2 agosto 1980, le parole mancanti su ERTonAIR

Emilia Romagna Teatro Fondazione prosegue le iniziative legate al calendario civile e, in occasione dei quarant’anni dalla Strage di Bologna, affida a Riccardo Frati la realizzazione di un documentario sul tragico evento, 2 agosto 1980, le parole mancanti, on line domenica 2 agosto alle 21.30 sulla pagina Facebook di Dire+Fare=Fondare e sul sito di ERT, nella sezione ERTonAIR.

Il progetto è parte appunto di Dire+Fare=Fondare, l’azione di teatro partecipato, audience development, pedagogia civica e promozione territoriale di ERT Fondazione, rivolta a un pubblico di ragazze e di ragazzi dagli 11 ai 25 anni, all’interno di Così sarà! La città che vogliamo, progetto promosso dal Comune di Bologna e finanziato con i fondi europei del Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane (PON Metro) 2014-2020.

La creazione del documentario ha visto coinvolte tre universitarie, partecipanti al laboratorio “Senza bisogno di eroi”, iniziato prima del lockdown e proseguito dopo in forma digitale.

Attraverso le impressioni delle studentesse, Marta Costantini, Francesca Cudemo e Noemi Pittalà, Frati racconta ciò che è stato della strage attraverso i loro sentimenti, che fanno da filtro alle immagini storiche: video di repertorio tra più toccanti e noti di quel giorno, forniti dall’Archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, ritagli di rassegna stampa ed estratti da altri documentari.

L’obiettivo è proprio quello di affrontare uno degli eventi più discussi e occultati della storia italiana, attraverso gli occhi di chi non era ancora nato e di chi vede così lontana quella “memoria stuprata” e mai rivelata.

Note di Riccardo Frati

Sulla strage di Bologna è stato detto tanto, forse troppo. Ma è stato detto tutto o qualcosa ancora manca? Dopo quarant’anni noi, nuove generazioni che non abbiamo memoria visiva di quanto accaduto, con quali occhi possiamo guardare a quella mattina e con quali parole possiamo “ricordarla”? Una ferita ancora aperta della nostra storia, una ferita talmente profonda da farci sentire impotenti. Eppure è necessario rievocare quei momenti dolorosi, perseverare nella ricerca della verità e continuare a darne testimonianza. Siamo consapevoli che è anche nostra responsabilità tenere viva la Memoria. In una prefazione Carlo Lucarelli ha scritto che il compito del narratore di fronte a eventi di tale gravità può ridursi solo a due cose: “far rivivere le emozioni e mettere in fila i fatti”. Questo il nostro tentativo, il nostro contributo.

 

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