Dal 12 al 24 marzo 2024 al Teatro Manzoni di Milano andrà in scena “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese che firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento del celebre film, una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”.
Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre SIM. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare? Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate. Metteranno così a conoscenza l’un l’altro i propri segreti più profondi.
Nel cast c’è anche Paolo Calabresi che abbiamo intervistato in occasione della presentazione della stagione 2023-2024.
Paolo, sarà in scena al Teatro Manzoni di Milano con “Perfetti sconosciuti”. Cosa può raccontarci riguardo il suo personaggio?
“Interpreto Rocco, il padrone di casa, il marito di Eva, un uomo innamorato e ignaro di quello che accadrà durante la cena che si trasformerà in un massacro. E’ una bellissima esperienza portare a teatro un testo così bello, che è andato prima al cinema ma sembra scritto per il palcoscenico”.
Uno spettacolo che affronta una tematica molto attuale come quella della vita segreta delle persone, protetta nei cellulari che oggi sono diventati parte integrante delle nostre vite…
“E’ un’idea fortissima che hanno avuto nella scrittura del testo e molto attuale rispetto a quella che è la nostra vita reale. Tante coppie dopo l’uscita del film si sono addirittura separate, o almeno così narrano le leggende (sorride). I segreti ci sono sempre stati ma c’erano meno mezzi per scoprirli e più occasioni di sospettarli. Lo spettacolo parla anche delle relazioni di amicizia che vanno in difficoltà per questi segreti che vengono alla luce. Un tempo si giocava tutto sulla fiducia ed è forse quello di cui abbiamo bisogno oggi”.
di Francesca Monti