Mercoledì 29 marzo alle 21.30 su Rai1 va in onda il docufilm “I cacciatori del cielo”, con Giuseppe Fiorello nei panni di Francesco Baracca: “Mi ha colpito molto il suo lato umano”

Per celebrare il Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare, mercoledì 29 marzo alle 21.30 su Rai1 va in onda “I cacciatori del cielo”, primo docu-film sulla storia dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca interpretato da Giuseppe Fiorello e con la regia di Mario Vitale.

Il progetto, scritto da Pietro Calderoni e Valter Lupo, con la collaborazione del regista e la consulenza storica di Paolo Varriale, racconta le imprese eroiche, la vita e l’amicizia di quei pionieri del volo che si distinsero per le loro azioni e il loro coraggio durante la Prima Guerra Mondiale e le cui gesta gettarono le basi per la nascita dell’Aeronautica Militare avvenuta il 28 marzo 1923.

Un racconto avvincente che abbraccia temi universali come amicizia, grandi ideali e l’amore e che intervalla alla fiction vera e propria, arricchita da una serie di “interviste ricostruite” ai protagonisti della storia interpretati dai rispettivi attori, preziosi materiali di repertorio, sia foto che filmati d’epoca, e animazioni originali.

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Fabrizio Zappi, Direttore di Rai Documentari, ha esordito in conferenza stampa: “Questo omaggio credo sia particolarmente necessario in questo momento in cui i conflitti bellici che hanno luogo nel mondo ci ricordano l’importanza di un’istituzione per la pace e la tutela dei cittadini. E’ un docufilm bello, coinvolgente, grazie all’eccellenza del cast, ad una scrittura drammaturgica particolarmente efficace che si avvale di filmati di repertorio bellissimi messi a disposizione da Istituto Luce e del contributo di scene di animazione che arricchiscono il progetto all’insegna della contaminazione di generi e linguaggi che si compenetrano, e al regista che ha saputo svolgere un lavoro moderno. In questo racconto emerge l’umanità e la profondità dei personaggi, quindi il fatto che l’istituzione dell’Arma dell’Aviazione non sia un’entità astratta, ma fatta dalla voce, dagli spiriti, dalla carne di questi eroi”.

Gloria Giorgianni, produttrice di Anele ha spiegato: “Abbiamo cercato di raccontare le storie umane in un momento così importante come il centenario dell’Aeronautica, provando ad avvicinare le nuove generazioni attraverso l’ibridazione del linguaggio”.

Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà ha aggiunto: “Ci siamo confrontati sul fatto di chi potesse vedere i progetti che produciamo. Il racconto della Prima Guerra Mondiale, dell’Italia e di questo eroe aveva bisogno di un modo particolare per essere portato in tv”.

Alla presentazione è intervenuto il Generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana: “Grazie alla Rai, ad Anele, a Fiorello e a tutto il cast. Benché Baracca non fosse dell’Aeronautica per noi è un simbolo, un mito e quando è nata questa idea quello che mi ha fatto specie ed è il bello di questa sceneggiatura è che vediamo un Baracca diverso, non solo pilota ma che ha dei sentimenti umani, dei rapporti con i suoi colleghi, i suoi specialisti, che è quello che è rimasto immutato in questi cento anni”.

Il regista Mario Vitale ha raccontato come ha lavorato al docufilm: “E’ una storia di amicizia, soprattutto tra Baracca e Bartolomeo. Quando sono andato insieme a Gloria a trovare in aeronautica ho visto i sorrisi che caratterizzavano gli uomini e non i militari, di esseri umani che condividono un valore e ho cercato di restituire questi buoni sentimenti anche nel film. Ho affrontato questo racconto con la massima apertura, con una sceneggiatura molto bella, che racconta la Prima Guerra Mondiale e Baracca facendola diventare una storia di amicizia. Raccontare questa storia significa raccontare non solo il valore di questi personaggi ma anche le loro paure, emozioni, sentimenti. Ci sono momenti tra Francesco e sua madre in cui si scambiano queste lettere che raccontano bene queste situazioni.

