Intervista con Paolo Benvegnu’ che ci presenta il nuovo disco “Dell’odio dell’innocenza”

La scrittura mi pare abissale e profonda, vagamente imperfetta e verbosa, vanamente protesa alle risoluzioni degli esseri umani. Quasi un campionario ideale di impossibilità“, con queste parole Paolo Benvegnu’ racconta il disco “Dell’odio dell’innocenza” in uscita il 6 marzo su tutte le piattaforme digitali per Black Candy Produzioni, e anticipato dal singolo “Pietre”.

Il nuovo lavoro contiene dieci inediti “chitarra e voce” e un undicesimo brano esclusivamente strumentale che affrontano diverse tematiche, dall’amore all’attualità.

Dal 2018 l’artista è impegnato anche con il progetto di successo I racconti delle nebbie insieme allo scrittore Nicholas Ciuferri,

Abbiamo incontrato a Milano Paolo Benvegnu’ che parlandoci del nuovo disco ha instillato un dubbio sulla genesi dello stesso, lasciandoci la possibilità o meno di credere a questa storia.

Paolo, ci racconti com’è nato il tuo nuovo disco “Dell’odio dell’innocenza?

“Ci sono due strade per specificare questa sequela di intuizioni: la prima è che dopo tre anni di vita bellissima e faticosa sono affiorate delle idee che sono diventate casualmente un disco, l’altra strada è che sono arrivato una mattina nella sala prove dove spesso vado a lavorare e c’era una busta nella cassetta delle lettere con scritto “Paolo Benvegnù” con all’interno un cd con il titolo “Dell’odio dell’innocenza” fatto da un anonimo. Ho sentito questi pezzi, mi sono piaciuti tantissimo e li ho rifatti. Puoi quindi scegliere se ho la responsabilità di questo disco oppure no”.

Nel brano “Pietre” canti “piu’ conosco gli umani piu’ capisco le pietre”, cosa non ti piace dell’essere umano?

“Non mi piace la mancanza di pudore, la quasi impossibilità di non avere un secondo fine, il fatto che l’essere umano sia controllante, che ci siano soltanto rivoluzioni tecnologiche che provocano cambiamenti. Avrei centinaia di migliaia di motivazioni per cui non mi piacciono gli esseri umani, tanto meno quelli italiani, nonostante viviamo in una terra bellissima che parla e dovremmo stare zitti ed ascoltarla. In realtà la metafora è un’altra, io amo gli umani ma la pietra e il mondo minerale per noi rappresentano un mistero e allora dobbiamo cercare di sondare l’insondabile, perchè ci dà un limite ulteriore”.

Nella tracklist sono presenti quattro brani che contengono nel titolo la parola “infinito”. Cosa rappresenta per te?

“L’infinito è l’indistinguibile, l’idea è di mettere in questo disco qualcosa di indistinguibile perchè tutti i brani partono da una stessa idea. Gli altri pezzi hanno un titolo preciso perchè sono contestualizzabili, il resto è infinito”.

Vorrei chiederti qualcosa in piu’ riguardo il brano “Nelle stelle”…

“Ci sono tre-quattro pezzi intimi, quasi oscenamente intimi e “Nelle stelle” è tra questi. Cosa si può chiedere di piu’, ingenuamente, alla persona amata quando dici: “solo io e te in ogni cosa, in ogni cellula”, oppure “dimmi che sono anch’io nel tuo inferno””.

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Hai realizzato con Nicholas Ciuferri l’interessante progetto “I racconti delle nebbie” che unisce musica e letteratura. Verrà ripreso nei prossimi mesi? Quanto oggi la musica può avere una valenza sociale?

“Faremo delle sessioni di registrazione tra giugno e agosto e a dicembre dovrebbe uscire il nuovo disco. E’ un progetto molto bello e fuori dagli standard. Penso che il ruolo della musica come veicolo di messaggi sociali sia sempre importante. Si può fare politica facendo il meccanico se pensi di realizzare ad esempio un carburatore che funzioni a olio di colza, facendo il falegname usando legni riciclati senza tagliare gli alberi, a maggior ragione bisognerebbe fare politica attraverso l’arte. Mai come in questo momento ho visto un abbassamento dello sguardo da parte del mondo intellettuale italiano, è vergognoso perchè bisogna avere anche il coraggio di essere fuori dai circoli e se non sei funambolo e controcorrente non puoi definirti intellettuale. Il fatto stesso che in una statistica dell’Istat l’80% degli italiani si definisca felice sia dal punto di vista amoroso che economico a me suona strano perchè non sento nelle strade questa felicità, non siamo nel 1963, non c’è il boom economico. Penso sia arrivato il momento di essere animali politici nel senso di non dire è successo ma far succedere, invece in Italia tutto quello che accade è legato agli aspetti di piazza, quindi Sanremo, la televisione… Preferivo quando c’erano i film di Totò”.

Da marzo sarai in tour nei club, hai già deciso come rendere live il disco?

“La cosa meravigliosa è mettere le cause per smettere di decidere, è un disco che parla anche di questo, cioè votarsi allo sguardo ulteriore delle cose, verso l’altro in generale, verso l’impossibilità di controllare tutto. Ho trovato persone che hanno creduto in me, dal mio staff, ai miei musicisti, ai ragazzi di Black Candy Records. Per il tour l’idea è di realizzare un concerto che suoni come un film”.

Il tour in collaborazione con Black Candy Records e Kashmir Music partirà il 4 marzo 2020, queste le date:

4 Marzo – Teatro Coppola – Teatro dei cittadini – Catania
5 Marzo –  I Candelai – Palermo
6 Marzo – TBC – Lamezia Terme
7 Marzo – Garagesound – Bari
13 Marzo – Capitol Pordenone – Pordenone
19 Marzo – Circolo Ohibò – Milano
20 Marzo – Viper Theatre – Firenze
21 Marzo – Spazio Astra – Foligno
26 Marzo – LOCOMOTIV CLUB Bologna – Bologna
28 Marzo – sPAZIO211 – Torino
4 Aprile – MONK Roma – Roma
10 Aprile – New Age club – Roncade (Treviso)
17 Aprile – Bronson – Ravenna
18 Aprile – Officina72 – Agropoli
24 Aprile – Latteria Molloy – Brescia
25 Aprile – The Cage – Livorno

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Questa la tracklist del disco: “La Nostra vita innocente”, “Pietre”, “Infinito1”, “Nelle Stelle”, “Infinito3”, “La Soluzione”, “Altra ipotesi sul Vuoto”, “Animali di Superficie”, “Infinito2”, “Non Torniamo Più”, “InfinitoAlessandroFiori”.

di Francesca Monti

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