Arriva al cinema l’8 marzo “Nome di donna”, il nuovo film di Marco Tullio Giordana con Cristiana Capotondi

Arriva al cinema l’8 marzo “Nome di donna”, il nuovo film di Marco Tullio Giordana, con Cristiana Capotondi, Valerio Binasco, Stefano Scandaletti, Michela Cescon, Bebo Storti, Laura Marinoni, e con Anita Kravos, Stefania Monaco, Renato Sarti, Patrizia Punzo, Patrizia Piccinini, con la partecipazione di Vanessa Scalera, Adriana Asti e Linda Carini, distribuito da Videa.

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Il film, la cui sceneggiatura è firmata da Cristiana Mainardi con Marco Tullio Giordana, affronta una tematica importante e molto attuale come quella delle molestie sul luogo di lavoro, e racconta la storia di  Nina, interpretata magistralmente da Cristiana Capotondi, che si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Lombardia, dove trova lavoro in una residenza per anziani facoltosi. Un mondo elegante, quasi fiabesco. Che cela però un segreto scomodo e torbido. Quando Nina lo scoprirà, sarà costretta a misurarsi con le sue colleghe, italiane e straniere, per affrontare il dirigente della struttura, Marco Maria Torri (Valerio Binasco) in un’appassionata battaglia per far valere i suoi diritti e la sua dignità.

Cristiana Mainardi ha raccontato com’è nata l’dea del film: “E’ ispirato a un fatto degli anni 90 ma è una suggestione che mi ha portato a riflettere come a 25 anni da quell’episodio e dall’introduzione di una legge che comprendeva le molestie sul lavoro l’Istat rappresentasse uno scenario che è quello che sappiamo, con 2.500.000 donne coinvolte in questo scenario. Il resto è frutto della fantasia che si basa però su dati oggettivi, cioè tutte le figure professionali che concorrono ad operare e in questo ambito, le testimonianze di donne che ci hanno raccontato quanto hanno vissuto“.

Il regista Marco Tullio Giordana ha spiegato: “Il film è ambientato nella zona più evoluta del Paese, quella che dovrebbe confermare la mentalità delle posizioni più avanzate. Alla fine degli anni 60 sembrava che anche nella relazione tra uomo e donna ci fossero stati dei progressi sul luogo del lavoro, oggi siamo tornati indietro, e questo rende possibili queste cose orrende. Un’élite vive meglio e vede garantiti i suoi privilegi anche sul piano culturale ma per la maggior arte della popolazione non è così. Non ho visto nessun partito nelle elezioni menzionare la cultura nei programmi di governo, invece io penso che nella vita delle persone sia un asse importantissimo e non considerarlo minimamente come indicatore del senso di stare al mondo è molto grave“.

Cristiana Capotondi, che abbiamo spesso visto interpretare ruoli di donne coraggiose, con quella delicatezza e quella umanità che le sono proprie, in film e serie che affrontano temi sociali importanti, ha dichiarato: “Spero che questo film possa essere visto da tutte le donne, quelle giovani che si affacciano al mondo del lavoro, quelle donne mature  che sono nel mondo del lavoro da tempo e possono essere una forza motrice di cambiamento e anche dagli uomini affinché possano cambiare il modo di rapportarsi con le donne. Più gente vede questo film visto l’argomento molto attuale e caldo, meglio è. Ho letto la sceneggiatura dopo aver incontrato Marco Tullio e ho subito compreso che era ricca di emozioni, quindi ho cercato di restituire la realtà di una donna piccolo-borghese che rifiuta l’aiuto di un uomo e che cresce da sola una bambina. E quando sul luogo di lavoro subisce queste molestie decide di reagire e di portare avanti da sola questa battaglia. Ho sentito Nina molto vicina a me e l’ho stimata per questa sua forza. E’ eroica e ha questo senso di eredità, non solo biologica, vuole anche costruire un mondo migliore per la figlia. Ha questo forte senso di maternità che mi ha molto toccata, tenta di lasciar fuori la sua bambina da questa vicenda per proteggerla, anche se è già coinvolta indirettamente“.

 

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