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Giuseppe Fiorello è Francesco Baracca, che per i suoi meriti sarà in breve promosso prima capitano e poi maggiore, assumendo nel frattempo il comando della 91a Squadriglia, la “Squadriglia degli assi”: romagnolo, sanguigno, istintivo e coraggioso, affascinante e colto, di ottima famiglia, generoso, spavaldo ma mai inutilmente votato al sacrificio. Ricordato come “l’Asso degli assi” per aver conseguito il maggior numero di vittorie aeree tra i piloti italiani della Grande Guerra e in assoluto, ottenendo 34 vittorie nei combattimenti aerei, Francesco Baracca si impose rapidamente nell’immaginario collettivo del popolo italiano come un vero e proprio eroe nazionale.

“Ho seguito l’evoluzione del film, mi sono affidato e lasciato guidare dal regista Mario Vitale e ho scoperto un personaggio che conoscevo poco. Ho accettato per curiosità e per la voglia di proporre allo spettatore fatti storici e personaggi meno noti. Noi veicoliamo storie come quella di Francesco Baracca, che riguardano uomini e donne che hanno fatto gesti straordinari. I momenti presenti nel docufilm sono pionieristici, in quanto all’epoca stavano imparando a volare come si vola oggi. Salire su un aereo dell’Aeronautica è stata una bella esperienza. Ha dei sedili strettissimi, sono fragilissimi e dovevamo stare molto attenti. Inoltre la storia presenta una linea sentimentale molto bella e una linea narrativa accompagnata dal docufilm e dall’animazione che potrebbe avvicinare il pubblico giovane. Io sono una persona sentimentale-emotiva e mi ha colpito il momento in cui Francesco Baracca ci racconta che va in guerra ma cerca di non colpire il nemico ma di abbattere solo il simbolo, l’altro aereo, senza colpire l’uomo. Non andava fiero di essere l’asso dei cieli, un po’ si incupiva per questo record e mi piace questo suo aspetto umano”, ha detto Giuseppe Fiorello.

Nel cast troviamo anche Luciano Scarpa nel ruolo del Comandante Pier Ruggero Piccio, altra figura carismatica dell’aviazione italiana e asso della Grande Guerra, in seguito primo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare; Claudia Vismara, che dà il volto a Norina Cristofoli, giovane cantante lirica di Udine, bella, timida e allo stesso tempo determinata, che vivrà un’intensa seppur breve storia d’amore con Francesco; Andrea Bosca, che interpreta il personaggio di finzione Bartolomeo Piovesan, meccanico di umili origini addetto alla manutenzione dell’aereo di Baracca e geniale ideatore di fondamentali migliorie nelle prestazioni di volo dei rudimentali velivoli della compagnia.

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“Mi piace il fatto che questa storia dia voce alle persone che arrivano dalla campagna perchè non decolliamo tutti dallo stesso posto ma c’è il motore della passione che ci spinge. Con lo studio puoi crescere, puoi cambiare il tuo status. Bartolomeo e Francesco diventano amici, si migliorano a vicenda. Poi c’è una parte di questo personaggio che è stato inventato che fa molta tenerezza, in quanto ti porta a terra nella bellezza dei sentimenti, dell’amicizia, nell’affratellarsi con un altro, nella guerra che vediamo tutti i giorni ma anche nelle difficoltà della vita. Si confronta con persone che non si beano dei risultati ma cercano di risolvere i problemi. La cosa bella è la passione che li unisce e la voglia di difendere i valori”, ha dichiarato Andrea Bosca. 

Luciano Scarpa interpreta il Comandante Pier Ruggero Piccio: “Vestire i panni di questo personaggio è stata una grande responsabilità. Piccio dice a Baracca che lassù la disciplina è più importante del coraggio. Ho sempre avuto la sensazione che un uomo che diventa un aviatore sia un poeta. C’è sempre questa contraddizione con il fatto che c’è da combattere una guerra e mi piace pensare che questi uomini amavano il volo e si sono ritrovati nelle condizioni di combattere. Mio zio Antonio Scarpa è stato un Comandante dell’Aeronautica e oggi sarebbe stato felice di vedermi interpretare questo personaggio. Lo dedico a lui”.

