“Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana” diceva Federico Garcia Lorca. Ed è proprio poesia quella che si respirava nel prestigioso Teatro Coccia di Novara dove è andato in scena lo spettacolo “A Spasso con Daisy” di Alfred Uhry, con la regia di Guglielmo Ferro e l’adattamento di Mario Scaletta, prodotto da Spettacoli Teatrali Produzioni e interpretato magistralmente da Milena Vukotic, Salvatore Marino e Maximilian Nisi.
La storia dell’anziana signora Daisy e del suo autista di colore è da sempre un successo. Scritta da Alfred Uhry, ha vinto il Premio Pulitzer per la Drammaturgia nel 1988, e l’anno successivo il celebre film con Morgan Freeman e Jessica Tandy si è aggiudicato quattro Oscar.
Daisy, anziana maestra in pensione, è una ricca signora ebrea che vuole apparire povera, è vitale e indipendente ed è contraria alla decisione presa dal figlio Boolie di assumerle un autista, in quanto la considera una limitazione della sua libertà. Non vuole in casa qualcuno che tocchi le sue cose, che la privi del gusto di guidare, né farsi vedere in giro accompagnata da uno chauffeur. Per fortuna Hoke, l’autista di colore affezionato e analfabeta, è paziente e capace di sopportare tutte le stranezze della signora e di rimanere dignitosamente in disparte. Giorno dopo giorno, la diffidenza iniziale lascia il posto a un rapporto fatto di battibecchi e battute pungenti che cela in realtà un affetto profondo.
Ambientato in un arco temporale che parte dalla fine degli anni Quaranta e arriva fino agli anni Settanta, sullo sfondo dell’America del Dopoguerra, lo spettacolo affronta, in modo delicato e al contempo incisivo, tematiche importanti e sempre attuali come il razzismo, la convivenza tra etnie diverse, il rapporto madre-figlio, la solitudine e la difficoltà di vivere.
Ogni dettaglio è curato alla perfezione, dai costumi di Graziella Pera alle musiche di Massimo Pace e all’adattamento di Mario Scaletta, dalla regia accurata di Guglielmo Ferro alla scenografia essenziale ma d’impatto di Fabiana Di Marco con uno sfondo che diventa ora la finestra della casa di Daisy, ora il finestrino dell’auto guidata da Hoke per portare l’anziana maestra a fare compere per le strade di New York.
Nella foto Maximilian Nisi, Milena Vukotic, Salvatore Marino – credit ©Alessandro Canestrelli
Una commedia ironica e profonda, che racconta il viaggio della vita attraverso le parole, i gesti e le emozioni dei tre magnifici interpreti, applauditi a lungo dal pubblico entusiasta presente al Teatro Coccia, a cominciare dalla meravigliosa Milena Vukotic, una vera signora del teatro, che dona a Daisy un piglio schietto, diretto, e un’ironia pungente come quando afferma “Se non hanno emendato la Costituzione senza farmelo sapere, ho ancora i miei diritti”, non essendo d’accordo sull’assunzione di un autista, ma anche eleganza, dolcezza e umanità insegnando a Hoke a leggere, regalandogli poi un libro, o quando dopo tanti battibecchi gli confessa il suo affetto dicendo che è il suo migliore amico, ricordandoci quanto sia prezioso il valore dell’amicizia e quanto sia importante aprire le porte del nostro cuore per accogliere gli altri, superando diffidenze e differenze.
Splendida anche l’interpretazione di Salvatore Marino nel ruolo dell’autista Hoke, che nel film era impersonato da Morgan Freeman, che conquista per la simpatia e per la tenerezza che riesce a imprimere al suo personaggio, toccando il cuore con alcuni gesti semplici ma carichi di significato, come baciare il fazzoletto su cui mette il profumo della moglie scomparsa o imboccare Daisy, ricoverata in una casa di riposo essendo affetta da Alzheimer, con una forchetta per farle mangiare un pezzo di dolce.
Bravissimo infine Maximilian Nisi che dà volto, cuore e anima a Boolie, il figlio di Daisy, un uomo buffo e originale, che può sembrare imperturbabile ma che in fondo vuole bene alla madre e si preoccupa per lei, anche se non riesce a dedicarle molto tempo in quanto è impegnato con il lavoro e alle prese con l’ingombrante moglie Florine, che non compare in scena.
“A spasso con Daisy” è uno spettacolo delizioso che emoziona, commuove, diverte e fa riflettere, calamitando l’attenzione del pubblico dalla prima all’ultima scena.
di Francesca Monti
Grazie a Serena Galasso, ufficio stampa Fondazione Teatro Coccia Onlus