“E’ un personaggio che non ha un punto di arrivo, una fine, ma è in continua evoluzione, così come lo sono io, attorialmente e umanamente”. Luca Turco era un bambino quando è entrato nel cast di “Un posto al sole”, in onda su Rai 3 dal lunedì al venerdì alle 20,45, nel ruolo di Niko Poggi, ed è cresciuto insieme a lui, forgiandosi come attore e come uomo e trovando sul set della soap anche l’amore (Giorgia Gianetiempo che interpreta Rossella, ndr).
Niko, un giovane dal carattere buono e generoso, ha attraversato negli anni tante avventure e disavventure, è diventato un avvocato, ha aperto uno studio legale, ha avuto un figlio di nome Jimmy, ha vissuto il dramma della perdita di sua moglie Susanna, e ora sta faticosamente riprendendo in mano la sua vita.
In questa intervista Luca Turco ci ha parlato del suo personaggio ma anche della passione per la regia e del primo cortometraggio da lui realizzato.
Luca Turco con Gennaro De Simone – credit foto Giuseppe D’Anna – Fremantle
Luca, dal 1999 interpreti Niko Poggi, sei entrato nella soap da bambino e sei cresciuto insieme al tuo personaggio…
“Un Posto al sole e Niko rappresentano buona parte della mia vita. Sono arrivato sul set di questa soap da piccolo e ora sono adulto… (sorride). Indubbiamente le persone che ho incontrato in questi anni hanno condizionato la mia crescita, il mio carattere, alcune sono stati come dei genitori per me e poi sono diventati degli amici”.
Che ricordo conservi del tuo primo giorno sul set di Un Posto al sole?
“Essendo passati quasi venticinque anni i ricordi non sono molto nitidi ma ho subito avuto la sensazione di essere entrato in una grande famiglia, in cui ognuno fa di tutto per aiutare gli altri. E’ una sottocultura che fa parte della Napoli popolare ed è molto presente nella soap. E’ lo strumento chiave che ci ha permesso di portare avanti per tanto tempo e in armonia un progetto ambizioso e complesso”.
Com’è cambiato nel tempo il tuo rapporto con il personaggio che interpreti?
“A Niko ho dato qualunque cosa di me, forse inizialmente meno di quanto riesco a donargli ora perchè la crescita attoriale si forma nel tempo. Ho avuto tre fasi, quella da bambino dove tutto era più facile e vedevo questo mestiere come un gioco, una distrazione. Come i miei compagni di scuola andavano a calcio, a canto, a cavallo, io mi recavo sul set a girare le scene della soap. Era uno svago, un divertimento e poi ero la mascotte e giocavano tutti con me. Poi è iniziata l’adolescenza e questo ha cambiato la visione di un attore, perchè inizi a prendere coscienza del lavoro che stai facendo, della responsabilità, anche delle delusioni. Infine nella fase adulta ho preso consapevolezza dei miei difetti, dei limiti, dei pregi, ho capito quali sono i punti deboli e ho cercato di massimizzarli”.
Hai trovato dei punti di contatto con Niko?
“Diciamo che gli sceneggiatori si sono adattati anche a me, alla mia crescita, alla formazione, nella scrittura di un personaggio che non ha un punto di arrivo, una fine, è in continua evoluzione, così come lo sono io attorialmente e umanamente”.
Luca Turco con Agnese Lorenzini e Gennaro De Simone – credit foto Giuseppe D’Anna – Fremantle
Niko nel corso del tempo ha vissuto tante avventure, affrontando anche temi sociali importanti, dall’adozione alla paternità da single, fino alla voglia di farsi giustizia da sé dopo l’uccisione di sua moglie Susanna (Agnese Lorenzini). Qual è stata la storyline che a livello emotivo è stata più complicata da interpretare?
