Intervista con Franco Branciaroli, in scena al Teatro Manzoni di Milano con “Il Mercante di Venezia”

“Il mercante di Venezia” è un testo spietato, contraddittorio: uno spaccato sui dislivelli sociali, sugli odii religiosi, le frustrazioni, i conflitti della diversità.

Nella messinscena diretta da Paolo Valerio, al Teatro Manzoni di Milano dal 7 al 19 maggio 2024, alla guida di una numerosa compagnia c’è Franco Branciaroli, uno dei grandi mattatori della scena italiana.

Suo il personaggio di Shylock, ebreo e usuraio, fra i più interessanti e complessi del repertorio shakespeariano e della drammaturgia di ogni tempo.

Maestro, sarà in scena al Teatro Manzoni di Milano con “Il Mercante di Venezia” che chiuderà la stagione di prosa 2023-2024…

“Il Manzoni che è un teatro che fa un cartellone contemporaneo, da qualche anno inserisce sempre un classico divertente e quest’anno è toccato a me con Il Mercante di Venezia. Si tratta di un testo interessante in cui Shakespeare invita a divertirsi sulla crudeltà. E’ un’opera antisemita, infatti il suo pubblico era antisemita e si divertiva a mostrare in maniera crudele i difetti. Il grande critico americano Harold Bloom, che è rimasto offeso da questo testo ed era il più grande esperto di Shakespeare del mondo, diceva che gli spettatori devono sforzarsi di essere antisemiti e non devono fare i politicamente corretti. “Il Mercante di Venezia” fa parte di quei testi shakespeariani chiamati tragicomici”.

Nella sua straordinaria carriera ha portato in scena tante volte delle opere di Shakespeare, sia come attore, la prima è stata “Romeo e Giulietta” con la regia di Carmelo Bene, sia come regista (Amleto, Macbeth, Re Lear, La dodicesima notte)…

“Come attore ho interpretato tante volte le opere di Shakespeare, come regista è capitato ma la regia è troppo faticosa e non ho il carattere adatto”.

C’è un’opera shakespeariana che ancora non ha portato in scena e che le piacerebbe interpretare?

“Coriolano per esempio, e la metà delle opere di Shakespeare che ancora mi mancano da portare in scena”.

Come tutti i grandi classici anche “Il Mercante di Venezia” è un testo sempre attuale parlando di differenze sociali, odio religioso, conflitti…

“Come diceva Thomas Mann “per un buon lettore ogni romanzo è contemporaneo” e vale anche per il teatro. Tutta la psicanalisi ad esempio si fonda su Edipo re. Le grandi opere artistiche sono contemporanee altrimenti non sarebbero eterne”.

di Francesca Monti

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