“E’ un album molto autentico, dal punto di vista testuale e dei contenuti”. Esce il 3 novembre il primo omonimo progetto dei “Follya”, la band composta da Alessio Bernabei (voce), Francesco Pierozzi (chitarra), Alessandro Presti (basso) e Riccardo Ruiu (batteria), su etichetta Capitol Records / Universal Music Italia.
Il disco contiene 13 tracce scritte, composte e prodotte dai Follya e dai ROOM9, ispirate nel sound da influenze powerpop, synthwave e alternative rock, e nelle ambientazioni dal cinema anni ‘80 e anni ‘90. L’album si apre con “morto per te”, il singolo che ha segnato a marzo 2022 la partenza del nuovo progetto della band, che racconta la storia di una dipendenza affettiva, un amore tossico e tentacolare. La complessità delle relazioni di coppia è al centro anche di altri brani, come “ami/odi”, “toxic”, “palloncino”, “rip” e “houdini”, mentre l’amore cantato in “tuta spaziale” è totale, e così grande da spingersi a proteggere e a supportare la persona amata con ogni forza. Spazio anche a riflessioni più ampie, come in “tutt’okkei”, invito ad affrontare le sfide e le difficoltà della vita, in “mister”, manifesto di una generazione troppo spesso lasciata in panchina e che non vede l’ora di mettersi in gioco, in “anche basta”, che affronta il tema dell’alienazione e dell’isolamento, in “giuda”, brano su un’amicizia tradita, e in “iota”, che evoca il senso di ribellione nel voler fare ciò che si desidera.
I Follya saranno protagonisti di due concerti speciali, prodotti e organizzati da OTR Live, l’8 novembre al LARGO Venue di Roma e il 9 novembre all’Apollo di Milano, durante i quali porteranno per la prima volta dal vivo il nuovo album.
Il 3 novembre esce “Follya”, il vostro primo disco, che affronta temi diversi, dalla solitudine alle relazioni tossiche. Com’è nato questo progetto?
Alessio Bernabei: “Questo disco racconta quello che ci piace fare adesso, quello che siamo e anche i temi che ci hanno colpito in questi anni. Abbiamo sofferto di amori tossici, ci siamo sentiti soli, abbiamo creato famiglie, abbiamo voluto mettere in musica tutto quello che ci apparteneva, dai nostri demoni alle cose più belle. E’ un album molto autentico dal punto di vista testuale e dei contenuti”.
Per quanto riguarda il sound ci sono influenze powerpop, alternative rock, e anche riferimenti al cinema, come in “ami/odi” in cui citate Stallone o in “Mister” con Il Corvo…
Alessio Bernabei: “Il concept del disco è molto cinematografico, siamo stati influenzati fin da piccoli dalla musica e dal cinema degli anni Ottanta e Novanta, dai vecchi classici e anche dai film in bianco e nero degli anni Cinquanta. E’ stato bello mischiare l’amore per il cinema con la musica”.
Nel brano “Anche basta” cantate “succede qualche volta che mi sento un poco solo in mezzo alle persone o quando non lavoro”. In quale contesto avete vissuto questo senso di solitudine?
Alessio Bernabei: “L’essere adulti porta ad essere soli. Ci siamo trasferiti al Nord e abbiamo dovuto imparare a fare la vita da adulti non solo sul palco. Quel brano racchiude un po’ il sentirsi soli ma anche chiedersi cosa stai facendo perchè sui social è l’esaltazione di tutto, sembra che gli altri siano sempre migliori di te, ottengano risultati, raggiungano obiettivi. Milano mi ha fatto sentire tanto solo, ed è bello mettere questa solitudine in musica”.
Alessandro Presti: “E’ una prova per raggiungere un obiettivo per cui la solitudine non è per forza una nemica ma una compagna che ti dà forza perchè permette di metterti in gioco in primis con te stesso e poi di affrontare il mondo”.
In “Mister” raccontate di una generazione lasciata in panchina che vorrebbe mostrare le proprie qualità e magari non ha le opportunità…
Alessio Bernabei: “Mister racconta il dover mettersi in gioco in una generazione che purtroppo non sempre riesce a farsi sentire e viene spesso messa in panchina. Non tutto però in questa società riesce a fermare la voglia di mettersi in discussione, abbiamo tanti mezzi e soprattutto i giovanissimi per potersi esprimersi. Certo, non sempre si ha il coraggio di provarci, ma se non lo fai non sbagli e quindi non impari neanche a ricevere dei no che sono quelli che poi ti fanno crescere”.
Riccardo Ruiu: “I modi per mettersi in gioco oggi sono talmente tanti che la difficoltà è scegliere quello giusto. Siamo arrivati a un livello esagerato per cui uno può cercare di arrivare al traguardo e la difficoltà è non sapere quale strada prendere e per questo magari rimani in panchina”.
In “Iota” invece c’è un messaggio importante, non dare troppo peso alle opinioni altrui che finiscono per condizionarci nella vita di tutti i giorni…
Alessio Bernabei: “Iota è uno sfogo e nasce da un gioco famoso negli anni Ottanta, Il Grillo Parlante, infatti ho sentito questa lettera e mi è venuta l’ispirazione per questo brano senza regole, un po’ anarchico, rock’n’roll ed evidenzia quello che siamo musicalmente. Lo metteremo nel live come chiusura”.
A proposito di live ci saranno questi due concerti esclusivi a Roma e a Milano, cosa potete anticiparci?
Alessio Bernabei: “Sarà un viaggio nel tempo perchè abbiamo dovuto mettere insieme quello che eravamo e quello che siamo adesso, quindi la prova che dovremo superare sarà far combaciare queste due anime diverse ma che ci rappresentano. Faremo dei pezzi del passato che ci hanno portato avanti e fatto crescere, mettendo però un focus sul disco “Follya” che rappresenta un’identità diversa. Speriamo che i nostri fan possano apprezzare il nuovo lavoro perchè il nostro futuro sarà nel progetto Follya. Ma è bello anche ricordare ciò che eravamo e tante persone si aspettano di risentire i brani con cui sono cresciuti”.
Alessandro Presti e Riccardo Ruiu: “Il live sarà una sorta di rito di passaggio, di consegna del testimone”.
Cosa vorreste che arrivasse al pubblico attraverso questo disco che per voi rappresenta una nuova identità artistica?
Alessio Bernabei: “Secondo me le persone che saranno presenti nei live apprezzeranno il fatto che siamo Alessio, Riccardo, Alessandro e Francesco. Ci hanno visto in fasce, in crisi, dal giorno zero in qualsiasi modalità e saranno felici di ritrovare dei ragazzi cresciuti che hanno preso qualche schiaffo e sono diventati qualcosa di vero e tangibile. Il nostro obiettivo è far vedere la nostra migliore versione che abbiamo trovato mettendoci un po’ di tempo e facendo la musica che ci piace. Vogliamo divertirci con il nostro pubblico”.
Riccardo Ruiu: “A me piacerebbe regalare un’immagine libera di noi quattro, che si percepisse questa libertà, sia ascoltando il disco ma anche guardandoci live, di poter esprimere quello che vogliamo e come vogliamo. La precedente avventura è stata un miscuglio di cose bellissime e devastanti”.
Alessio Bernabei: “Questa è la versione di band che volevamo fin dall’inizio ma che finora le circostanze non ci avevano permesso di fare”.
di Francesca Monti
credit foto Matteo Strocchia