Una storia trentennale, un duo inossidabile, brani che fanno riflettere e raccontano spaccati di vita: i Jalisse sono tra i grandi ospiti che saliranno sul palco della 17a edizione del Minturno Musica Estate 2023, che si terrà giovedì 31 agosto alle ore 21 in Piazza Portanova a Minturno, con la Direzione artistica del manager Pasquale Mammaro che presenterà la serata insieme a Sergio Cerruti, con la partecipazione di Ilenia de Sena. Nel corso dell’evento il duo riceverà il Premio A.F.I alla carriera.
Alessandra Drusian e Fabio Ricci, reduci dalla partecipazione all’Isola dei Famosi in cui con la semplicità che li contraddistingue, hanno saputo spogliarsi di qualunque artifizio, conquistando ancora di più il cuore del pubblico, hanno recentemente pubblicato il singolo “Perdono”, inteso nel suo significato più profondo, un atto di umanità e generosità che non chiede nulla in cambio, ma al contrario annulla con sincera convinzione qualsiasi rivalsa.
In questa intervista i Jalisse ci hanno parlato del nuovo brano ma anche dei loro trenta anni di carriera, dell’esperienza all’Isola dei Famosi, dei ricordi legati al Premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini e a Toto Cutugno.
“Perdono” è il vostro nuovo singolo, il cui testo è stato completato nel corso della partecipazione a L’Isola dei Famosi. Cosa potete raccontarci a riguardo?
Alessandra: “Siamo stati chiamati a partecipare a L’Isola dei Famosi mentre stavamo già lavorando a questo brano e avevamo gettato le basi del ritornello, sia rispetto al testo che alla melodia. Sapevamo che in Honduras non avremmo avuto la possibilità di metterci a suonare ma non pensavamo di non poter disporre nemmeno di un foglio di carta e una penna per poter scrivere. Così ci siamo adattati alla situazione utilizzando le foglie secche e i carboncini del fuoco per portare a termine il testo. Poi Fabio, essendo uscito prima di me dal programma, ha completato il brano, è entrato in studio e il giorno successivo al mio rientro in Italia lo abbiamo registrato”.
Nel testo di “Perdono” c’è una frase che mi ha molto colpito: “un amore che chiede perdono ascolta anche me”…
Fabio: “Nel testo ci sono una serie di frasi molto riflessive. Il perdono per noi è un atto d’amore, di estrema umiltà. Ovviamente preclude una richiesta e una concessione tra due persone. A volte viene accordato anche a chi non lo richiede perchè è un gesto di avvicinamento che può avvenire all’interno di una coppia, nei confronti di un cane, un figlio, chiunque. Il testo parla del fatto di dare una seconda opportunità e ci siamo concentrati su tre generazioni diverse, molto distanti tra loro. Per la 15enne è stata di ispirazione nostra figlia Aurora che è presente all’inizio del video e si tuffa nella piscina. L’acqua è il segno della vita, della rinascita. Una ragazza a quindici anni non ha nessuna esperienza e chiede scusa ancora prima di ferire qualcuno, strappa una pagina del libro, vuole essere una rosa e innamorarsi. C’è poi il cinquantenne che fa un bilancio delle cose positive e negative accadute. Può trovarsi sotto un grande ciliegio o in città, nel caos o nella tranquillità, comunque cerca di capire chi ha perdonato o potrebbe perdonare o se qualcuno dovrebbe chiedere scusa a lui. Infine c’è l’ottantenne che fa una sorta di resoconto, citando gli anni di piombo che sono stati fortemente terrificanti e si ritrova a dover raccontare se stesso, che possa essere vittima o carnefice. Tutti e tre sono colpiti da questo grande amore che li fa ragionare e pensare quale sia l’arma migliore per poter continuare a vivere una vita migliore. E il perdono è un’opportunità”.
Un messaggio importante quello del perdono come un’opportunità, visto che oggi è sempre più difficile perdonare…
Fabio: “Oggi vediamo troppe cose brutte che accadono, stupri, violenze, incidenti, la libertà di voler quasi fare del male e non si capisce neanche il termine scusa, non si arriva a pensare, nonostante il danno fatto non c’è una riflessione su un progetto di vita sociale. Spesso i ragazzi ma anche gli adulti non si rendono conto che dire scusa o buongiorno, è un atto di gentilezza, rispetto, educazione. Questi valori sono considerati quasi arcaici e ognuno si sente padrone di fare quello che vuole. E questo non va bene”.
