“E’ un personaggio sfaccettato, una donna che si mette in gioco, sbaglia, si rende conto di aver sbagliato e chiede scusa, e questo la rende molto umana”. Serena Iansiti è tra i protagonisti della seconda stagione de “Il Commissario Ricciardi”, in onda da lunedì 6 marzo su Rai 1, con la regia di Gianpaolo Tescari, tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni, coprodotta da Rai Fiction, Clemart e Rai Com.
Attrice di talento, dalla grande profondità interpretativa, nella serie dà il volto all’affascinante cantante lirica Livia Lucani, vedova del tenore Vezzi, che ha conosciuto il commissario Luigi Alfredo Ricciardi (Lino Guanciale), mentre indagava sull’omicidio del marito e si è trasferita a Napoli per lui, nel tentativo di conquistarlo. Elegante, bellissima, mondana, non riesce a mettere da parte il suo sentimento per l’uomo che ama nemmeno di fronte agli allontanamenti di lui. E’ un amore disperato, che svela una fragilità inimmaginabile agli occhi di chiunque ma anche la sua generosità.
La cantante riceve inoltre le continue visite di Falco (Marco Palvetti), una spia del regime, con cui ha instaurato un rapporto controverso e combatte con eleganza per non farsi manipolare dalle sue trame.
Serena Iansiti ne “Il commissario Ricciardi – seconda stagione” – credit ufficio stampa Rai
Serena, nella seconda stagione de “Il Commissario Ricciardi” ti ritroviamo nei panni di Livia. Quali nuove sfumature del tuo personaggio emergeranno?
“Nella seconda stagione si vedrà che la passione e l’innamoramento di Livia nei confronti di Ricciardi diventa quasi un’ostinazione e questo le farà compiere non volutamente anche azioni strane. In un momento di debolezza si farà sfuggire dei pensieri ad alta voce che danneggeranno il Commissario. Questo amore non corrisposto come vorrebbe la logora. Livia comunque riesce sempre a trovare una sua rivalsa. E’ un essere umano pieno di sfaccettature, è un personaggio amato, detestato, che sbaglia, si rende conto di aver sbagliato e chiede scusa, si mette in gioco e questo la rende una donna molto umana. E soprattutto non ha paura di mostrare le sue debolezze. Inoltre la vedremo cantare in ogni puntata. Non è un musical ovviamente, ma ci sono diversi momenti musicali e mondani. Inoltre Livia sarà anche un po’ Mata Hari, infatti inavvertitamente diventa quasi una spia. Quindi in questa seconda stagione avrà una linea romantica, un’altra da spy story, un’altra ancora da divina cantante d’epoca ed è sempre molto bello interpretarla”.
Livia infatti inizia anche ad indagare su Enrica (Maria Vera Ratti), la sua rivale in amore, e in una scena della prima puntata dice a Ricciardi: “dovrei solo aspettare un’altra elemosina della tua attenzione?”…
“Ricciardi non le dice mai un no definito, rimane molto vago, e vedremo come questa situazione di indecisione possa creare molta confusione e rendere Livia un po’ esitante. Ovviamente io avrei lasciato perdere molto prima, ma lei è fatta così. Succederanno tante cose nel corso delle puntate”.
La serie è ambientata nella Napoli degli anni Trenta. Cosa ti ha più colpito di quell’epoca?
“In questa stagione si sente molto di più la presenza del regime fascista, anche per quanto riguarda il mio ruolo. C’è un grande mistero, si avverte la paura per qualcosa che non è chiaro, non si capisce cosa stia succedendo. Siamo molto vicini all’inizio della seconda guerra mondiale, non se ne parla ma si avverte questo senso di pericolo e un controllo molto massiccio. Se nella prima stagione Livia aveva un potere, infatti grazie alle sue conoscenze era riuscita a far liberare il Dottor Modo (Enrico Ianniello), ora non capisce più chi siano i buoni e i cattivi. C’è una bella tensione di sottofondo in tutta la serie e questo è interessante. Sarà anche più presente il personaggio di Falco, interpretato da Marco Palvetti”.
La serie è tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, avevi già avuto modo di leggerli prima delle riprese della serie?
“Sì, li ho letti tutti ed ora sto iniziando “Caminito”, l’ultimo romanzo di De Giovanni. E’ un autore prolifico e mi piace molto il suo stile e il suo modo di raccontare”.
Girando a Napoli cos’hai scoperto o riscoperto della tua città d’origine?
“Sono tornata a viverci da poco, perché sono cresciuta a Latina e poi a Roma. E’ la mia città, ma anche chi non ha origini napoletane o non ha mai vissuto lì, quando arriva a Napoli ha la sensazione di non sentirsi mai solo, trova un’accoglienza pazzesca. E’ piena di energia, di contrasti, è molto complessa però c’è anche una grande solidarietà”.

