ETNACOMICS: MAURO BORRELLI, LA STORIA DEL REGISTA ITALIANO CHE HA DIRETTO SNIPES, ROURKE E MALKOVICH

Etnacomics, che quest’anno ha raggiunto le novantamila presenze, distribuite nell’arco dei quattro giorni (1-4 giugno) dell’edizione numero undici, coinvolge ogni anno anche personaggi di mondi che si intersecano con quello del fumetto. Come accade nel caso dei protagonisti dell’arte filmica. Potere lavorare con grandi attori americani ha consentito a Mauro Borrelli di avere uno status internazionale, come confermato dalla proiezione, alla manifestazione catanese, di “Mindcage, mente criminale” con John Malkovich, nelle sale italianedall’8 giugno 2023.

Mauro Borrelli può essere definito infatti un regista internazionale, anche se è “italianissimo”. Mi ha raccontato di essere nato in un piccolo paese dei Colli Berici, tra Vicenza e Verona e di vivere da qualche anno negli USA, avendo doppia nazionalità, italiana e statunitense.

Il suo percorso per l’approdo al cinema americano ha radici lontane. Borrelli ha atteso agli studi di pittura classica presso la nota Accademia delle Belle Arti di Venezia. La sua predisposizione per l’arte filmica emerge ben presto in Mauro che, nel corso della sua carriera, sarà sceneggiatore, aiuto scenografo, regista, produttore, produttore esecutivo e tanto altro, avendo la possibilità di lavorare anche con registi del calibro di Terry Gillian e Tim Burton . I primi inizi sul set lo vedono attivo a Cinecittà, dove, come ha riferito egli stesso, si trovava ottimamente, formandosi sempre più nel mondo del cinema. A dare impulso alla sua crescita è Francis Ford Coppola, giunto in Italia a girare “Il padrino III” (1990). Per quella produzione Mauro si occupa di storyboard ed electronic storyboard ed alla fine delle riprese arriva la sorpresa che gli cambia la vita: il grande regista italo–americano decide di portarlo con sé nel suo ranch, dove risiede per più di un paio d’anni circa, abitando anche nella sua vineria. La storia personale e professionale di Borrelli prosegue con Coppola che si butta nella produzione di “Dracula di Bram Stoker” (1992) ed il giovane aspirante regista che lo segue a Los Angeles. Da quel momento Borrelli si stabilisce a “LA”, dove lavora e dimora tranne per un periodo di tre anni trascorso alle Hawai, dove  collabora come art director per il film di animazione giapponese “Final Fantasy”. Gli inizi degli anni ’90 sono forieri delle prime importanti affermazioni per Borrelli, come nel caso del cortometraggio “La donna del Moro” (1993, girato a e finanziato da Cinecittà, con la fotografia di Vittorio Storaro), che vince il premio A.I.A.C.E. ALLA cinquantesima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, nella sezione Panorama Italiano. E proprio l’eco di questo successo, raccolto dalla stampa estera presente a Venezia, ha consentito a Borrelli di ottenere la possibilità di avere il primo permesso di lavoro per gli USA.

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La propensione al thriller ed all’horror del regista italiano si palesa anche nel debutto nei lungometraggi con “The Gostmaker” (2012). Il film successivo è “The Recall” (2017), girato in Canada, in Britsh Columbia, con Wesley Snipes. Borrelli ha affermato come molti colleghi gli dicessero che avrebbe avuto problemi  con l’attore di Blade, perché trattava male un po’ tutti sul set, regista compreso. Invece  Borrelli, sin dal primo incontro, ha incominciato a discutere con lui di pittura, del seicento e di arte in generale. E così Snipes ha compreso che non stava lavorando con il classico stuntman divenuto regista che viene valutato dagli attori solo come un tecnico bravo nell’impostare le scene di azione, ma con un professionista con una visione più completa dovuta alla sua cultura umanistica ed il rapporto tra i due è stato ottimo.

“War Hunt” (2022), ambientato durante la seconda guerra mondiale e girato in Lettonia, vede Mauro dirigere Mikey Rourke, un attore decisamente più difficile da gestire e del quale avrebbe tanti aneddoti da raccontare.  E’ un personaggio, secondo quanto affermato da Borrelli, segnato dal suo essere fortemente umorale e viziato, tanto che Rourke il primo giorno  di riprese voleva licenziare tre persone e non voleva farsi toccare i capelli, richiedendo quindi un gestione molto complessa.

Ben diversa è stata l’esperienza sul set con John Malkovich, protagonista di “Mindcage, mente criminale” (2022), persona geniale ed al contempo umile, seria e disponibile. Malkovich, in questo film, interpreta un serial killer detenuto che aiuta due detective (personificati da Martin Lawrence e Melissa Roxburg) a cercare un altro serial killer che sta perpetrando efferati omicidi. Da alcuni critici, ha dichiarato Borrelli, questo film è stato paragonato a” Il silenzio degli innocenti”, però lo sviluppo è differente ed il regista ha tratto ispirazione, semmai, da “Seven”. Il director veneto ha infine asserito di avere avuto la fortuna di lavorare con grandi attori e che vorrebbe collaborare anche con Christopher Walken, Willem Defoe e Tim Roth, per continuare il suo percorso da regista delle stelle del cinema.

di Gianmaria Tesei

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