Siete tra i grandi ospiti del Minturno Musica Estate 2023 e nel corso dell’evento riceverete il premio A.F.I. alla carriera, cosa rappresenta per voi questo importante riconoscimento?
Alessandra: “Siamo onorati di ricevere questo premio. E’ come se mettessimo una stelletta sul petto. Abbiamo costruito la nostra carriera in questi trenta anni, aprendo nel 1993 l’etichetta indipendente Jalisse Snc. Al di là della vittoria a Sanremo 1997, abbiamo realizzato diversi progetti, abbiamo lavorato con la Professoressa Rita Levi Montalcini, ci siamo dedicati ai ragazzi delle scuole per aiutarli a diventare cantautori. Ci auguriamo che questo riconoscimento sia da sprono per andare ancora avanti e non mollare”.
Che ricordo conservate della Professoressa Rita Levi Montalcini?
Alessandra: “Ho un bellissimo ricordo. Eravamo a Trento per una serata in cui abbiamo cantato sul palco “Linguaggio universale”, il saggio della Professoressa Montalcini che la sua assistente Giuseppina Tripodi aveva adattato alla canzone. Lei era presente e ha ascoltato il brano. La mattina seguente, poiché non vedeva più bene mi ha chiesto di sedermi vicino e leggerle ad alta voce il giornale, quindi mi ha domandato quanti figli avessimo, ho risposto due e lei mi ha detto che avremmo potuto fare una bellissima squadra di calcio. Era una donna incredibile, che sapeva stare con gli altri. L’abbiamo vista anche dialogare con i ragazzi della Sapienza di Roma con un linguaggio talmente semplice che arrivava a tutti. Era una grande studiosa e ricercatrice ma non si metteva sul piedistallo, era una persona tra le persone. Siamo stati onorati di realizzare questo progetto con lei, che ha regalato 1500 borse di studio alle donne africane per il suo centesimo compleanno, in quanto da ragazza il suo sogno era andare in Africa”.
credit foto Alberto Diana
Quali sono i vostri progetti?
Fabio: “Al momento siamo ancora in tour. Dopo Minturno, saremo in concerto a Chiari (To), Locarno, Bolzano con un seminario sulla produzione musicale essendo artisti, autori, produttori, editori, discografici, quindi a Benevento, Baggio e in provincia di Treviso. Poi cominceremo a definire meglio la realizzazione dei brani che stiamo già scrivendo”.
Cosa vi ha lasciato l’esperienza a L’Isola dei Famosi e cosa vorreste fosse arrivato di voi al pubblico?
Alessandra: “Ci siamo spogliati di quello che siamo abituati ad avere nella quotidianità, anche di alcune cose superflue, e siamo riusciti a convivere con la natura e a capire che in questo momento sta urlando intensamente ma non riusciamo a sentirla. Bisognerebbe imparare ad ascoltare non solo la natura ma anche le esigenze degli altri, e mettersi nei panni di chi ha bisogno. Oggi siamo diventati molto egoisti, invece sull’Isola ho capito che l’egoismo non aiuta a vivere, ma inaridisce le persone. E’ stata una riscoperta personale, anche del proprio carattere perchè lì qualsiasi maschera viene sgretolata e si nasconde nella sabbia, nel senso che non puoi pensare di essere ciò che non sei, devi essere te stesso oppure non vai avanti. Ci siamo messi a nudo in tutti i sensi e il pubblico lo ha apprezzato. Abbiamo incontrato ad esempio una signora per strada che ci ha detto “sono emozionata perchè vi sto guardando negli occhi e vi voglio ringraziare per quello che avete trasmesso sull’Isola”. Sono rimasta basita, tanti ci dicono che ci siamo comportati con grande umiltà, rispetto, tenacia ma senza sgomitare e abbiamo dimostrato di essere due persone semplici, che credono nei rapporti umani, che non hanno nascosto il proprio modo di essere, nel rispetto l’uno dell’altro e di chi stava lì con noi. Poi è ovvio che se c’era uno screzio, una discussione, anche noi alzavamo la testa. L’Isola ci ha dato tanto”.
