ci sia il fantasma della benedizione di Tenco. Inoltre essendo di Genova sento la sicurezza di avere delle vibrazioni e delle energie che nel resto d’Italia non hanno. Ho girato le città facendo rap, la scuola torinese è precisa, dritta, sta sul tempo, quella milanese è sempre moderna, nuova, quella genovese consiste invece nel “tu metti e noi facciamo quello che ci va”, ed è la parte forte della nostra scrittura”.

Con quali aspettative salirai sul palco del Festival di Sanremo 2023 con il brano “Polvere”?

“Da bugiardo ti dico che non ho aspettative, da sincero che spero che venga capito che non sono un ragazzino che sale su quel palco per caso, ma sento di meritarmi questa situazione e di avere un messaggio chiaro e un’energia particolare che ho ritrovato nei miei live. A livello di risultati di classifica non mi aspetto nulla, se vincessi sarebbe incredibile, ma non la considero un’opzione. Trovo bello e gratificante essere in mezzo a quegli artisti e a quelle produzioni che ho visto a Sanremo Giovani. Noi facevamo 4-5 ore di prove consecutive e c’era gente che lavorava dalle 6 del mattino all’1 di notte per far funzionare tutto. E’ un’organizzazione che merita rispetto”.

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credit foto Emiliano Cabona

C’è un brano tra quelli che sono stati presentati nelle precedenti edizioni del Festival di Sanremo a cui sei più legato?

“Come saprei di Giorgia perchè poco prima della serata di Sanremo Giovani ho visto un video in cui cantava questo brano con Mia Martini. Erano bravissime, erano anni in cui avevi una voce fantastica o non facevi nulla e mi è rimasto impresso. E poi “Soldi” di Mahmood che cito sempre perchè ha cambiato le regole del gioco. Devo tanto a quella canzone e a quel momento storico”.

Il prossimo aprile terrai due live a Milano e Roma, cosa stai preparando?

“Ci stiamo già pensando e ci stiamo lavorando. Sono contento che al di là di Sanremo il feedback sia stato positivo e le vendite stiano volando. Mi riempie di orgoglio e ho voglia di portare nuova musica sul palco. Con il covid non ho potuto fare live e nelle date che ho fatto la scorsa estate ho cantato brani di due anni fa ma nel contempo stavo scrivendo e vivendo altro. I concerti di Milano e Roma saranno un’occasione per unire i due mondi, la musica di prima e quella nuova”.

Cosa ti auguri per il 2023?

“Mi auguro tanta crescita professionale e umana, di riuscire ad essere sereno in termini più tangibili, e una stabilità anche economica per far capire a casa che le cose stanno funzionando. Nei confronti della mia famiglia ho grande rispetto per quello che hanno fatto per me e vorrei che smettessero di lavorare e pensassero solo a loro stessi”.

di Francesca Monti

credit foto Emiliano Cabona

Grazie a Matilde Scoglio

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