A Ossi di Seppia “Pantani, vita e morte del Pirata”

A diciannove anni dalla scomparsa, la sua fine resta ancora avvolta dal mistero. Marco Pantani, il ciclista solitario, ha vissuto grandi trionfi e poi una velocissima caduta fra le accuse di doping, il sospetto della cocaina e la morte. Da martedì 28 marzo, ”Ossi di Seppia” racconta il grande campione tra luci e ombre attraverso le parole di Tonina Pantani, madre del “Pirata”, come lo chiamavano i fan. “Non voglio ancora credere – dice – che non ci sia più. Dopo il ’99, dalla sospensione, lui aveva detto basta, non voleva correre più. Ma purtroppo quella era la sua vita. Per uno che inizia da ragazzino, quella è la sua vita. Così ha ricominciato. A me sembrava di sognare. Una mattina apro la finestra e vedo che va via tutto vestito di giallo. Era bello come il sole! Dopo poco torna indietro. Di nascosto sono andata a vedere. Era sugli scalini e piangeva. Ma non piangeva mai, perché era un orgoglioso. Lui era pulito. E sono ancora qui a dire che me lo hanno ucciso.” 
Nel 1999 mentre Pantani si prepara al secondo Giro d’Italia viene trovato con l’ematocrito alto. “Da questo colpo non mi rialzerò” dice ai cronisti quando gli annunciano la squalifica escludendolo da un giro che avrebbe vinto. Il ciclista romagnolo ritiene di essere vittima di un complotto e pensa di scendere per sempre dalla sua bici. Di fatto, da quella squalifica non si riprende più, risucchiato dalla depressione e dalla polvere bianca che presumibilmente lo uccide a 34 anni, in circostanze ancora da chiarire. Pantani muore, infatti, il 14 febbraio 2004 nella stanza di un Residence a Rimini. La pista è quella della droga, rinvenuta nella sua stanza all’indomani del decesso. L’autopsia conferma che a ucciderlo è un edema polmonare e cerebrale, dovuto a un’overdose di cocaina e presumibilmente anche da psicofarmaci, ma sono tanti i particolari che non tornano e tante ancora, le domande senza risposta che avvolgono la fine del campione più amato del ciclismo italiano. 
“Ossi di Seppia” prodotta da 42°Parallelo, è la prima serie “non-fiction” pensata per riconnettere i Millennials e la Generazione Z con il senso della memoria collettiva.

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