Elisabetta Mirra, tra le più interessanti giovani attrici italiane, è la protagonista femminile nei panni di Melina in “Mettici la mano”, inedita commedia di Maurizio De Giovanni, in cui recita al fianco di Antonio Milo ed Adriano Falivene, con la regia di Alessandro D’Alatri, prodotto da Diana Or.I.S., in scena al Teatro Menotti di Milano fino al 2 aprile.
E’ la primavera del 1943, Napoli. Una tarda mattinata di sole viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati e il pericolo di un nuovo e devastante bombardamento. La scena è uno scantinato che fa da rifugio improvvisato. In un angolo del locale una Statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa. E’ qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha appena sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera. Mentre fuori la porta le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, il dialogo tra i tre occupanti del rifugio si fa sempre più profondo e serrato, con una serie di riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere. Mentre apprendiamo cosa sia realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, Bambinella si trasformerà in un avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso ma accorato.
Elisabetta Mirra ha fatto il suo debutto al cinema nel film “Per amor vostro” con Valeria Golino, diretta da Giuseppe Gaudino, col quale ha partecipato alla 72a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, quindi è stata protagonista de “L’amore rubato”, tratto dal libro di Dacia Maraini, per la regia di Irish Braschi, ha preso parte a varie serie tv (Zio Gianni, Mia moglie, mia figlia e due bebè, Rimbocchiamoci le maniche, Un posto al sole), ha esordito a teatro con “Una giornata particolare”, con Giulio Scarpati e Valeria Solarino, ha partecipato al Festival dei Due Mondi di Spoleto con “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo, diretta da Liliana Cavani.
Elisabetta, come hai lavorato per entrare nel personaggio di Melina?
“E’ un personaggio molto difficile, è una ragazza che è dovuta crescere in fretta a causa degli avvenimenti che le sono accaduti. Inoltre a differenza di come era stata scritta da Maurizio De Giovanni, in cui parlava completamente in italiano, Alessandro D’Alatri ha voluto darle un forte accento napoletano, perché lei non è mai uscita dall’abitazione del Marchese di Roccafusca dove fa la serva. Sulla storia di Melina si concentra tutto il giallo. Sua madre viveva in quel palazzo, ha subito delle violenze, poi è morta e lei ha preso il suo posto”.
Qual è la caratteristica di Melina che più ti è piaciuta interpretare?
“Non è stato facile prepararla ma credo che sia uno di quei personaggi che mi ha dato maggiore soddisfazione. All’inizio può sembrare cattiva e aggressiva ma dentro ha un’umanità e una sofferenza incredibili. Lo si scopre alla fine quando Melina si lascia convincere a raccontare la sua storia”.
Melina riesce anche a rendere umano il brigadiere Maione…
“All’inizio Maione la arresta ed essendo un uomo di legge ovviamente pensa sia colpevole, poi grazie all’aiuto di Bambinella, che vuole sapere i fatti di tutti e con la sua sensibilità di femminiello riesce a convincere il brigadiere a far parlare Melina, dopo averla ascoltata anche lui cambia idea”.
E’ uno spettacolo che porta lo spettatore a riflettere su tanti temi attuali, dalla guerra alla violenza sulle donne, ma anche sulla giustizia, sul potere, sulla vita…
“E’ la forza della scrittura di Maurizio De Giovanni, che ha la capacità di scrivere questi testi, anche ambientati nel 1943, che però parlano di temi moderni e contemporanei, dalla violenza sulle donne alla diversità del femminiello che possiamo paragonare alla lotta contro l’omofobia. Quando abbiamo portato in scena lo spettacolo il primo anno non si parlava ancora della guerra in Ucraina, che poi purtroppo è iniziata”.
Melina incarna anche uno sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca. Come vedi la condizione della donna oggi, pensando anche a quanto accade nel mondo?
“Quando recito il ruolo di Melina sento una grande responsabilità. In alcune parti del mondo, penso all’Iran e all’Afghanistan, continuano ad essere negati i diritti delle donne ma anche in Italia si sente ogni giorno parlare di violenza. Sono stati fatti dei passi in avanti ma la situazione è ancora complessa e non ci sono grandi miglioramenti”.
Com’è stato recitare con Adriano Falivene e Antonio Milo?
“Conosco Adriano da sei anni avendo fatto vari spettacoli insieme e ci siamo sempre trovati bene. Con Antonio invece è stata la prima volta ed è stata una bella scoperta”.
Che ricordo hai del tuo esordio a teatro con “Una giornata particolare”?
“Ho un bellissimo ricordo. E’ stato il mio primo provino, la prima tournée, con una meravigliosa compagnia della quale facevano parte Giulio Scarpati e Valeria Solarino, con Nora Venturini come regista dello spettacolo, con la quale ho ancora un ottimo rapporto. Spero in futuro di lavorare di nuovo con lei”.
Al cinema invece hai debuttato con “Per amor vostro” al fianco di Valeria Golino…
“E’ stata un’esperienza stupenda. Abbiamo fatto un mese di prove prima di girare il film quindi è stata una sorta di preparazione teatrale. Di solito al cinema non hai questa possibilità. Il regista Gaudino ha invece voluto provare molto e questo ci ha permesso di creare le scene prima di girare e andare sul set più sicuri, sapendo quello che dovevamo fare. Nel film Santina, il mio personaggio, ha un fratello sordomuto, così ho dovuto imparare il linguaggio Lis e mi ha affascinato molto. Prima o poi vorrei ristudiarlo”.
Tra i ruoli che hai fatto finora qual è quello che ti ha dato più soddisfazione?
“Melina per ora è il ruolo che porto nel cuore, invece “Filumena Marturano” diretto da Liliana Cavani è lo spettacolo che mi ha cambiato la vita”.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Nella prossima stagione ci sarà una piccola ripresa di “Mettici la mano” e poi c’è un altro progetto di cui ancora non posso parlare”.
di Francesca Monti
Grazie a Nicola Conticello