Arriva su Rai 1 da lunedì 27 novembre in prima serata “Il Metodo Fenoglio” con Alessio Boni: “E’ un letterato e vorrebbe ammanettare tutti con la psiche, senza toccare la pistola”

Arriva su Rai 1 da lunedì 27 novembre in prima serata “Il Metodo Fenoglio”, serie tratta dai romanzi de Il Maresciallo Fenoglio di Gianrico Carofiglio, editi da Einaudi, che vede protagonista Alessio Boni, con Paolo Sassanelli, Giulia Bevilacqua, Bianca Nappi, Michele Venitucci, Giulia Vecchio, Francesco Foti, Alice Azzariti, con la regia di Alessandro Casale, coprodotta da Rai Fiction e Clemart.

“Il Metodo Fenoglio” racconta una vicenda epica nella storia del nostro paese con toni intimi e delicati, un viaggio all’interno di una “zona grigia” dove diventa difficile, se non impossibile, distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

Bari, 1991. Il maresciallo piemontese Pietro Fenoglio è uno degli esponenti di spicco del Nucleo Operativo dell’Arma dei Carabinieri. I suoi punti di forza sono l’acuto istinto investigativo e il profondo rispetto per la legge e la verità, anche quando la sua apertura umana nei confronti dei criminali lo porta in diretto conflitto con i superiori.

Durante le sue ultime indagini Fenoglio ha cominciato a nutrire un sospetto che lo sta ossessionando. È convinto che la criminalità locale non sia più composta solo da un manipolo di bande rivali, ma che sia nata una vera e propria mafia barese. Eppure le sue indagini personali non trovano ancora riscontri pratici e vedono l’opposizione del suo superiore, il colonnello Valente.

Nei giorni successivi all’incendio doloso del Teatro Petruzzelli, cuore pulsante della città di Bari, la tensione è alle stelle: agguati, uccisioni e casi di lupara bianca creano un clima di terrore che rende impossibile la vita in città. E Fenoglio non riesce a decifrare le ragioni di quell’esplosione di violenza senza precedenti. Fino a quando non emerge un fatto inatteso e sconvolgente: il figlio di Nicola Grimaldi, il boss più potente e spietato del territorio, è stato sequestrato.

Durante le indagini svolte in collaborazione con l’appuntato Pellecchia, i cui modi spicci si scontrano con l’atteggiamento legalitario del suo superiore, e guidate dalla scontrosa e carismatica PM Gemma D’Angelo, Fenoglio vuole vederci chiaro. Scopre che il boss ha pagato un riscatto per riavere suo figlio, ma che il bambino non è mai tornato a casa.

I sospetti di tutti si concentrano su Vito Lopez, ex braccio destro del boss Grimaldi: la fortissima amicizia che li ha legati per anni, è infatti entrata in crisi ed è sfociata in una lotta fratricida e mortale. Ma è davvero Lopez l’artefice della faida oppure è solo un ennesimo capro espiatorio in una guerra criminale senza vincitori né vinti?

La domanda tormenta Fenoglio, mentre sul livido orizzonte delle vicende nazionali si consuma l’attacco di Cosa Nostra al cuore dello Stato con i massacri mafiosi di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle rispettive scorte. La risposta alla domanda che toglie il sonno a Fenoglio la darà un’indagine diversa da tutte le altre, che porterà a scoprire una verità sorprendente.

Alessio Boni (Fenoglio)IMG_0514

“E’ una serie che vanta un’ottima scrittura e un cast importante. Nei romanzi di Carofiglio viene data grande rilevanza alle relazioni tra i personaggi e gli attori sono riusciti a renderle al meglio. Ringraziamo l’Arma dei Carabinieri che ci ha permesso di capire quali sono i loro tratti caratteristici”, ha esordito la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati.

