“Il mio obiettivo era cercare di creare tutti i giorni sul set un clima rilassato, disteso, simile ad un gioco”. Enrico Ianniello è il protagonista maschile della settima stagione di “Un Passo dal cielo”, prodotta da Lux Vide, in collaborazione con Rai Fiction, in onda il giovedì sera su Rai 1, ed è anche regista di quattro delle otto puntate.
Il poliedrico attore e apprezzato scrittore, che abbiamo visto recentemente ne “Il Commissario Ricciardi 2” nel ruolo del Dottor Bruno Modo e nel film coreano “Escape from Mogadishu”, nella serie girata in Veneto dà il volto al commissario Vincenzo Nappi, che nelle indagini avrà al suo fianco la sorella Manuela (Giusy Buscemi), tornata a San Vito di Cadore e diventata ispettrice, mentre nella sfera privata dovrà fare i conti con l’amore che prova per Carolina (Serena Iansiti) e con la vicinanza di Eva (Rocío Muñoz Morales), che fa il suo ritorno anni dopo aver lasciato lui e la figlia Mela.
Enrico Ianniello, con Giorgio Marchesi, Marco Rossetti, Giusy Buscemi e Alessandro Bedetti in “Un Passo dal cielo 7” – credit foto E. Kuenka
Enrico, oltre ad essere nel cast della settima stagione di “Un Passo dal cielo” ha anche diretto quattro episodi. Che esperienza è stata?
“Bellissima, mi ha consentito di andare a fondo su tutti gli aspetti della serie, da un lato la detection, la parte più investigativa con Giusy Buscemi che interpreta Manuela Nappi, sorella di Vincenzo, da me impersonato, dall’altro la linea della commedia, che continuo a sentire molto congeniale. Credo che rispetto alle precedenti questa stagione regali forse un po’ più di risate allo spettatore”.
E’ stato difficile da regista dirigere i suoi colleghi?
“E’ stato meraviglioso, faccio parte della serie da diversi anni, ho vissuto e visto negli occhi dei colleghi la differenza nel modo di lavorare e di rapportarsi dei registi con gli attori. Il mio obiettivo era cercare di creare tutti i giorni un clima rilassato, disteso, simile ad un gioco per ottenere anche cose forti, momenti drammatici”.
Vincenzo nelle nuove puntate si trova tra due fuochi, Carolina ed Eva, la mamma di Mela, che ha fatto ritorno a San Vito di Cadore…
“E’ combattuto perchè in questo momento della sua vita è innamorato di Carolina, che nella prima puntata gli ha fatto una richiesta (avere un figlio insieme, ndr). Lui è un po’ evasivo nella risposta e lei si concentra sul lavoro. Invece Vincenzo diventa un casalingo felice, gli piace molto questa dimensione, così come a me, ma è disperato perchè si sente un po’ abbandonato da Carolina. In quel frangente arriva Eva per stare vicina a Mela e chissà cosa accadrà…”.
Nella serie viene sdoganata la figura dell’uomo che si occupa della casa, abbattendo quelle idee arcaiche che ancora permangono nella nostra società secondo le quali è la donna che deve dedicarsi a certe dinamiche…
“Non dovrebbe fare più notizia il fatto che un uomo decida di dedicarsi alla famiglia e alla casa, ma ancora permangono degli stereotipi che con la serie riusciamo a superare. Vincenzo non si fa mai chiamare mammo né si definisce tale, è un papà, fa il questore, lavora, si occupa dei figli, stira i vestiti, ed è ligio al dovere anche come casalingo”.
Enrico Ianniello in “Un Passo dal cielo 7” – credit foto E. Kuenka
La natura è centrale nella serie, così come il rispetto dell’ambiente e l’ecologia. Come si pone di fronte a queste tematiche?
“Sono temi che mi stanno molto a cuore. Dobbiamo sbrigarci e sperare che i nostri governi compiano dei gesti forti, concreti, come impedirci di prendere troppi aerei, di consumare molta plastica. Ci sono delle piccole azioni importanti che ognuno di noi può fare. Ad esempio quando abbiamo girato “Un passo dal cielo 7″ eravamo iper attenti a non schiacciare l’erba, a raccogliere tutto, a non sprecare acqua”.
Che rapporto ha con la natura e con la montagna?
“Ho un bel rapporto bello, ho scoperto nel corso degli anni di sentirmi sempre più vicino all’aspetto naturale. Sono anche appassionato della città, dell’incontro con le altre persone, ma mi piace a volte isolarmi. Io vivo in Spagna vicino al mare, quindi andare in montagna è diventata una parte essenziale della mia vita e credo che ci tornerò sempre, anche se dovesse finire la serie”.
