Giovedì 15 luglio in prima serata su Canale 5 va in onda “Nove lune e mezza”, opera prima di Michela Andreozzi, che è anche interprete insieme a Claudia Gerini, Lillo Petrolo, Giorgio Pasotti, Stefano Fresi, Claudia Potenza, Alessandro Tiberi, Massimiliano Vado, Nunzia Schiano, Nello Mascia, Paola Tiziana Cruciani.
La pellicola è prodotta da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia per Paco Cinematografica. La colonna sonora porta la firma di Niccolò Agliardi mentre il brano “Ho cambiato i piani” è cantato da Arisa, che è anche protagonista di un cameo.
Nove Lune e Mezza racconta la storia di due donne di oggi, due sorelle, due modi diametralmente opposti di stare al mondo: Livia e Tina entrambe sulla quarantina, tanto unite quanto diverse.
Livia (Claudia Gerini) è una violoncellista bella e sfrontata, dall’anima rock. Modesta, detta Tina (Michela Andreozzi), è un timido vigile urbano che ha messo da parte la laurea per il posto fisso.
Entrambe hanno un compagno: Livia convive con Fabio (Giorgio Pasotti) un osteopatia dolce e carismatico, Tina con Gianni (Lillo) un collega ordinario e intollerante.
Livia difende da sempre la sua posizione di donna che non desidera avere figli, mentre Tina tenta da anni di restare incinta, senza risultato: quando Tina, dopo tanti tentativi inizia a perdere la testa, Livia, consigliata dall’amico ginecologo, l’audace Nicola (Stefano Fresi), decide di portare avanti una gravidanza per lei.
Nei successivi nove mesi, Livia dovrà nascondere la pancia che cresce, mentre Tina fingerà di essere incinta, dando vita a una serie di situazioni tragicomiche che coinvolgeranno anche la famiglia di origine: una mamma campionessa di ragù, un padre idealista e sognatore, un fratello neo catecumenale con moglie devota e quattro figlie femmine.
Tutto questo accadrà lungo un percorso pieno di situazioni paradossali e incontri folgoranti di ogni tipo con la più varia umanità che porterà Tina e Livia a scontrarsi, poi comprendersi e infine cambiare, per ritrovarsi sempre più unite.
Recensione: “Nove lune e mezza” tratta tematiche complesse, controverse, come la maternità surrogata, l’omogenitorialità, difficili da affrontare soprattutto in un paese come l’Italia ancora un po’ arretrato su certi argomenti, ma Michela Andreozzi al suo esordio come regista riesce a parlarne con delicatezza, leggerezza e allo stesso tempo a far riflettere ed emozionare lo spettatore, andando ad osservare le diverse sfumature della maternità. Avvalendosi di un ottimo cast e partendo dalla storia di due sorelle diversissime tra loro ma legate da un legame profondo, il film mostra i punti di vista delle donne che si sentono realizzate anche senza essere mamme e di quelle che invece cercano di diventarlo ad ogni costo, sottolineando il concetto che i figli sono di chi li ama e li cresce e non di chi li genera.
di Francesca Monti