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Claudia Vismara è Norina Cristolfi: “E’ stata il grande amore di Baracca, che era un eroe molto ambito, con tante donne che si innamoravano di lui. Norina ha la capacità di intravedere oltre l’eroe, per lei è innanzitutto Francesco. Dietro ogni forza dell’ordine c’è un uomo che può avere anche paura, un sentimento umano che non dobbiamo nascondere e questi due personaggi si amano con il timore di non vedersi più. E’ una storia d’amore che ha lo sfondo della guerra e questo grande dubbio se si sarebbero poi rivisti, questa grande incertezza è stata interessante da raccontare e soprattutto mi è piaciuta la tenerezza di questo amore. E’ una giovane donna molto diversa da me e dai personaggi finora interpretati, ha una grande leggerezza, positività e ingenuità che la rendono tenera e delicata. Ringrazio Giuseppe Fiorello per l’ascolto che abbiamo avuto l’un l’altro e che ha fatto sì che si potesse rendere al meglio una storia d’amore atipica”.

Tra gli altri attori presenti nel cast, Ciro Esposito dà il volto a Fulco Ruffo di Calabria, Enzo Garramone veste i panni del Re Vittorio Emanuele II e Rodolfo Corsato di un Colonnello dell’Esercito Italiano, mentre Patrizia La Fonte e Paolo Rozzi interpretano i genitori di Baracca.

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L’arco narrativo del docu-film parte dal 1915, anno in cui Baracca, Piccio e Piovesan, tre uomini molto diversi fra loro per estrazione sociale, provenienza e indole ma destinati a diventare grandi amici, si ritrovano insieme nel campo di aviazione di Santa Caterina, vicino Udine, sede del primo reparto aerei da caccia e del Comando Supremo; l’iniziale difficoltà a resistere contro i raid aerei austroungarici verrà superata dalle innovazioni introdotte dal meccanico Piovesan e dalla maestria di quei pionieri del volo, in primis Baracca, che conseguirà la prima vittoria italiana nella storia dell’Aeronautica, il 7 aprile 1916, a cui ne seguiranno molte altre, rendendolo un’icona nella popolazione italiana, insieme allo stemma del suo aereo, il Cavallino rampante. Un successo che indurrà il Comando Supremo a superare le perplessità iniziali e istituire una squadriglia di élite, la 91a, per le operazioni particolarmente delicate, affidata a Baracca. La disfatta di Caporetto porterà anche la squadriglia ad abbandonare Santa Caterina per trasferirsi in Veneto, sul campo di aviazione di Quinto, vicino Treviso. Per le loro imprese, Baracca e Piccio ottengono la medaglia d’oro al valor militare, fino alla tragica morte dell’asso degli assi, avvenuta a 30 anni il 19 giugno 1918 nel corso di una missione sul Montello, durante la Battaglia del Piave. La sua morte suscitò grande commozione in tutto il Paese.

A suo nome nel 1926 fu inaugurato a Lugo di Romagna il Museo Francesco Baracca, dal 1993 trasferito nella casa natale del pilota, luogo particolarmente suggestivo che ospita anche il caccia originale su cui ha conseguito la sua 30a vittoria, lo SPAD VII S2489, e dove si sono svolte alcune riprese grazie alla collaborazione con il Comune di Lugo di Romagna, Emilia-Romagna Film Commission, Visit Romagna e Consorzio In Bassa Romagna. Le altre riprese sono state realizzate in Veneto a Nervesa della Battaglia, presso la Fondazione Jonathan Collection, dove è stata utilizzata anche la replica volante dello SPAD XIII, uno degli iconici aerei di Baracca, a Villafranca di Verona, a Lonigo e presso il Museo Villa Lattes di Istrana.

“I cacciatori del cielo” è una produzione Anele con Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Documentari, con il Patrocinio e la partecipazione del Ministero della Difesa, Aeronautica Militare e Difesa Servizi, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e con Aerea S.p.A. ed Elettronica S.p.A., con il contributo di Emilia-Romagna Film Commission, Visit Romagna, Comune di Lugo di Romagna e Consorzio In Bassa Romagna. Le musiche sono di Pasquale Catalano e Antonio Fresa – Edizioni Curci.

di Francesca Monti

credit foto ufficio stampa

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