Oggi, domenica 1 ottobre, il Papa si è recato in visita apostolica a Cesena e Bologna. Accolto da una folla festante, tra cui erano presenti don Mario Lucchi, 98 anni e una suora di 105 anni, e dal vescovo Regattieri, Papa Francesco si è recato nella Cattedrale di Cesena, lanciando un appello per la “buona politica, non quella asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza di fazioni o centri di interessi, che non sia né serva né padrona, ma amica e collaboratrice; non paurosa o avventata, ma responsabile e quindi coraggiosa e prudente nello stesso tempo; che faccia crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione; che non lasci ai margini alcune categorie, che non saccheggi e inquini le risorse naturali”. Il Papa ha poi sottolineato l’importanza della rivoluzione della tenerezza: “Bisogna recuperare la capacità di guardare. Si possono vedere tanti volti grazie ai mezzi di comunicazione, ma bisogna vedere negli occhi. Così si può fare la rivoluzione della tenerezza”.
Quindi Papa Francesco si è recato a Bologna, dove ha visitato l’hub di Via Mattei, incontrando i mkigranti e ricevendo in dono un braccialetto analogo a quello che indica l’inizio del percorso di accoglienza dei richiedenti asilo ospitati nella struttura.
“Bologna”, ha ricordato il Papa ai migranti dell’Hub, “è stata la prima città in Europa, 760 anni fa a liberare 5855 schiavi, tantissimi, eppure Bologna non ebbe paura, la città li riscattò, forse lo fecero anche per ragioni economiche, perché la libertà aiuta tutti e a tutti conviene, senza paura accolsero quelle “non persone”, li riconobbero come esseri umani. Scrissero in un libro i loro nomi. Come vorrei che anche i vostri nomi fossero scritti e ricordati per trovare assieme come allora, un futuro comune”.
Dopo aver attraversato in papamobile la città, il Pontefice è arrivato in Piazza Maggiore accolto dall’applauso della folla. Qui ha incontrato i rappresentanti del mondo del lavoro e i familiari delle vittime delle stragi e della banda della Uno bianca, poi ha recitato l’Angelus, quindi ha pranzato con 1400 ospiti, tra homeless, migranti, emarginati, e con l’arcivescovio Zuppi, nella Basilica di San Petronio. Il menù prevedeva lasagne al ragù, cotoletta di tacchino alla bolognese, patata e una maxi torta di riso. Nel pomeriggio il Papa ha celebrato la Santa Messa allo Stadio Dall’Ara, prima di fare ritorno a Roma.

In Piazza Maggiore c’era anche il popolarissimo cantante bolognese Gianni Morandi che ha intrattenuto la folla in attesa dell’arrivo di Papa Francesco, cantando alcune delle sue più celebri canzoni, come “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” e ha omaggiato Lucio Dalla, interpretando, voce e chitarra, Piazza Grande.
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