“E’ abbastanza raro trovare un personaggio che offra degli spunti in crescendo, Daisy è tra questi, non è a tinta unita ma ha tante sfumature diverse“. Eleganza, classe ineguagliabile, talento sopraffino e grande umiltà, Milena Vukotic è la meravigliosa protagonista di “A Spasso con Daisy”, nei teatri italiani fino alla fine di marzo, con la regia di Guglielmo Ferro e l’adattamento di Mario Scaletta, prodotto da Spettacoli Teatrali Produzioni e interpretato insieme a Salvatore Marino e Maximilian Nisi.
La storia dell’anziana signora Daisy e del suo autista di colore è da sempre un successo. Scritta da Alfred Uhry, ha vinto il Premio Pulitzer per la Drammaturgia nel 1988, e l’anno successivo il celebre film con Morgan Freeman e Jessica Tandy si è aggiudicato quattro Oscar. Daisy, anziana maestra in pensione, è una ricca signora ebrea che vuole apparire povera, è vitale e indipendente ed è contraria alla decisione presa dal figlio Boolie (Maximilian Nisi) di assumerle un autista, in quanto la considera una limitazione della sua libertà. Non vuole in casa qualcuno che tocchi le sue cose, che la privi del gusto di guidare, né farsi vedere in giro accompagnata da uno chauffeur. Per fortuna Hoke (Salvatore Marino), l’autista di colore affezionato e analfabeta, è paziente e capace di sopportare tutte le stranezze della signora e di rimanere dignitosamente in disparte. Giorno dopo giorno, la diffidenza iniziale lascia il posto a un rapporto fatto di battibecchi e battute pungenti che cela in realtà un affetto profondo.
Una carriera lunga oltre sessanta anni quella di Milena Vukotic, iniziata nel mondo della danza nel “Grand Ballet du Marquis de Cuevas” a Parigi, e proseguita in Italia lavorando con grandi registi quali Fellini, Lina Wertmüller, Monicelli, Buñuel, Lattuada, Risi, Bertolucci, Özpetek, Lizzani, Bolognini, solo per citarne alcuni, in cui ha dato vita a personaggi indimenticabili del grande e del piccolo schermo, amati da diverse generazioni di spettatori.
Signora Milena, nello spettacolo “A Spasso con Daisy” dà il volto alla protagonista, Daisy, un personaggio con tante sfumature, una donna schietta, diretta, ma anche umana, malinconica e sensibile. Qual è l’aspetto che più le piace interpretare?
“Mi piace il fatto che sia una persona contraddittoria e che la sua vita sia stata all’insegna della libertà. Credo che questi scatti di umore e a volte questa aggressività siano il modo che ha per difendere la sua maturità, la sua vecchiaia e la tenacia nel sostenere la sua indipendenza. Questo avviene perché il figlio Boolie vuole imporre un autista che Daisy non accetta non perché è di colore ma in quanto le sembra di non essere più autonoma. Da lì nasce questo rapporto con Hoke che diventa il più importante della sua vita. Questa svolta è interessante perché le permette di mostrarsi per la persona che è realmente, in lotta con la società che non solo impone delle sanzioni e delle regole ma che non fa nulla per andare oltre l’emarginazione che tutti subiscono”.
E’ uno spettacolo ambientato nel secondo Dopoguerra in America ma che affronta tematiche attuali e universali, dal razzismo ai pregiudizi alla convivenza all’interno della stessa comunità di etnie diverse…
“Esattamente, sono tematiche universali e purtroppo penso che lo rimarranno. Il razzismo esiste anche se qualche progresso è stato fatto. Daisy è ebrea, è ricca ma rinnega la sua ricchezza per salvare la propria individualità, Hoke è di colore, riesce a mantenere un equilibrio e a conservare la sua dignità. Per quanto le cose vadano meglio lei comunque sente che ci sono ancora delle discriminazioni e dei pregiudizi, poi essendo anziana ha una sensibilità più sottile e il risultato è che si rivela e dice all’autista che è il suo migliore amico, nonostante Daisy abbia delle amicizie e soprattutto un figlio che le vuole bene ma che si adegua alle regole e alle forme della società”.
Milena Vukotic con Maximilian Nisi e Salvatore Marino
“A Spasso con Daisy” attraversa diversi decenni, quindi potremmo definirlo anche un viaggio nella vita. Se pensa al suo percorso, artistico e umano, qual è stato il periodo più bello?
“Tutte le stagioni penso siano importanti. Il mio percorso è stato molto frastagliato perché è cominciato a Parigi, con la danza che ha rappresentato una piccola fetta della mia vita professionale, e poi si è sviluppato in Italia, dopo aver visto il film “La strada” di Federico Fellini e aver deciso di tornare a Roma. Ogni volta che si interpreta un nuovo personaggio è un viaggio diverso, che a un certo punto dovrebbe evolversi in un bel gioco e in una maggiore leggerezza, in quanto la parola stessa recitare rimanda a quel significato, infatti in inglese si dice to play, in francese jouer e in tedesco spielen. Io generalmente mi butto completamente sul lavoro quando devo affrontare un ruolo e così mi resta poco spazio per il gioco (sorride). Tutti i personaggi, se si va a scavare a fondo, sono pieni di possibilità di sviluppo”.
