Recensione dello spettacolo teatrale “Per voce di donna”

Il 19 e il 20 luglio è andato in scena ai giardini del Teatro Olimpico di Vicenza “Per voce di donna” spettacolo organizzato da Theama Teatro, ispirato all’omonimo libro di Marina Marcolini, per la regia di Anna Zago, un lavoro teatrale della compagnia ‘Nautilus Cantiere Teatrale’ in cui viene raccontato il rapporto tra Gesù e sei figure femminili dei vangeli che narrano, in prima persona, l’esperienza del proprio incontro con Cristo.

Si è trattato di una rappresentazione teatrale notevolmente raffinata che ha incantato un pubblico molto coinvolto, benché distanziato per le norme Covid. Grazie alla struttura itinerante dello spettacolo, lo spettatore viene condotto in luoghi diversi del giardino, divenuti set della narrazione di ognuno dei personaggi femminili. Il percorso inizia con la madre di Cristo al centro del giardino e continua con il racconto delle altre donne lungo angoli della struttura perimetrale del luogo, richiamando la dimensione modulare delle stazioni (mansiones) della sacra rappresentazione, estensione scenografica tanto cara agli sperimentatori teatrali delle neo avanguardie, a cominciare da Luca Ronconi con il suo “Orlando Furioso” degli anni ’60 del secolo scorso.

Non solo il teatro di parola caratterizza questo lavoro, ma anche il linguaggio del corpo, grazie agli accurati movimenti coreografici di Ester Mannato danzati da Ilaria Pravato. Sorprende in questa performance la notevole essenzialità della regia, accompagnata da una convincente modalità espressiva delle attrici Valentina Ferrara, Maria Teresa Totti, Daniela Calvene, Daniela Padovan, Federica Omenetto che riescono a rimanere a debita distanza dal rischio della retorica o dell’enfasi cui sovente lavori di ispirazione evangelica possono condurre. Spettacolo da vedere.

di Toni Andreetta

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