“Sono stata molto fortunata a interpretare un personaggio che ha tanta energia e leggerezza, ma anche una parte emotiva molto bella”. Federica Pagliaroli è la rivelazione della settima stagione di “Che Dio ci aiuti”, in onda il giovedì sera su Rai 1, prodotta da Lux Vide, in collaborazione con Rai Fiction.
La giovane attrice, astro nascente del panorama cinematografico e televisivo italiano, che vedremo a breve nelle sale con “Percoco – il primo mostro d’Italia”, film diretto da Pierluigi Ferrandini, e che sogna di lavorare anche in produzioni estere, nella serie dà il volto a Sara Luparini, una ragazza cresciuta in una borgata romana, tra case famiglia e adozioni temporanee. E’ una sognatrice, di lavoro fa l’estetista, è abituata a sgomitare per prendersi quello che le spetta, ha sempre lottato per tutta la vita e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.
Quando arriva al Convento degli Angeli, per caso, il suo passato torna a tormentarla. Sara è pronta a fuggire, monta in macchina e si prepara a partire, ma Elia (Valerio Di Domenicantonio), un bambino rimasto orfano, si è nascosto tra i sedili posteriori. Ed è allora, grazie a lui, che capisce che pure lei è solo una bambina spaventata che non può scappare ancora e che ha bisogno di una famiglia. Così decide di tornare indietro e di restare al Convento, dove stringe amicizia con Cate (Ileana D’Ambra) e Ludovica (Emma Valenti) e si innamora di Emiliano (Pierpaolo Spollon).
Federica, nella serie “Che Dio ci aiuti 7” interpreti Sara, un personaggio con tante sfumature. Qual è il tratto che più ti piace di lei?
“Sono stata molto fortunata a interpretare Sara perchè gli autori hanno scritto un bel personaggio che ha tanta energia e leggerezza. Ha quella sottile follia che piace molto al pubblico, ma si intravede anche la sua parte più profonda, umana. Avevo quindi un ottimo background su cui lavorare e poi mi sono concentrata anche sul modo in cui una persona sceglie di affrontare quello che accade. Sara prende tutto come se fosse una sfida, per lei la vita è una cosa bellissima, non la spreca e nonostante sia orfana e abbia vissuto dei momenti difficili da quando era bambina fino all’adolescenza, senza avere un punto di riferimento e una famiglia, reagisce a tutto questo con tanta positività. E poi mi piace anche la parte emotiva, più delicata, perché completa il personaggio”.
Hai trovato dei punti di contatto con lei?
“Siamo simili per quanto riguarda l’importanza che diamo alle amicizie e il modo in cui ci affezioniamo alle persone, dedicandoci a loro, passando del tempo insieme, dando una mano se hanno bisogno. E poi abbiamo in comune la sincerità, che in un’amicizia è molto importante. Rispetto a Sara sono invece un po’ più razionale, mentre lei è una sognatrice”.
Federica Pagliaroli, Valerio Di Domenicantonio e Pierpaolo Spollon in “Che Dio ci aiuti 7” – credit foto ufficio stampa Rai
Sara ha un rapporto speciale con Elia, interpretato da Valerio Di Domenicantonio. Com’è stato lavorare con lui?
“E’ stato divertente. Creare un rapporto con i bambini non è semplice, perché ci scelgono, hanno un sesto senso, sono puri e temevo di non piacergli, di non trovare una connessione. Invece Valerio, sapendo che avrei interpretato la sua babysitter, si è subito affezionato a me, è stato molto dolce e mi si è sciolto il cuore. E’ stato bello stare a contatto con lui, non mi era mai successo, e in più sua mamma era molto carina e abbiamo stabilito un buon rapporto”.
Che ricordo hai del tuo primo giorno sul set di “Che Dio ci aiuti 7”?
“Il primo giorno è stato particolare. Ero andata a fare una prova costume e ci sono stati dei problemi perché mancava un’attrice. Così mi hanno chiesto di girare una scena in cui nemmeno dovevo parlare, mi svegliavo a letto e sognavo quei baci con Emiliano. Ma non ero pronta psicologicamente. Alla fine abbiamo inaugurato a sorpresa il primo giorno di set e ho anche incontrato la regista Isabella Leoni”.
Federica Pagliaroli e Pierpaolo Spollon in “Che Dio ci aiuti 7” – credit foto ufficio stampa Rai
Qual è stata la scena più divertente e quella emotivamente più forte da girare?
“Una delle più divertenti da girare è quella in cui Sara e Cate vanno a minacciare il tipo con cui è uscita Ludovica. Io e Ileana non riuscivamo ad essere serie, mi sono anche tolta le scarpe perchè ero troppo alta, entravo in questa casa scalza e scivolavo con questo coltello in mano e mi guardavano tutti timorosi. Un’altra scena molto simpatica è stata quando Sara e Emiliano si nascondono sotto il letto. Avevamo paura che si rompesse, essendo di legno e con gli altri due personaggi sopra. Le scene emotive più complicate da realizzare sono quelle delle ultime due puntate ma anche quando Sara seduta sul muretto racconta ad Emiliano del suo passato, di come è rimasta incinta. E’ stato bello girarla perchè io e Pierpaolo ci siamo impegnati a renderla il più reale possibile e sono contenta di come sia venuta”.