Diceva poco fa che ogni personaggio rappresenta un viaggio diverso. Cosa le ha regalato Daisy?
“Sicuramente aggiunge una maggiore possibilità di interpretazione, in quanto inizia in un modo, con un certo vigore, e piano piano attraverso gli anni si sviluppa in un altro, anche se lo spirito e il cervello sono ancora vibranti. E’ abbastanza raro trovare un personaggio che offra degli spunti in crescendo, Daisy è tra questi, non è a tinta unita ma ha tante sfumature che sera dopo sera vengono fuori”.
Milena Vukotic con Maximilian Nisi e Salvatore Marino – credit foto copertina ©Alessandro Canestrelli
Sul palco i personaggi di Daisy, Hoke e Boolie si incastrano perfettamente e traspare un grande feeling lavorativo tra lei, Salvatore Marino e Maximilian Nisi…
“Abbiamo lavorato molto sullo spettacolo e continuiamo a pensare ai nostri personaggi perché ogni giorno può apparire improvvisamente un aspetto che non avevamo colto, in quanto all’inizio eravamo preoccupati di cercare di sviluppare la parte e di interpretarla nelle sue sfaccettature. E’ un lavoro sempre in progress”.
Ha lavorato con grandi registi, tra cui Strehler, Fellini e Buñuel. Qual è l’insegnamento più grande che le hanno lasciato?
“Mi hanno regalato un grande arricchimento spirituale e mi hanno aiutato a capire più in profondità la vita attraverso le loro opere”.
Che ricordo conserva del suo primo film, “Il Sicario” di Damiano Damiani?
“Ero appena arrivata in Italia, sono nata a Roma e parlavo italiano, ma la mia formazione era in francese, quindi ricordo una grande confusione. Avevo fatto un piccolo lavoro cinematografico in Francia ma il cinema era un mondo nuovo per me. Ero felice ma non conoscevo nessuno e mi sentivo un po’ spaesata. In Italia ho avuto la possibilità e la fortuna di lavorare con registi veramente grandi e straordinari”.
Milena Vukotic e Paolo Villaggio
Tra i tanti personaggi che ha interpretato uno che è sicuramente rimasto nel cuore del pubblico è la signora Pina della saga “Fantozzi”. Cosa ha rappresentato per lei?
“Pina era una sorta di cartone animato, aveva un’immagine grottesca difficile da calibrare e quindi è stato fatto un grande lavoro di ricerca. Grazie a quel personaggio ho recitato con Paolo Villaggio, un attore che ho sempre amato e stimato. Con lui e la sua famiglia è nata una bella amicizia”.
Un altro personaggio molto apprezzato dagli spettatori è Nonna Enrica nella serie “Un Medico in Famiglia”…
“Nonna Enrica era un personaggio interessante, che si è andato a sviluppare man mano nel corso delle stagioni della serie. Con Lino Banfi avevo già lavorato in un paio di film (“Cornetti alla crema” e “Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio”) e sono stata felice di tornare a recitare con lui. Quando si lavora per tanti anni insieme è come stare in famiglia. Ancora oggi ci sentiamo, ci vediamo, vado a mangiare nella sua orecchietteria a Roma e abbiamo la speranza di ritrovarci su un nuovo set. Si era parlato anche di realizzare un’altra stagione di “Un Medico in Famiglia”, al momento non c’è stata, in futuro chissà…”.
Nel 2019 ha preso parte a “Ballando con le Stelle” in coppia con Simone Di Pasquale. Che esperienza è stata?
“Mi sono formata con la danza classica ma riprendere dopo tanti anni e cimentarmi in generi che non avevo mai fatto non è stato semplice. E’ stata un’esperienza molto positiva, affrontata con grande piacere ma anche con incoscienza da parte mia, che mi ha permesso di fare nuovi incontri, a partire da Milly Carlucci, una persona magnifica, e Simone Di Pasquale con cui ho condiviso queste settimane di prove e balli”.
Milena Vukotic in “Milena ovvero Emilie du Châtelet“
Tra i suoi prossimi progetti c’è anche quello di riportare in scena nella prossima stagione lo spettacolo “Milena ovvero Emilie du Châtelet“ di Francesco Casaretti con la regia di Maurizio Nichetti?
“Sì, lo porterò in scena nel 2023 e forse in qualche Festival nei prossimi mesi. E’ un monologo a cui tengo moltissimo che racconta la storia di questa grande scienziata e letterata vissuta nel diciottesimo secolo. A luglio invece comincio le prove di “Così è se vi pare”, del quale faremo un’anteprima al Festival di Capri. Avevo già interpretato questo spettacolo tanti anni fa con Rina Morelli e Paolo Stoppa nel ruolo di Dina, ora invece darò il volto alla Signora Frola e reciterò con Pino Micol”.
Se dovesse pensare ad un’immagine della sua straordinaria carriera quale le verrebbe in mente?
“Non mi viene in mente un’unica immagine ma tanti momenti molto diversi, alcuni semplici e importanti per me, difficili da raccontare in quanto sono collegati a grandi emozioni che ho vissuto”.
di Francesca Monti
Grazie a Tania Corsaro