PRESENTATO ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA E PROSSIMAMENTE SU RAI 3 “ORA TOCCA A NOI – STORIA DI PIO LA TORRE”, IL DOCUMENTARIO DI WALTER VELTRONI SULL’EROE ANTIMAFIA

La Festa del Cinema di Roma, giunta alla sua diciassettesima edizione, ha dato spazio, giorno 21 ottobre, in anteprima e come “Special Screening”, grazie al documentario intitolato “Ora tocca a noi – Storia di Pio La Torre” di Walter Veltroni, alla raffigurazione ed alla ricostruzione della vita di un uomo che si oppose con forza alla mafia. A quarant’anni dal suo tragico assassinio Pio La Torre è rivissuto sul grande schermo e, presto anche sul piccolo, esattamente su RAI 3, ricordandoci chi sono stati e sono i veri eroi del mondo contemporaneo.

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Prodotto da Santo Versace e Gianluca Curti, per Minerva Pictures, in coproduzione con Rai Documentari e Luce Cinecittà, con il contributo di Rai Teche, questo docufilm racconta la parabola dell’uomo che il 30 aprile del 1982, quando era segretario regionale del PCI, venne ucciso assieme al suo autista e amico Rosario Di Salvo, ad opera di un drappello di mafiosi che posero fine ad una vita dedicata all’impegno civile ed alla strenua opposizione alla mafia. La sua battaglia principiò sostenendo i braccianti per poi proseguire attivamente, venendo eletto più volte ala camera dei deputati, facendo parte della Commissione Parlamentare Antimafia del 1976 e avanzando anche la famosa proposta di legge che divenne, dopo la sua morte, la legge 13 settembre 1982, n. 646 (denominata “Rognoni-La Torre”), che inserì nel codice penale l’art. 416-bis, con l’istituzione del reato di “associazione di tipo mafioso” e la conseguente confisca dei patrimoni di origine illecita.

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Pio La Torre era un uomo riservato ed al tempo stesso combattivo, schivo ma pronto a creare il confronto costruttivo. “Ora tocca a noi” è la frase che egli pronunziò qualche giorno prima di essere barbaramente freddato, rivolgendosi all’amico Emanuele Macaluso (segnante la sua presenza in questo prodotto filmico), essendo cosciente del fatto che Cosa Nostra voleva impedire che la sua lotta contro l’illegalità si attuasse appieno e riuscisse ad inferire colpi quasi di grande potenza alla malavita organizzata.

Ora tocca a noi – Storia di Pio La Torre si impernia attorno ad una serie di fondamentali ricordi di amici e colleghi e testimonianze relative a questo grande uomo, come quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (il cui padre, Piersanti Mattarella, venne ammazzato dalla mafia e fu artefice del potente discorso, contenuto nel docufilm di Veltroni, subito dopo assassinio di La Torre) e che ha riconosciuto la grande importanza della suddetta legge proposta da La Torre. Un grande apporto è stato dato anche dai contributi forniti dall’ex capo della Squadra Mobile di Palermo Francesco Accordino, dal regista Giuseppe Tornatore, dalla figlia di Rosario Di Salvo (colui che perì nell’attentato con il segretario del PCI), Tiziana di Salvo, dall’attuale Procuratore Capo di Palermo Maurizio De Lucia, e dal figlio del politico palermitano, Franco La Torre.

Di grande importanza compiere la rappresentazione del percorso umano di La Torre anche attraverso filmati che hanno espresso la forza dei suoi contributi durante i comizi, ai congressi dal PCI o in Parlamento, con alcuni momenti della vita del politico di Baida (una frazione di Palermo) che sono stati ricostruiti in forma di fiction, con Davide Amato e Moisè Curia, che hanno incarnato rispettivamente La Torre da piccolo e da adulto, seguendo la sceneggiatura di Monica Zapelli (che ha ricevuto nel 2001, assieme a Claudio Fava e Marco Tullio Giordana il David di Donatello per la migliore sceneggiatura per la pellicola “I cento passi“).

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Walter Veltroni ha affermato come Pio La Torre fosse una persona con la quale aveva lavorato ed a cui voleva bene e la cui figura non meritava, considerando la vita spesa per la legalità, di finire nel dimenticatoio della memoria dell’uomo comune. Il ritratto compiuto in questo docufilm è, a detta dello stesso ex-sindaco di Roma, quello di un uomo che, figlio di braccianti e bracciante anche lui da giovane (tanti furono i sacrifici per andare a studiare per lui che non aveva pochi soldi e tornava la sera a governare gli animali), ha accolto le ragioni di tutela e difesa di quella categoria lavorativa. E crescendo con quelle esperienze è divenuto strenuo difensore dei lavoratori e grande oppositore della mafia, comprendendo la natura di questo fenomeno nequitoso prima e maggiormente rispetto ad altri e venendo travolto proprio dalla malvagità di chi lo ha ucciso. Lo stesso Veltroni ha poi spiegato come la scelta di inserire una parte di fiction in questo film sia stata dovuta alla necessità di rappresentare le prime fasi della vita di La Torre non narrandole genericamente con qualche fotografia d’annata e per meglio esplicare le premesse delle azioni e del pensiero di La Torre.

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Pio La Torre, come emerge da questo docufilm, era un uomo dalla grande profondità umana che ha trascorso una vita difficile, ma sempre animato da un senso di giustizia e di difesa dei più deboli a cui dovremmo ispirarci tutti noi. Per questo non va dimenticato ma esaltato al pari di esempi fulgidi di impegno civile e lotta contro la mafia come Falcone e Borsellino.

di Gianmaria Tesei

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