Intervista con L’Aura: “Pastiglie è un brano volutamente ironico ma anche una riflessione sulla vulnerabilità dell’individuo”

A distanza di sette anni dalla sua ultima uscita discografica, L’Aura torna sulla scena musicale con il nuovo singolo “Pastiglie”, disponibile da venerdì 26 aprile per ADA Music Italy in radio e su tutte le piattaforme streaming.

Si tratta di un brano pop, scritto dalla stessa Laura Abela e da Andrea Bonomo e prodotto da Simone Bertolotti, in cui il sound uptempo si contrappone ad un testo che fa riflettere sulla vulnerabilità dell’individuo. Il giudizio verso il prossimo viene sospeso e il racconto si focalizza sulla ricerca di elementi esterni che possano aiutare a trovare il proprio posto nel mondo.

La pubblicazione del brano segue l’uscita della cover di “Girls Just Want To Have Fun”, contenuta nella colonna sonora del film “The Cage – Nella gabbia”, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023, nella sezione Alice nella città.

Laura, “Pastiglie” è il tuo nuovo singolo, scritto con Andrea Bonomo e prodotto da Simone Bertolotti, com’è nato?

“Questo singolo è nato a casa mia dopo un incontro con Andrea Bonomo. Un pomeriggio di qualche mese fa era venuto da me per ascoltare i brani su cui stavo lavorando, confrontarci e capire se potessimo collaborare. Avevo già scritto parecchio ma sentivo che mancava qualcosa per raccontare quello che era successo nell’ultimo periodo. E’ iniziata una conversazione sul percorso per cercare di ritrovare il benessere ed è iniziata questa avventura. Andrea si è messo al piano, abbiamo fatto partire un bit e da lì abbiamo creato il ritornello e da questa parola ripetuta ossessivamente abbiamo costruito la canzone. E’ stato molto naturale, mi sono trovata bene a lavorare con lui. Spero che questa collaborazione continui perchè siamo anime molto affini anche se veniamo da due background musicali diversi e ci incontriamo a metà strada, lui ha una natura più pop, io ascolto cose particolari ma mi piace questo genere, cantarlo e tingerlo un po’ di dark, affrontando nel testo degli argomenti scomodi. Si può esseri leggeri seppur parlando di qualcosa di importante. Mi viene in mente il maestro Battiato, ovviamente lui è a un livello superiore, ma riusciva a combinare delle melodie pop semplici con messaggi articolati. E’ stato il mio idolo per tutto questo progetto, come concetto intendo”.

Dal singolo traspare questo contrasto tra un sound pop e un testo che fa riflettere sulla vulnerabilità delle persone e sul fatto che spesso cerchiamo elementi esterni che possano aiutarci a trovare la felicità, il benessere, un posto nel mondo…

“Viviamo un momento in cui stiamo raggiungendo il massimo della follia sociale, in cui viene richiesto all’individuo di essere sempre perfetto, performante, infallibile quando in realtà la fallibilità è insita nell’essere umano ed è un messaggio sbagliato dire che se non sei perfetto allora hai bisogno di qualcosa che ti renda più “giusto”. Non voglio fare una critica perchè sono la prima a cadere in questa trappola. Oggi chi riesce a uscire dalla scatola ha già fatto un percorso, ha già mille punti di vantaggio sull’uomo o la donna medi, io sto cercando di raggiungere l’accettazione di me stessa, di stare bene nonostante tutto, ma non è semplice perchè le aspettative sono tante e arrivano da più parti, dal lavoro, dai genitori, dalla famiglia. Sta a noi trovare questo equilibrio perchè non c’è una strada che vada bene per tutti”.

Ognuno in effetti dovrebbe provare a trovare la propria strada fregandosene un po’ del giudizio degli altri…

“E’ durissima però, non conosco molte persone che riescono a fregarsene del giudizio altrui, e questo ti condiziona anche a livello inconscio perchè ci sono tante cose verso cui siamo attratti o che crediamo abbiano a che fare con il nostro gusto personale ma in realtà è tutto mediato da quello che la società ci propone. Chi dice di essere scevro da questi condizionamenti o è un monaco tibetano oppure sta mentendo o si sta illudendo perchè siamo tutti parte di questa gabbia di matti e quindi dobbiamo aiutarci l’un l’altro, mettere in luce questi aspetti e riderci sopra. Infatti il testo di “Pastiglie” è volutamente ironico”.

Mi ricollego a quanto hai appena detto dato che nel brano c’è la frase “Quasi felice come Alice nel Paese delle mie …pastiglie”…

“Quasi felice perchè chiaramente sono attimi che ci scorrono davanti e quando pensi di avere afferrato la felicità è già andata via. Quindi proprio per questo bisogna concentrarsi sulla bellezza delle piccole cose. La felicità è astratta, è un istante che fugge e bisogna vivere nel presente, trovare quei piccoli appigli per ancorarsi e stare bene, come la propria famiglia, gli affetti, cercando di non essere troppo dipendenti dal giudizio degli altri”.

“Pastiglie” segue la pubblicazione della cover di Cindy Lauper “Girls just want to have fun” contenuta nella colonna sonora del film “The cage – Nella gabbia” di Massimiliano Zanin…

“E’ arrivata questa proposta di lavoro per quest’opera prima ma con attori di tutto rispetto, è un bel film, è molto particolare nel senso che parla di uno sport che non è prettamente femminile, le arti marziali miste, e mi è piaciuto perchè vengono utilizzate come metafora. La protagonista è una persona che si ritrova chiusa in questa situazione dalla quale non riesce ad uscire perchè ha l’urgenza e la necessità di combattere, non tanto per la violenza fine a se stessa, ma come lotta che è insita nell’uomo. Quando nasciamo lottiamo per venire al mondo, nel parto tu stai lottando per emergere, in quel caso lei combatte per mostrare la sua personalità, la sua voglia di affermare i propri diritti di donna che vuole sentirsi libera di essere quello che desidera. Infatti lavora in questo zoo ma non è la sua dimensione ideale, è lì per fare contento il compagno. Mi è piaciuto questo concetto per cui si può cercare di accontentare gli altri ma innanzitutto dobbiamo fare felici noi stessi. E’ inutile mentire. Io prendo i tempi necessari e faccio le cose come piace a me. Se il risultato arriva bene, altrimenti pazienza”.

credit foto Imad Skhairi

Nel 2008 hai preso parte al Festival di Sanremo con il brano “Basta” incentrato sulla non violenza, ti piacerebbe in futuro tornare in gara sul palco dell’Ariston?

“Sì, è sicuramente un bel palco quindi mi piacerebbe tornarci”.

Quali saranno i tuoi prossimi progetti?

“Usciranno altri brani secondo me molto belli, alcuni scritti con Andrea Bonomo, altri con autori diversi, ma per il momento viaggiamo a vista. Dopo tanto tempo è importante non solo andare a recuperare il rapporto con il mio pubblico che fortunatamente mi ha seguita in tutti questi anni ma anche allacciare una conversazione con le generazioni più giovani perchè penso che potrebbe interessare questo tema della salute mentale. E’ un discorso che intavolano più spesso di noi adulti, perchè sono cresciuti in una realtà ancora più opprimente, hanno vissuto il covid che è stato un momento notevolmente difficile e tanti ragazzi si sono ritrovati in situazioni complesse”.

di Francesca Monti

credit foto Imad Skhairi

Si ringrazia Giulia Diplotti

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