Recensione dello spettacolo “Da lontano – chiusa sul rimpianto”, visto al Teatro Giuditta Pasta di Saronno

Domenica 26 febbraio, in doppia recita, è andato in scena al Teatro Giuditta Pasta di Saronno (Va) “Da lontano – chiusa sul rimpianto”, pièce teatrale scritta da Lucia Calamaro che ne cura anche la regia, con protagonista Isabella Ragonese e la partecipazione di Emilia Verginelli.

Lo spettacolo affronta un tema universale, parla di noi, della nostra infanzia, del desiderio di potere aiutare il primo “altro” che conosciamo.

La scenografia è essenziale, con sul palco un tavolo, due sedie, un pc, una parete bianca e una porta che mette in comunicazione il mondo di Isa, di professione psicoterapeuta, interpretata da Isabella Ragonese, e quello della madre, impersonata da Emilia Verginelli, di cui sentiamo la voce e che vediamo in scena solo un paio di volte nel corso della pièce.

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Lucia Calamaro, vincitrice di tre premi UBU, tra le autrici italiane più profonde e interessanti, con un testo drammatico, ricco di tensione emotiva ma al contempo elegante e delicato, con qualche punta di ironia a stemperare i momenti più forti, entra nell’animo umano e lo esplora a fondo, tra sentimenti e sensi di colpa.

La figlia, diventata adulta, cerca di recuperare il tempo perso e di aiutare la genitrice come non ha potuto fare quando aveva 16 anni ed era presa da altre cose. L’incontro tra le due donne avviene in un luogo sospeso tra lo spazio e il tempo, con un muro che le divide e attraverso il quale si parlano, mentre Isa, chiusa nel rimpianto, cerca finalmente di ascoltare i dolori e i problemi della madre, che è persa nel suo mondo, ora intenta a friggere supplì e patatine, ora a martellare e trapanare all’interno della stanza, dove alla fine Isa entra, in un’atmosfera surreale. E scopre quello che ha costruito per lei: una finestra. Perché dalle finestre le cose scompaiono, le sofferenze e le preoccupazioni prendono il volo.

Uno spettacolo intimo, introspettivo, con una grande e intensa prova attoriale di Isabella Ragonese, che ci ricorda quanto sia importante mettersi in ascolto degli altri, a cominciare dalle persone care che ci circondano, parlare, mostrare i propri sentimenti e amare, per non avere rimpianti quando non sarà più possibile recuperare il tempo perduto e dire le parole non dette. Per non ritrovarci soli a chiederci chi siamo senza l’altro.

di Francesca Monti

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