“Le storie più complicate a livello emotivo, e in cui devo fare qualcosa di nuovo, sono quelle che preferisco perchè posso mettermi alla prova, dimostrare a me stesso e al pubblico il mio valore. Nell’ultimo periodo sicuramente la storyline legata alla morte di Susanna è stata straziante, anche a livello fisico. Mi distruggeva girare continuamente scene in cui dovevo piangere, essere arrabbiato e una volta spente le telecamere era difficile tornare alla mia vita, sorridere ed essere me stesso”.
In effetti quella storyline ha colpito e commosso molto anche il pubblico perchè attraverso la tua interpretazione e quella dei tuoi colleghi sono arrivate tutte queste emozioni …
“Credo di aver avuto uno switch da quel momento anche a livello attoriale, perchè ora mi sento più sicuro, pure nelle scene più semplici, in quanto sono riuscito ad affrontare i miei limiti e a migliorarmi”.
Luca Turco con Gina Amarante – credit foto Giuseppe D’Anna – Fremantle
Attualmente Niko non ha ancora superato il dolore per la perdita di Susanna ma al contempo sembra provare una sorta di gelosia nei confronti di Manuela (Gina Amarante) che ha iniziato una storia con Costabile. Quali sviluppi potrebbero esserci dal punto di vista sentimentale?
“Per ora non ci sono grandi sviluppi in questo senso. Manuela ha iniziato una nuova storia ma Niko non si sente ancora pronto ad avere accanto un’altra persona. Forse prova una sorta di gelosia, ma è concentrato sulla sua vita, su Jimmy, sul lavoro. In futuro chissà…”.
A proposito di Jimmy c’è un bel feeling tra te e Gennaro De Simone che lo interpreta…
“E’ molto divertente lavorare con Gennaro. Ricordo come si comportava Marzio Honorato con me quando ero piccolo e provo a fare lo stesso con lui, non cerco di sostituirmi a suo padre, sono un collega più grande di età, con maggiore esperienza e se posso gli do dei consigli che lui è felice di ascoltare. E’ bello vedere la crescita di un bambino, come sono stato io”.
La fotografia e la regia dei video sono due tue grandi passioni. Come sono nate?
“Sto studiando e praticando sia la fotografia che la regia. La prima è una conseguenza della parte registica perchè vorrei conoscere tutti i ruoli. L’obiettivo è avere un futuro da regista. Non so se ci riuscirò ma intanto ho terminato da pochi giorni le riprese del mio primo corto “Miss Postura””.
Cosa puoi raccontarci a riguardo?
“E’ stata un’esperienza bellissima ed emozionante ma anche faticosa perchè i tempi non sono quelli di un set Rai con cento persone a disposizione e ognuno deve quindi dare il massimo per la riuscita del progetto. Il film racconta una storia d’amore un po’ sopra le righe che vede protagoniste una mamma e una figlia che cercano di inseguire il proprio sogno. E’ ambientata in una Napoli popolare, un po’ grottesca, mi sono ispirato a “Reality” di Garrone e al filone narrativo dei registi napoletani che usano spesso la cultura popolare per raccontare una vicenda che abbia quella sensazione unica che ti tramanda questa città”.
Da tifosissimo del Napoli che emozione è stata la vittoria del terzo scudetto?
“E’ stata una delle cose più belle della mia vita, una gioia enorme, di quelle che durano poco ma che ti portano una carica immensa. Avevo sempre sentito i racconti delle persone che avevano vissuto quell’emozione, mentre io sono nato 33 anni fa, quando il Napoli ha vinto il secondo tricolore, e aspettavo da sempre quel momento che è finalmente arrivato”.
Quali sono le tue aspettative per la nuova stagione che è iniziata con qualche difficoltà?
“Lo scorso campionato il Napoli era la squadra più forte di tutti, questa stagione per ora non è iniziata nel migliore dei modi, ma sono fiducioso che possa tornare ad alti livelli e spero che non passino altri 33 anni prima di vincere un altro scudetto”.
di Francesca Monti
credit foto Giuseppe D’Anna – Fremantle
Si ringrazia Stefania Lupi