“È stato uno dei lavori più difficili che abbiamo realizzato e ci siamo subito innamorati dei libri di Carofiglio anche per i valori che trasmette. Il momento storico raccontato è drammatico, con l’incendio del Petruzzelli e la morte di Falcone e Borsellino. È una narrazione complessa”, ha spiegato Gabriella Bontempo di Clemart.

La parola è passata a Gianrico Carofiglio: “Un autore che si aspetta di ritrovare nel film o nella serie esattamente quello che c’era nei romanzi è un illuso ed è destinato a delusioni, non è auspicabile che sia uguale perchè significherebbe un prodotto fiacco che applica ai doveri di quel mezzo espressivo. Quello che si può sperare è che il film o la serie riesca a replicare lo spirito dei personaggi, cosa che è accaduta ne Il Metodo Fenoglio con un elemento in più, un senso di verità, una credibilità nel racconto investigativo che non è facile ritrovare. Ci sono personaggi ben interpretati, storie plausibili, una percezione di un’epoca storica ben visibile sullo schermo”.

La sceneggiatrice Doriana Leondeff ha raccontato: “È stata una bellissima avventura, avevo letto i libri di Carofiglio, mi erano piaciuti ma non sono di facile trasposizione. E’ una storia con temi profondi, non c’è la trama a cui gli sceneggiatori si appigliano, ma ho pensato che sarebbe stata una bella sfida. La collaborazione con Gianrico è stata molto proficua”.

Francesco Nardella di Rai Fiction ha aggiunto: “C’è stato un processo creativo molto armonico, infatti Carofiglio ci ha concesso numerosi spazi di lavoro. Anche con l’Arma dei Carabinieri abbiamo lavorato bene e alcuni loro consigli sono stati molto utili”.

A dirigere la serie è il regista Alessandro Casale: “Questo progetto mi ha dato l’opportunità di raccontare un pezzo della storia d’Italia di un’epoca diversa, dove non c’erano i cellulari. Partivamo da una struttura letteraria importante e Gianrico all’inizio ci ha dato una grande mano. Da piemontese mi sono messo nei panni del protagonista che si trasferisce al Sud”.

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A dare il volto al Maresciallo Fenoglio è Alessio Boni: “Tre anni fa sono andato a pranzo a Torino con Gabriella Buontempo e Massimo Martino. Avevo letto due libri di Carofiglio ma non Il Maresciallo Fenoglio. Mi hanno chiesto di leggere questi tre romanzi della serie e da lì è partito tutto. Poi dovevamo trovare un regista sabaudo per dare delle indicazioni sull’accento torinese, perchè è un nordico che scende al Sud in un periodo in cui c’era una mattanza vera. Raccontare quella veridicità non rassicurante è stato interessante. All’inizio alcune cose sono state cambiate e suggerite da Paolo Sassanelli e Giulia Bevilacqua per entrare nella realtà della situazione. Nel corso della storia succedono fatti efferati, si annusa la mafia che pian piano diventa la Sacra Corona Unita, la camorra, la ndrangheta, che insieme lottano contro lo stato. E’ importante far conoscere questi fatti, soprattutto alle nuove generazioni. Mi è piaciuto fin dall’inizio questo personaggio, oltre alla regia di Casale e alla scrittura potente. Fenoglio è anomalo, è un letterato, è colto e vorrebbe ammanettare tutti con la psiche, senza toccare la pistola”.

Alessio Boni (Fenoglio) Giulia Bevilacqua (Serena) IMG_4177

Giulia Bevilacqua invece interpreta Serena Morandi, la compagna di Fenoglio: “E’ una donna molto empatica, sa come prendere Fenoglio, è ironica, molto indipendente e moderna per quegli anni. Non sono sposati, stanno insieme da una decina di anni, hanno un rapporto basato sul rispetto, sulla libertà e sul dialogo, valori molto importanti soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo ora. E’ stato un orgoglio far parte di questo progetto importante, e necessario per la memoria storica. Spero che i giovani seguano questa serie e possano ricordare cosa hanno fatto queste grandi persone per noi”.

di Francesca Monti

credit foto ufficio stampa

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