Ci racconti qualche aneddoto accaduto sul set?
“Ve ne racconto due. Ho preso lezioni da Silvia Gavarotti, una bravissima cantante che mi ha aiutato a impostare la voce e il personaggio, poi sono stata doppiata da Minni Diodati, un soprano professionista. In questa seconda stagione ho cantato tre pezzi, tra cui uno in inglese, mi sono anche registrata ed è stato divertente tornare a vestire i panni di una diva d’altri tempi.
Quando abbiamo girato la seconda stagione della serie il covid imperava e qualcuno si è ammalato, tra cui il nostro regista. Così ci ha diretto in streaming con l’aiuto di Lino Guanciale. Facevamo le prove di lettura in video ma nonostante le difficoltà è stato bello lavorare insieme”.
Ricollegandomi alla musica e al canto, ti piacerebbe recitare in un musical o magari incidere un singolo?
“Ho un grande rispetto per il mestiere di cantante e sono molto autocritica quindi penso ci vorrà tanto tempo prima che possa succedere, ma non mi dispiace l’idea. Cantare credo sia una delle manifestazioni massime di libertà e saper usare questo strumento così importante come la voce e trasmettere emozioni è meraviglioso. Quindi non lo escludo. Mi piacerebbe sicuramente avere la possibilità di fare un musical di musica leggera o cantare in qualche film. Per ora mi è capitato di narrare degli audiolibri (Troppo freddo per Settembre, Dodici rose a Settembre e Una sirena a Settembre) e mi piace usare la voce per comunicare, perché nessuno ti vede ma tutti ti ascoltano”.
E’ sicuramente più complicato narrare un audiolibro rispetto alla recitazione in un film o in una serie, dove hai a disposizione anche gli sguardi e la gestualità oltre alla voce…
“E’ vero ma al contempo hai anche più libertà. Lo spettatore è meno distratto perché non vede cosa sta facendo l’artista, non pensa all’estetica, mentre l’attore deve carpire l’attenzione degli altri con il suo modo di narrare. E’ un grande stimolo”.
C’è un filo comune che lega alcuni personaggi che hai recentemente interpretato, cioè Rosaria ne “I Bastardi di Pizzofalcone”, Carolina in “Un Passo dal cielo”, Sara in “Don Matteo” e Livia ne “Il Commissario Ricciardi”: sono tutte donne determinate che però hanno anche delle fragilità…
“Sono tutte donne realizzate lavorativamente, di successo, che però non hanno paura di mostrare anche le proprie debolezze e questa è la loro forza. Non devi far finta di essere sempre di ferro, è bello far uscire anche l’umanità e la fragilità che tutti noi abbiamo”.
Penso che per un’attrice interpretare dei personaggi fallibili e sfaccettati sia interessante…
“Sono i personaggi più belli perché sono quelli in cui si possono trovare tante sfumature. Gli eroi esistono ma a volte sono anche persone che fino a poco tempo prima avevano fatto degli errori, avevano avuto fallimenti nella loro vita che li hanno resi più forti. Basta un’occasione per rovesciare la situazione. Le difficoltà ci fanno acquisire esperienza e ci permettono di andare avanti con più energia. Mi piace interpretare donne sfaccettate, che non hanno una vita facile, che usano l’ironia per resistere”.
credit foto Piergiorgio Pirrone
Quando ci siamo sentite per la precedente intervista eri in attesa di tua figlia Viola, che ora ha venti mesi. Come è cambiato il tuo punto di vista sul mondo?
“Diventare mamma è la cosa più bella del mondo. Con l’arrivo di Viola il tempo è diventato più prezioso e cerco di capire cosa voglio fare per non togliere spazio a lei e a me. Tutto ha assunto un valore diverso. In generale col passare degli anni, a prescindere dall’avere un bambino, impari a decidere come spendere il tuo tempo e a cercare progetti che siano inerenti al nostro essere, alla nostra vita. Un figlio ti fa comprendere ancora di più cosa tu voglia fare o meno, dalla scelta di un lavoro al modo in cui gestire la giornata”.
Un’ultima curiosità: ci hai svelato che nella seconda stagione de “Il Commissario Ricciardi” Livia canterà molto. Quale canzone assoceresti al tuo personaggio?
“Sceglierei sicuramente “The Lady is a tramp” di Frank Sinatra”.
di Francesca Monti
credit foto copertina Piergiorgio Pirrone
Si ringraziano Giulia Gillam, Daniela Staffa e Serena Fossati