Fabio: “E’ uscita fuori la nostra filosofia, quella di due persone innamorate del mondo. Siamo una famiglia che ama la musica e abbiamo sempre l’entusiasmo di quando eravamo bambini. Il nostro è un lavoro per cui bisogna dare e ricevere rispetto, ti permette di realizzare un sogno e qualcuno sogna insieme a te. Siamo persone tra le persone quando scendiamo dal palco e questo ci fa avvicinare ancora di più al pubblico. Sull’Isola non avevamo nulla da dimostrare o far vedere. La canzone più bella è essere sinceri, spontanei, genuini e questo va oltre l’apprezzamento o meno di un brano. Per noi è una vittoria”.
A proposito di famiglia, come hanno accolto la vostra partecipazione all’Isola dei Famosi le vostre figlie Angelica e Aurora?
Fabio: “Abbiamo fatto un briefing con le nostre figlie e le nostre mamme prima di accettare e ci hanno detto di partecipare all’Isola dei Famosi perchè sarebbe stata un’esperienza bellissima e irripetibile. Hanno esultato al momento della partenza, hanno fatto feste quando erano sole essendo padrone di una nuova dimensione. Quando siamo tornati abbiamo visto insieme l’ultima puntata, Angelica è arrivata in Honduras e ha abbracciato Alessandra con le lacrime agli occhi, mentre Aurora che era con me in studio si è commossa. Ilary Blasi mi ha chiesto di commentare quel momento ma non sono riuscito per la prima volta a rispondere alla domanda, avevo uno scombussolamento dentro e non uscivano le parole. Ho sentito la forza della nostra famiglia”.
credit foto Alessandro Rabboni
Qual è l’immagine che vi viene in mente pensando a questi primi trenta anni di carriera?
Fabio: “Il primo giorno in cui mi hanno fatto conoscere Alessandra dicendo “questa cantante farà strada, ti va di scrivere per lei?”. Appena l’ho sentita cantare ho accettato e ho iniziato a lavorare per lei. Avevo scritto Liberami, essendomi presentato come cantautore, e alla fine è diventato il nostro brano che abbiamo portato a Sanremo 1996 arrivando sesti tra i Giovani ed è quello che ci ha permesso l’anno seguente di arrivare alle selezioni per poi partecipare tra i Big alla kermesse con Fiumi di parole. Ho sempre quella fotografia davanti agli occhi. In quel momento ho scelto la mia strada. Così come a 14 anni ho deciso di fare il musicista e ho comprato le prime tastierine, quando ho incontrato Alessandra ho voluto lavorare con lei, e poi ci siamo anche sposati. Quindi quel momento è stato la partenza di tutto”.
Alessandra: “L’immagine che mi viene in mente è più sentimentale (sorride). Stazione Termini di Roma, era il 1992, sono scesa dal treno e ho visto Fabio all’inizio del binario, dopo due anni in cui non ci vedevamo né sentivamo ed è scoppiato il colpo di fulmine. Da lì è cominciato tutto. Ogni volta che arrivo a Termini quel profumo mi riporta a quei momenti”.
Nel 1997 avete preso parte al Festival di Sanremo classificandovi al primo posto con “Fiumi di parole” e in gara tra i big c’era anche Toto Cutugno, scomparso pochi giorni fa. Vi andrebbe di regalarci un ricordo di questo grande artista?
Alessandra: “Abbiamo avuto l’onore di cantare con lui sullo stesso palco a Toronto dove faceva una tournée nel 1997. Ci invitò ed è stata una grandissima emozione perchè è come se ci avesse messo a disposizione il suo pubblico all’estero. Era un grande signore della musica, una persona generosa, che ha scritto tante canzoni per sé ma anche per altri interpreti. Ci ha lasciato in un momento in cui la musica ha ancora bisogno di autori come lui”.
Fabio: “Era un uomo straordinario. Quando scompare un artista c’è una celebrazione inevitabile che porta a far riascoltare i brani e la sua storia. Mi auguro che Toto ci regali la possibilità di riscoprire la grande musica italiana e la melodia che è celebre nel mondo, e che ci sia un ritorno alla scrittura degli autori e dei cantautori”.
di Francesca Monti
credit foto copertina Alberto Diana
Grazie a Mauro Caldera