Questa volta Gianmarco Tamberi è stato più forte di tutto, anche della sfortuna che gli aveva negato la partecipazione alle Olimpiadi di Rio 2016 per un infortunio alla gamba, spegnendo momentaneamente il sogno a cinque cerchi.
Dopo cinque anni, in una domenica d’agosto, è stato scritto il finale più bello che ci possa essere nonché una nuova pagina della storia dell’atletica azzurra. All’Olympic Stadium di Tokyo Gimbo ha conquistato uno strabiliante oro nel salto in alto maschile, 31 anni dopo Sara Simeoni a Mosca 1980, l’unica saltatrice italiana ad essere riuscita nell’impresa finora, salendo sul gradino più alto del podio ex aequo con il qatariota Essa Mutaz Barshim, avendo saltato entrambi 2,37 metri e avendo scelto insieme, dopo la proposta del giudice, di condividere la vittoria senza andare allo spareggio. Bronzo al bielorusso Maksim Nedasekau, a 2,37 ma con più errori.
E’ stata una finale di altissimo livello, in cui Tamberi è stato eccellente, inanellando salti perfetti fino al 2,39 che non è stato effettuato da nessuno dei cinque atleti che erano ancora in gara per le medaglie.
“Mutaz è il miglior saltatore al mondo, non ci sono dubbi, per me invece questo oro è un sogno che si realizza dopo tanta sofferenza. È pazzesco, ho sentito il cuore che mi esplodeva, un’emozione così forte non l’avevo mai provata, fino all’altro ieri non sapevo nemmeno se ne fosse valsa la pena. Se fosse stato giusto tutto quello che ho fatto, tutte le lacrime versate. Vincere un oro olimpico, dopo quell’infortunio tremendo a pochi giorni dalle Olimpiadi di Rio, vale più di qualsiasi altra cosa. Non vedevo l’ora di fare questa finale, sapevo che qualcosa di magico sarebbe successo. È stato il punto fisso il giorno stesso che ho iniziato la riabilitazione. È stato il mio mantra. Ogni difficoltà, ogni momento in cui le cose non funzionavano mi dicevo: ‘Gimbo, dovrà funzionare quel giorno, solo quel giorno, il resto non importa’. Sapevo che c’era la possibilità di riuscirci. Così è stato“, sono le prime parole di Gianmarco Tamberi che ha esultato in lacrime, questa volta di gioia, sollevando il gesso con cui gli era stata immobilizzata la gamba dopo l’infortunio, recante la scritta “Road to Tokyo 2020”, col 2020 cancellato e l’aggiunta 2021 dopo lo spostamento dei Giochi. La voglia di rivincita e di andare a prendersi l’oro olimpico era tanta e Gimbo ha meritatamente raggiunto l’obiettivo che si era prefissato. Ed è stato semplicemente grandioso!
di Francesca Monti
credit foto Coni