VENEZIA80 – “Comandante”, diretto da Edoardo De Angelis, con Pierfrancesco Favino: “Esistono leggi eterne come quella del mare, che non vanno infrante mai”

“Comandante”, diretto da Edoardo De Angelis, con Pierfrancesco Favino, è il film d’apertura, in prima mondiale in Concorso, dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera, che arriverà al cinema il 1° novembre distribuito da 01 Distribution.

Scritto da Sandro Veronesi e Edoardo De Angelis, è una produzione Indigo Film e O’Groove con Rai Cinema, Tramp LTD, V-Groove, Wise Pictures, in associazione con Beside Productions, in collaborazione con la Marina Militare Italiana e Cinecittà. Nel cast troviamo anche Silvia D’Amico, Massimiliano Rossi, Johan Heldenbergh.

All’inizio della Seconda guerra mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte affronta un mercantile armato che viaggia a luci spente e lo affonda a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

“Aprire l’80. edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica è per noi un grande onore per il quale ringraziamo il direttore Barbera. Comandante è un film che parla di forza e Salvatore Todaro ne incarna la sua forma sublime: combattere il nemico senza dimenticare mai la sua natura di essere umano, correndo in soccorso di chi è più debole. Per me questo è l’uomo forte. Era il 2018 quando abbiamo conosciuto questa storia, abbiamo ascoltato l’ammiraglio Pettorino che aveva un’esigenza di spiegare ai suoi  uomini come affrontare il mare e parlò loro di Todaro. E’ un racconto emblematico su cosa significhi essere italiani. Questa nazione è un crogiolo meraviglioso che nasce da tutte le identità degli esseri umani. Mi auguro che chi guarda questo film convenga sul fatto che esistono leggi eterne come quella del mare e che non vanno infrante, mai”, ha esordito il regista Edoardo De Angelis.

“E’ stato il punto in cui sono riuscito a concentrarmi in un’estate difficile quando è scoppiato il disonore di disattendere le più elementari regole del mare, cioè il soccorrere che è necessità. La storia di Todaro era la risposta perfetta a quel clima così pesante. L’idea che si potesse lavorare, per ridare l’onore che stavamo perdendo, su un racconto vero e avere a disposizione per generosità della famiglia gli effetti personali di Todaro perchè sua nipote Jasmine era una mia amica ed era parte di questa chat in cui ci scambiavamo le idee è stato importante. Era un servitore dello Stato ma anche un marito tenero e aveva messo il servizio alla patria davanti alla famiglia e il rispetto delle regole del mare davanti al servire la patria. La nostra è una storia di soccorsi, in tutti i conflitti che si sono succeduti, ognuno facendo il proprio lavoro per ridare onore a chi è in difficoltà”, ha detto lo sceneggiatore Sandro Veronesi.

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credit foto La Biennale

A interpretare il protagonista è Pierfrancesco Favino: “E’ stato scelto il chioggiotto perché avrebbe reso più cantilenante il dialetto usato e poi il veneto acuisce un aspetto importante della storia di questo personaggio. Sarebbe stato facile scegliere un modo di parlare più caldo invece certe asprezze e a volte monotonie della cadenza permettono una strada più tortuosa alle emozioni”.

Massimiliano Rossi ha affermato: “E’ stato un grande regalo partecipare a questo film e poteva farmelo solo De Angelis. Napoli e il Veneto per me sono i capisaldi della nostra struttura dialettica. Il vernacolo è il linguaggio della madre, che esprime ciò che sentiamo”.

Silvia D’Amico ha raccontato: “Essere entrata e salita a bordo di “Comandante” è stato incredibile perchè è un film sull’umanità e farne parte è una missione, un privilegio enorme. Sono stata aiutata dalla sensibilità di Edoardo che ha una particolare dedizione alle figure femminili e abbiamo costruito un punto di riferimento per il protagonista che non fosse solo la moglie che lo aspetta a casa. Ho avuto la fortuna di essere accompagnata dalle figure di Jasmine e di sua mamma Graziella (la nipote e la figlia di Todaro) ed è un’emozione indescrivibile”.

Il produttore Pierpaolo Verga ha spiegato infine che è stato ricostruito un sottomarino di 73 metri di lunghezza e 70 kg di peso, con un segmento di trenta minuti in emersione girato in un porto militare di Taranto.

di Francesca Monti

credit foto La Biennale

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