La settima stagione di “Che Dio ci aiuti” è coincisa con la temporanea uscita dalla serie di Elena Sofia Ricci. Com’è stato lavorare con lei?
“E’ stata una bella occasione per conoscere un’attrice che ha un’esperienza enorme e misurarmi con lei, vedere come si approccia al set è stato importante. Ero timida all’inizio, avere Elena Sofia Ricci davanti mi emozionava, ero un po’ in ansia. Invece lei era tranquillissima, mette le persone a loro agio, scherza, ha un modo inclusivo di stare sul set, si ricordava i nostri nomi, è stata stupenda”.
Hai iniziato a recitare a teatro da piccola, com’è nata questa passione?
“E’ nata molto presto, avevo 7-8 anni e i miei genitori mi portavano spesso a teatro. La prima volta avevano paura che mi annoiassi, invece mi sono innamorata di questa arte. Ricordo benissimo le sensazioni che provavo, il vociare del pubblico prima dello spettacolo, poi il silenzio, il buio, gli attori davanti a me, il respiro, il sudore, era tutto incredibile. Un attore a teatro è come se ti stesse dando qualcosa di sé, quindi era pura magia. Poi ho iniziato a studiare recitazione e ho avuto la fortuna di incontrare Camilla Cuparo che è stata l’insegnante che mi ha seguita per dieci anni fino alla fine del liceo e mi ha dato la possibilità di lavorare su testi molto belli, sia esistenti sia nuovi, essendo una drammaturga, sceneggiatrice e regista. Ho vissuto questo lavoro sempre con grande serietà perché si portavano dei temi che già da piccola capivo essere importanti ed è stata una crescita anche umana, personale. Finito il liceo sono entrata al Centro Sperimentale e ho scoperto il mondo del cinema. E ora sono più abituata a stare davanti alla camera che sul palco teatrale mentre prima era il contrario (sorride). In futuro vorrei continuare a spaziare tra tv, cinema, teatro”.
Tra gli spettacoli di impegno civile che hai interpretato c’è “Il Sindaco Pescatore” con la regia di Enrico Lamanna, che racconta la storia di un uomo normale e al contempo straordinario, Angelo Vassallo…
“E’ vero, è stato molto emozionante. Noi ragazzi eravamo al servizio di Ettore Bassi che era il protagonista, ma è stata un’esperienza meravigliosa per il messaggio che mandava quello spettacolo e avevamo i brividi nel raccontare questa storia”.
Federica Pagliaroli sul set di 2percoco – Il primo mostro d’Italia”
Passando al cinema, cosa puoi raccontarci riguardo le esperienze nei film “Percoco – il primo mostro d’Italia” ed “Even”?
“Percoco – il primo mostro d’Italia è stata un’esperienza interessante, ho recitato in barese, un dialetto diverso dal mio e ho scoperto che alla fine se studi riesci a fare tutto quello che vuoi. Il film poi è ambientato in un’altra epoca, negli anni Cinquanta ed è stato bello immergersi in quelle atmosfere e indossare quei costumi. In “Even” interpreto la protagonista, Giulia, ed è stato il primo provino che ho vinto. Poi a causa della pandemia abbiamo iniziato a girare quattro anni dopo ed è stato surreale. Si basa sulla storia vera di Roberta Lanzino, uccisa più di trenta anni fa. Una tragica vicenda che è stata un po’ insabbiata. Io cercavo stranamente, rispetto ad esempio alla serie Mental in cui ero totalmente calata nella malattia del personaggio, di proteggermi, di essere distaccata ma ci sono state scene, soprattutto quella della violenza, in cui ho sofferto perché per quanto fosse finto era molto realistico e tosto”.
In quali progetti sarai prossimamente impegnata?
“Devo registrare una canzone per il film “Even” e sto ricominciando il giro di provini per nuovi progetti”.
Che genere di musica ascolti?
“Ascolto di tutto, anche se in realtà ho avuto un imprinting fortissimo, grazie al corso di recitazione, per cui Tori Amos è la mia artista del cuore, mi trasmette emozioni, ma spazio anche tra commerciale e classica. Utilizzo la musica come svago ma anche come mezzo per concentrarmi e prepararmi per scene particolari, emotive, pensando alla canzone che potrebbe accompagnare meglio quella situazione quando interpreto un personaggio”.
credit foto ufficio stampa Rai
Per preparare il personaggio di Sara che canzoni hai scelto?
“Ho utilizzato quelle di Tori Amos, ma anche “I’ll Never Love Again” di Lady Gaga e “Angel by the wings” di Sia”.
All’inizio di questa intervista dicevi che Sara è una sognatrice, qual è invece il tuo sogno nel cassetto?
“Sogno una carriera felice. Vorrei continuare a fare questo mestiere che amo e lavorare all’estero. Spero di avere la caparbietà per arrivare così lontano, vivendo tutto serenamente”.
di Francesca Monti
credit foto ufficio stampa Rai
Grazie a Giuseppe Corallo