Qual è il tratto di Vincenzo che più apprezza?
“Un tratto che mi piace molto è la felicità che Vincenzo prova quando le cose vanno bene a tutti gli altri e sotto questo aspetto mi sento simile a lui. Nel racconto della serie ultimamente deve affrontare varie difficoltà e questo lo rende molto simpatico al pubblico”.
Enrico Ianniello e Giusy Buscemi in “Un Passo dal cielo 7” – credit foto E. Kuenka
In questa settima stagione Vincenzo lavorerà a stretto contatto con sua sorella Manuela, che fa ritorno a San Vito di Cadore come ispettrice e che ha un modo diverso da lui di condurre le indagini…
“Vincenzo, anche se ha sempre fatto lo sforzo di essere empatico, è rimasto un poliziotto dalle maniere un po’ dure, che si accontenta nella risoluzione dei casi, se gli elementi tornano va bene così. Manuela invece fa un passo ulteriore, ha imparato ad usare la prossemica e ha la dote particolare di riuscire a percepire quando le persone con cui sta parlando dicono la verità oppure mentono. Grazie a questa sua sensibilità insegnerà a Vincenzo che le indagini si possono fare in un altro modo, ed è bello perchè nel corso delle puntate si invertono anche i ruoli più volte”.
Recentemente l’abbiamo vista nella serie “Il Commissario Ricciardi 2” nel ruolo del Dottor Bruno Modo…
“E’ un personaggio che tutti i giorni, per lavoro, ha a che fare con la morte ed è diventato un grande amante della vita. In questa seconda stagione lo abbiamo visto godurioso ed è riuscito a far vivere anche a Ricciardi questo senso godereccio della vita. A fargli lo sgambetto è stato paradossalmente proprio l’amore. Infatti Bruno si innamora di Lina, una prostituta, ma purtroppo abbiamo visto che la loro storia non ha avuto un lieto fine. Ho ricevuto tanti messaggi di persone che mi hanno detto che hanno pianto insieme a lui. Nel corso della serie abbiamo visto Bruno, che è sempre sorridente, piangere solo due volte e questo ha colpito la gente, che ha così sentito molto vicino il mio personaggio”.
Enrico Ianniello e Lino Guanciale ne “Il Commissario Ricciardi 2” – credit foto ufficio stampa Rai
Ha preso parte a “Escape from Mogadishu”, film coreano diretto da Ryoo Seung-wan, nel ruolo dell’ambasciatore italiano Mario Sica. Che esperienza è stata?
“E’ stata un’esperienza bellissima. Sono andato in Corea, a Seoul, tre anni fa perchè era uscito il mio primo romanzo “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin”, che ha vinto il Premio Campiello e che quest’anno verrà pubblicato in Brasile e contemporaneamente è arrivata la richiesta per interpretare il personaggio. All’inizio pensavo ci fosse un collegamento, invece il regista mi ha raccontato che aveva visto il film di Nanni Moretti e mi aveva scelto. La cosa divertente è stata che essendo i coreani tutti molto simili come sembianze, non avevo capito bene chi fosse Ryoo Seung-wan e quando sono andato a Seoul mi sono reso conto che era un personaggio super importante e avevano fatto dei casting stratosferici. E’ stato bello girare questo film in Marocco. Con il regista siamo diventati amici, ci siamo raccontati delle idee e c’è un piccolo progetto in sospeso che mi piacerebbe realizzare”.
A proposito di romanzi, dopo “Alfredino, laggiù” sta scrivendo una nuova opera?
“Sto scrivendo un personaggio che potrebbe essere seriale e avrà come ambientazione nuovamente l’Irpinia di Isidoro”.
In quali progetti sarà prossimamente impegnato a livello attoriale?
“Il prossimo inverno torno in scena a Barcellona per tre mesi con “Filumena Marturano”, spettacolo che ha riscosso grande successo due anni fa, e poi sto lavorando su una serie di idee per le sceneggiature”.
Si è formato artisticamente alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassman. Che ricordo conserva di quel periodo?
“E’ stata un’esperienza strepitosa perchè ha significato andare via da Caserta a 18 anni. Anche se a Firenze dormivo su un materasso in uno scantinato perchè quello potevo permettermi, sono stati anni per me straordinari. L’incontro con Gassman è stato molto bello, era un uomo dall’enorme sensibilità e mi diede un consiglio importante: cercare di essere sempre autentico”.
di Francesca Monti
credit foto copertina E. Kuenka
Grazie a Serena Bernardelli e a Cecilia Del Vecchio – BOOM PR